Domenica 14 ottobre si sono tenute le elezioni in Baviera, uno dei più importanti länder tedeschi, considerato come un vero e proprio termometro politico per il governo federale di Angela Merkel. Successo, invece, per I Verdi, che imitano gli ottimi risultati dei partiti ecologisti in Belgio e Lussemburgo. L’affluenza alle urne è stata del 72.5%.
LE ELEZIONI BAVARESI
Il panorama politico bavarese è da sempre dominato dall’Unione Cristiano-Sociale in Baviera (CSU, dal tedesco Christlich-Soziale Union in Bayern), il partito gemello dell’Unione Cristiano-Democratica di Germania (CDU, dal tedesco Christlich Demokratische Union Deutschlands) della Merkel. La forza guidata dal ministro presidente Markus Söder (praticamente il governatore uscente del land, anche se il vero leader del partito è il ministro dell’interno Horst Seehofer) ha però sofferto gravi perdite, calando di oltre dieci punti percentuali, per attestarsi sul 47.7%. Certo la CSU ha ottenuto comunque il primo posto tra le forze in campo, ma ha visto la propria rappresentanza passare da 101 ad 85 seggi, sui 205 che compongono il Landtag (il parlamento del land), nonostante il tardivo tentativo di radicalizzare le posizioni del partito verso destra.
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Come la CSU, anche la forza del centro-sinistra tradizionale, il Partito Socialdemocratico di Germania (Sozialdemokratische Partei Deutschlands, SPD) ha subito gravi perdite. La forza guidata dalla candidata Natascha Kohnen ha visto la propria rappresentanza praticamente dimezzata, passando da quarantadue a ventidue seggi, e fermandosi solamente al 9.7%, mentre cinque anni fa aveva superato il 20% dei consensi. Nel complesso, le due forze che compongono il governo nazionale mantengono comunque la maggioranza (105 seggi su 205), ma sono oltre ventuno i punti percentuali persi tra CSU ed SPD, a conferma della grave crisi vissuta dai partiti cosiddetti “tradizionali”.
Una buona parte di questi consensi è finita nel carniere di Alternativa per la Germania (Alternative für Deutschland, AfD), che concorreva per la prima volta in Baviera. Il partito di estrema destra, condotto in questa tornata elettorale da Martin Sichert, ha ottenuto il 10.2% dei suffragi e ventidue seggi. Un ottimo risultato per una prima volta, ma l’esito è forse meno positivo rispetto a quanto alcuni sondaggi avevano lasciato pensare.
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Il vero partito vincitore di queste elezioni è dunque quello ecologista dell’Alleanza 90/I Verdi (Bündnis 90/Die Grünen), che opera un netto sorpasso a sinistra nei confronti della SPD. Il partito di Katharina Schulze e Ludwig Hartmann ha più che raddoppiato i propri consensi, ottenendo il 17.5%, per piazzarsi al secondo posto alle spalle della CSU. Questo straordinario risultato ha permesso ai Verdi di passare da diciassette a trentotto deputati, un risultato straordinario e superiore alle più rosee aspettative.
Importante risultato anche per la lista degli Elettori Liberi di Baviera (Freie Wähler Bayern), che ha eletto ventisette rappresentanti con l’11.6% dei consensi, mentre entra nel Landtag il Partito Liberale Democratico (Freie Demokratische Partei, FDP), che ha ottenuto undici seggi (5.1%). Nonostante la crescita di un punto percentuale, il partito di sinistra Die Linke non ha superato la soglia di sbarramento del 5%, fermandosi al 3.2%.
Alla fine, nonostante l’importante calo del suo partito, la CDU dovrebbe essere in grado di formare una coalizione per mantenere il controllo del governo della Baviera, visto che lo stesso Söder ha confermato di voler coinvolgere nelle contrattazioni tutti i partiti tranne AfD.
I SUCCESSI DEI VERDI: NON SOLO BAVIERA
Come detto, il partito ecologista Alleanza 90/I Verdi può essere considerato come il vero vincitore di questa tornata elettorale. Un risultato che non è da limitarsi alla sola Baviera, visto che le elezioni più recenti sono state particolarmente favorevole alle forze ecologiste.
Come abbiamo scritto ieri, alle elezioni legislative in Lussemburgo, I Verdi (in lussemburghese: Déi Gréng; in francese: Les Verts; in tedesco: Die Grünen) hanno guadagnato il 15.12% dei consensi, passando da sei a nove seggi, unica delle tre forze di governo a crescere rispetto alle elezioni precedenti. Il risultato positivo del partito di Françoise Folmer e Christian Kmiotek (in gran parte dell’Europa settentrionale i partiti ecologisti hanno sempre una coppia uomo-donna al comando) si è rivelato tra l’altro decisivo per permettere al governo di Xavier Bettel di mantenere la maggioranza (clicca qui per saperne di più).
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Un risultato importante è arrivato anche dalle elezioni amministrative in Belgio, dove, sempre domenica scorsa, il partito ECOLO (Écologistes Confédérés pour l’Organisation de Luttes Originales, ossia Ecologisti confederati per l’organizzazione di lotte originali) ha ottenuto il 16.81% dei suffragi nelle elezioni cittadine della capitale Bruxelles, piazzandosi secondo alle spalle del Partito Socialista (Parti Socialiste, PS) del sindaco in carica Philippe Close, per un successo totale del centro-sinistra. Ad Anversa, I Verdi fiamminghi (Groen) hanno guadagnato dieci punti percentuali, attestandosi sul 18.1%, alle spalle del partito di centro-destra Nuova Alleanza Fiamminga (Nieuw-Vlaamse Alliantie, N-VA). In generale, su tutto il territorio nazionale, sia gli ecologisti francofoni che quelli fiamminghi hanno ottenuto risultati lusinghieri.
Questa serie di risultati positivi da parte dei partiti ecologisti denota forse un’importante presa di coscienza sulla questione ambientale da parte dei popoli europei. Ad essere premiati sono soprattutto quei partiti verdi che si attestano su posizioni di sinistra fortemente critiche nei confronti del modello di sviluppo neoliberista vigente, perché la questione ambientale non può in nessun modo essere scissa dalla critica del sistema capitalista.
Immagini: in alto, Katharina Schulze e Ludwig Hartmann, leader dei Verdi bavaersi; in basso, Françoise Folmer e Christian Kmiotek, leader dei Verdi lussemburghesi.