Mi chiamo Federico José e sono un cantante professionista.
Studio canto da quando ho 14 anni e studio musica da quando ne avevo 6. Da infante i miei genitori mi misero in mano una chitarrina giocattolo poco più grande di un ukulele e io non la mollai fino a che non mi iscrissero al conservatorio. Fu al conservatorio, studiando Villa Lobos e Vivaldi che mi resi conto che il mio strumento preferito era già dentro di me, e con una buona dose di coraggio rinunciai alla carriera chitarristica per intraprendere quella del cantante. Iniziai a prendere lezioni da una cantante gospel torinese molto brava e capace, Silvia Tancredi, e con lei rimasi 3 anni. Dopo aver compiuto la maggior’età ho iniziato a viaggiare per l’Italia in cerca di nuovi insegnanti, nuovi seminari, laboratori e corsi intensivi sulla voce. Roma, Bologna, Milano, Venezia. Migliaia e migliaia di euro spesi in viaggi e lezioni pagate 50 – ma talvolta anche 80 – euro l’ora. Più studiavo, più mi innamoravo del discorso “voce” e sentivo dunque la necessità di conoscere il mio strumento e saperlo utilizzare in ogni sua forma. Studiare canto soul, jazz e gospel non mi bastava, così due anni fa decisi di sforare nello studio della dizione, della recitazione e del doppiaggio.
Da buon secchione, studiare mi stimola e mi diverte. Dedicarsi anima e corpo allo studio della musica è senz’altro appagante, ciò nonostante le frequenti discriminazioni da parte di diversi gruppi di persone.
I colleghi musicisti spesso pensano di essere più preparati a livello teorico musicale rispetto ai cantanti, il che è vero solo in parte, poiché ho conosciuto innumerevoli strumentisti che non sanno manco leggere un pentagramma e senza le tablature sono muti come pesci. Oltre al fatto che molti di loro non hanno nessun tipo di nozione di musica classica e/o jazz che certamente costituiscono le basi fondamentali per comprendere e interpretare la musica moderna.
Poi ci sono i familiari, che nel sentire il proprio figlio pronunciare le parole “Mamma, Papà, da grande voglio fare il cantante”, mettendosi le mani fra i capelli, pensano che il proprio figlio abbia ingoiato troppi cristalli di LSD durante il concerto dei Radiohead il mese prima.
Infine, ci sono loro, i migliori, i più frustranti, quelli che con la falsa credenza di farti un complimento, entusiasti ti apostrofano dicendo: – Se vuoi fare il cantante perché allora non partecipi a un talent show? -.
Con i musicisti ho a che fare quotidianamente e la competenza genera rispetto, quindi il problema si pone solo nel breve periodo.
I miei familiari, anche grazie allo psicoterapeuta di famiglia, hanno capito che voler fare il cantante non è esattamente grave come spacciare organi e armi per il mercato nero.
Coloro sui quali mi voglio soffermare in questo articolo, che spero sia una risposta definitiva – almeno per quanto mi riguarda – sono i facenti parte del terzo gruppo, quelli che: “Ma che bella voce che hai? Perchè non vai a X Factor?”
Le risposte a questa domanda (spesso poi avanzata da chi pensa che Mina viva ancora in Italia o che Battisti e Battiato siano le stessa persona) sarebbero innumerevoli:
-non sono un fenomeno da baraccone.
-voglio fare musica, non televisione.
-non ritengo che Simona Ventura possa in alcun modo giudicare le mie prestazioni da cantante.
-nemmeno Morgan.
Con l’ausilio dei miei studi in Giurisprudenza voglio però rispondere con il contratto alla mano – o meglio “L’accordo di scrittura artistica per i provini dello spettacolo televisivo X Factor – 2015”
per spiegare concretamente il perché un professionista non dovrebbe assolutamente neanche prendere in considerazione l’idea di partecipare a un talent show.
L’accordo si apre con i dati del sottoscrivente e fino a qui, regolare.
Si aprono le premesse, e già si scopre che Sky Italia S.r.l. (“Emittente”) si avvalora di una preziosa collaborazione con FremantleMedia Italia. FrementleMedia appartiene alla divisione di RTL Group, la casa di produzione televisiva più grande del mondo, dopo Endemol. Nella prima riga dell’accordo, si può dunque evincere che non si sta stipulando un patto con professioniti della musica o/e della discografia, bensì con produttori televisivi. Seguitamente nel punto “c” delle premesse preliminari il sottoscrivente – e cito –
“Si impegna a sottoscrivere un apposito contratto di scrittura artistica con Frementle qualora dovesse accesere alla successiva fase del programma“.
In giuridichese, questo vuol dire che per sostenere i provini porre la firma al presente accordo è necessario, allo stesso tempo però, poiché si ha firmato, se i produttori decidono di sceglierTi per farti andare avanti al programma TU (sottoscrivente) non potrai rifiutare di firmare i successivi contratti che Frementle ti sottoporrà. Questo, a mio giudizio è aberrante, oltre che il primo sintomo del fatto che non sia un accordo di scrittura artistica bensì di sfruttamento di immagine e obbligazione di volontà futura. Per dirne una, la Compagnia della Rancia, la più importante istituzione del musical in Italia, non fa firmare per accedere ai provini nemmeno una liberatoria.
