Avete mai “liberato” vostro figlio al parco, dopo una settimana di pioggia passata solo tra casa, scuola e centri commerciali? Nemmeno il tempo di arrivare che lui sarà già salito sullo scivolo, caduto dall’altalena, intrufolato tra gli alberi, impossessato di tutti i rametti. E il tutto correndo a grande velocità.
Si chiama gioia, libertà, gioco. Si chiama infanzia.
Non riesco a capire quelle madri o quelle nonne che portano il loro piccolo a giocare al parco ma, prima di lasciarlo andare, si raccomandano: “Non sudare!”. Oppure, mentre sta giocando gli ordinano “non giocare così”, “non correre”, “non saltare”, “non..non..non”. E tu vedi l’espressione sperduta di questi bimbi che, tra mille divertimenti possibili, si guardano intorno e non sanno cosa fare. La domanda sorge spontanea: “Cosa l’hai portato a fare al parco se non può giocare?”
Cosa pensavano, che, una volta arrivati davanti ai giochini, i loro bambini avrebbero preso dallo zainetto un bel libro e si sarebbero messi, seduti alla panchina, a leggere un pochino?
Quando porto mio figlio al parco, regolarmente lui inizia a giocare nel terriccio con i rametti e le foglie. Diverse volte mi è capitato di trovare lì madri o nonne che rimproveravano i loro bambini perché, imitando il mio, mettevano le mani nel terreno: “Ci sono i vermi non toccare lì!”, e i piccoli a rispondere “Ma lui lo fa, perché io no?”.
L’espressione sul volto dell’adulto era del tipo: “Beh, lui si ammalerà e starà male per questo e tu no!”.
Io a quel punto li guardo e con tranquillità spiego: “Basta lavargli le manine dopo, ma bisogna lasciarli liberi di giocare”. Devo dire che le nonne italiane sono ossessionate con il terrore dei “colpi d’aria“, anche in agosto e con 30 gradi, se il loro nipotino suda certamente si prenderà un colpo d’aria e si ammalerà. Mentre le madri hanno il terrore della sporcizia. Quando la loro piccina, con la gonnellina bianca in pizzo, si metterà seduta per terra inizieranno a urlare e, tirandola su al volo, urleranno: “Noooo la gonna bianca!!!!”.
Il bello di essere bimbi è quello di non avere freni, e non dobbiamo essere di certo noi a metterglieli, soprattutto quando giocano. Per fortuna viviamo in un’epoca piena di comodità. Se si sporcano c’è la lavatrice che fa tutto per noi, e nostro figlio tornerà a casa nero nero, ma felice, ed è questo che conta.