Barbados è un’isola caraibica che ha un’estensione pari a circa un terzo di quella del Comune di Roma ed una popolazione che non raggiunge i 300.000 abitanti, ma che, grazie soprattutto allo sviluppo del settore turistico, è riuscita a raggiungere standard di vita mediamente elevati rispetto alla maggioranza degli altri Stati della stessa area geografica.
Colonia britannica fino al 1966, ed ancora oggi parte del Commonwealth, Barbados ha vissuto le proprie elezioni politiche nella giornata di giovedì 24 maggio, con circa 150.000 dei 255.000 aventi diritto che si sono recati alle urne (affluenza del 60%). Il responso dello spoglio è stato per alcuni versi sorprendente, visto che ha sancito la sconfitta del Democratic Labour Party, reduce da due quinquenni consecutivi al governo, che è addirittura uscito dal parlamento, raccogliendo solo il 22.64% dei consensi (meno della metà rispetto al 2013) e non vincendo in nessuno dei trenta collegi uninominali.
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Il meccanismo del first-past-the-post, con il quale viene eletto appunto il candidato che ottiene il maggior numero di preferenze in ciascun collegio, ha consegnato tutti i trenta seggi della House of Assembly al Barbados Labour Party, partito di ispirazione socialdemocratica precedentemente all’opposizione. Il BLP ha ottenuto il 74.58% dei suffragi, e per i prossimi cinque anni detterà legge nella vita politica dell’isola.
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L’altra novità sta nel fatto che il nuovo governo sarà guidato dalla cinquantaduenne Mia Mottley, laureata in giurisprudenza presso la London School of Economics, prima donna ad ottenere l’incarico di Primo Ministro nella storia di Barbados, una carica che in questo caso vale ancora di più, visto che il ruolo di capo di stato, ufficialmente appartenente alla regina d”Inghilterra, ha una valenza solo formale.