Andando avanti a leggere, arriviamo al punto uno delle premesse contrattuali in cui troviamo alcune clausole di esclusività pesantissime. La prima:
“I provini sono articolati in più fasi e il mio impegno si intende esteso a tutte e ciascuna delle fasi alle quali verrò ammesso. Nei giorni in cui sarò impegnato per i provini non dovrò tenere esibizioni in pubblico, né in generale, assumere impegni con terzi.”
Qui il testo è tragicamente più chiaro e quello che serve non è una traduzione, bensì un paio di conclusioni:
-non si può paccare FrementleMedia, una volta fatto un provino devi farli tutti. Che tu lo voglia o no.
-Non puoi fare concerti, serate, matrimoni o qualsiasi altra attività che, in quanto musicista, potrebbe darti da vivere per tutta la durata del programma e, presumibilmente, lungo tutta la durata del contratto sottoscritto in seguito all’entrata nel programma. Non avendo mai sottoscritto il contratto successivo non posso sapere testualmente quando decorrono i termini di esclusività con i contratti seguenti. Fonti attendibili però mi assicurano che il giogo contrattuale dura come minimo un anno a partire dalla fine del programma.
-Nessuna casa discografica potrà proporti un contratto in seguito alla visibilità guadagnata con i passaggi televisivi, a meno che non sia la stessa Frementle a procurlartelo.
Sono molti i ragazzi che decidono di partecipare a un Talent con la speranza di essere notati da una casa discografica, anche piccola, per poi intraprendere un percorso discografico. Forse venite notati, ma non potete essere messi sotto contratto. Il motivo è proprio questa clausola di esclusività.
Andiamo avanti con le clausole di esclusività presenti nel punto 1.
“Qualora fossi escluso dalle ulteriori fasi dei provini o comunque non venissi scritturato per la gara oggetto della fase finale del programma, accetto fin d’ora, qualora mi venisse richiesto da Frementle, di partecipare al Programma in qualità diversa o di prendere parte ad altri eventi o iniziative […] nel periodo corrente […] fino alla scadenza dei tre mesi dalla trasmissione dell’ultima puntata del Programma.
Qualora invece mi fosse proposto di concludere il contratto di scrittura artistica per la mia partecipazione alla gara […] dovrò sottoscrivere uno specifico accordo nel testo che Fremantle mi sottoporrà. […] Al riguardo sono consapevole che sarò libero di non accettare le condizioni contrattuali […] ma sono anche consapevole che l’accettazione scritta di tali pattuizioni è condizione essenziale per la partecipazione alla gara […]”
Qui l’accordo inizia a sbilanciarsi e incomincia a rivelare la sua crudeltà. In sostanza, Frementle si riserva la possibilità di farti partecipare non come cantante, magari come opinionista, conduttore, spazzino, senza che tu possa rifiutarti. Inoltre ribadisce il concetto che nel caso venissi scelto per partecipare alla gara dovrai firmare il contratto che ti sottoporranno in maniera inappellabile. Poi aggiusta un po’ il tiro e dice che in fondo sei libero di non firmarlo, ma se non lo firmi te ne devi andare a vattelapesca e tutti i punti del presente accordo sono comunque validi. Alla faccia tua che pensavi di avere voce in capitolo.
Ma la situazione si fa preoccupantemente interessante nel punto due, che racchiude il cuore pulsante del meccanismo del Talent Show.
“Cedo IRREVOCABILMENTE a Frementle (e[…] Frementle potrà liberamente cedere i diritti oggetto del presente accordo senza mia autorizzazione, intendendosi qui espressamente confermata) il diritto di riprendere e far riprendere in qualsiasi circostanza e con qualsiasi strumento le prestazioni che renderò nel corso e in occasione della mia partecipazione ai provini e alle altre produzioni o iniziative cui dovessi partecipare in esecuzione del presente accordo, e pertanto LA MIA IMMAGINE, IL MIO NOME, LA MIA VOCE, LE MIE INTERPRETAZIONI […], I MIEI EVENTUALI CONTRIBUTI AUTORALI, con il diritto ma non l’obbligo della stessa di registrarle, riprodurle, ritrasmetterle, diffonderle, stamparle, pubblicarle e/o proiettarle, distribuirle, direttamente e/o tramite terzi, CON OGNI MEZZO E FORMA DI TRASMISSIONE TECNOLOGICA ATTUALMENTE CONOSCIUTO O CHE SARA’ INVENTATO IN FUTURO, senza limitazioni di tempo, in tutto il mondo, per qualsiasi finalità […].”
Quando ho letto questo punto mi è venuto da piangere e ridere allo stesso tempo.
Ridere perché il punto mostra una tracotanza e un’avidità immane, tanto da sfociare nella nullità giuridica: nessun contratto può disporre per il futuro incerto né può regolare ciò che non è stato ancora inventato. Quindi, paradossalmente, questo punto potrebbe essere impugnato.
D’altro canto, il resto parla chiaro: si cede tutto a Frementle: nome, interpretazioni, eventuali composizioni e, sì, addirittura la Voce; senza limitazioni di tempo e spazio. Senza guadagnarci potenzialmente un euro. E questa è la parte che fa davvero piangere.
Se fosse vero che i Led Zeppelin vendettero l’anima al diavolo in cambio di talento, genialità, fama e gloria, sono assolutamente sicuro che Lucifero sottopose loro un contratto decisamente più conveniente.
Il punto tre verte sull’impegno del rispetto dell’accordo, rimarca il presupposto per la quale il sottoscrivente dichiara di essere libero da accordi di managment affinché appunto possa impegnarsi a cedere ogni diritto reale alla suddetta Frementle. Inoltre stipula una clausola di segretezza e di risarcimento, nel caso a qualche concorrente ribelle venisse in mente di pubblicare il marcio all’interno del programma. Ricordo quando Carolina Russi partecipò a The Voice, venne eliminata e la sera stessa la madre, Anna Pettinelli, pubblicò su Facebook un post che denunciava il fatto che fosse tutto pilotato per far vincere la beneamata suora. Il post venne cancellato dalla stessa Pettinelli dopo pochissimme ore. Chissà perché.
Visto che dunque consisterebbe in ripetizioni inutile, è trascurabile. Ma vi invito – soprattutto se siete cantanti – ad approfondire sul sito di XFactor, ove è disponibile l’accordo di partecipazione ai provini.
Voliamo al punto 4 che è quello che io chiamo il “punto del pizzo”. Facile capire il perché.
“[…] Resta fin d’ora inteso che tale accordo: avrà durata non inferiore a due anni e sarà rinnovabile una o più volte […]; prevederà a favore di Frementle un compenso da calcolarsi in una percentuale del 20% dei compensi lordi e di ogni provento a qualsiasi titolo a me spettanti a fronte o in conseguenza degli accordi conclusi da Frementle o da me direttamente nell’ambito della gestione della mia immagine, nome, voce ai sensi di quanto precede.”
Come dicevo, facile da capire: “Sei passato da noi? Ti è andata bene? Devi darci il 20% di quello che fai. Anche se non lo fai con noi. Anche se lo fai per conto tuo.”
Il punto 5 è il punto più roseo, difatti è solo per il vincitore. Si spiegano i termini in cui verrà stipulato il contratto con la Major discografica e le condizioni affinché il contratto sia portato a termine. Non intendo approfondirlo poiché appunto, interessa solo il vincitore, non i concorrenti.
Il punto 6 mette in chiaro il fatto che non si percepiranno compensi alcuni, anzi bisogna ringraziare di aver potuto partecipare ai provini. E non scherzo. Cito:
“A fronte di tutto quanto previsto nel presente accordo non avrò diritto ad un alcun corrispettivo, essendo ogni mio diritto o pretesa soddisfatti dall’opportunità che mi è stata data di partecipare ai provini”.
Ridicolo. Assolutamente ridicolo.
Il punto 7 è relativo all’informativa circa il trattamento dei dati personali – quella di cui a nessuno frega mai nulla -. Chiude il punto 8 che recita:
“Il presente accordo è redatto in italiano, lingua che dichiaro di comprendere perfettamente, ed è regolato dalla legge italiana. Qualsiasi controversia […] è devoluta alla competenza esclusiva del foro di Roma”.
Caspita. Certo che è italiano. E basta davvero leggere il presente accordo per capire che il Talent Show è una macchina che sfrutta la smania di fama e vanagloria di ragazzini o dilettanti della musica per raccogliere una quantità immane di materiale artistico, video e audio, al fine di alimentare un marchingegno televisivo che genera guadagni tramite gli indici di ascolti televisivi e l’advertising.
Una volta firmato questo accordo per un minimo di 12 mesi a un massimo di 3-4 anni dovrei cedere tutto ciò che mi rende, oltre che un cantante e un artista – perdonatemi l’arrogante uso della parola “artista” -, una persona libera.
Nessuno mai dovrebbe cedere i diritti sulla propria immagine, sul proprio nome, sulle proprie interpretazioni, composizioni o sulla propria voce. I diritti vanno gestiti in comune accordo con le parti sottoscriventi e ogni volta che si parla di cessione, l’epilogo non può essere buono. Oltre al fatto che, soprattutto oggigiorno in cui lavorare con la musica è diventato un teatro di sofferenze, sacrifici e difficoltà, è impensabile legarsi a una sola realtà, privandosi di opportunità esterne, per un periodo di tempo così lungo e senza nessun tipo di certezza, senza nessun tipo di tutela.
Dunque no, signora che legge “Chi” dal parrucchiere e mentre sto studiando Amazing Grace mi guarda con occhi sognanti e con voce stridula raglia: – Ma che bella voce che hai! Perchè non vai a X Factor? –
– Non ci vado, signora, perché sono un professionista, non una marionetta. E in quanto professionista ho una dignità, che devo preservare. In nome mio e di ciò che ho deciso di sposare nella mia vita: la musica-.