Ricevo spesso messaggi privati (per fortuna) di gente che esprime più o meno lo stesso dubbio. Marta lo ha fatto pubblicamente e soprattutto è riuscita a trattenersi dalle solite offese variegate. Per cui, oltre a ringraziarla di non avermi insegnato nuovi insulti, le risponderò pubblicamente e, spero, chiaramente.
- Io stimo la comunità scientifica e i ricercatori che in molti modi arrivano ad aggiungere nuove conoscenze e le mettono a disposizione della comunità di medici e operatori che sono interessati a comprendere.
- Non stimo quella parte della comunità scientifica che ignora l’enorme quantità di cose che non sappiamo e che, basandosi solo su ciò che è conosciuto, spara ricette e calcoli di quantità e tipologie di roba da assumere, spesso con precisione millesimata.
Io studio la nutrizione con interesse viscerale da oltre 15 anni e con il tempo ho compreso molte cose importanti: la più importante che ho imparato è che di nutrizione sappiamo molto poco.
Faccio un esempio alla portata di tutti: sappiamo che esistono 13 tipi di vitamine, ognuna con multiple utilità, ma pare che il numero sia molto più alto. Per esempio, dei 20 tipi di vitamina B che conosciamo, abbiamo deciso di ignorarne la maggior parte perché in realtà non sappiamo come funzionano. Di quelle 13 che abbiamo definito come essenziali, non conosciamo che pochissime delle infinite funzioni e ne scopriamo di nuove ogni giorno. Sappiamo solamente che la parte più grande è ancora tutta da scoprire
Lo scienziato Linus Pauling portò alla luce la nozione che la vitamina C combattesse il raffreddore, e poi anche il cancro, salvo poi essere smentito da molti esperimenti. Egli stesso e sua moglie sono morti di cancro. Nonostante ciò, molti naturopati – ma anche medici- si lanciano a suggerire quanti milligrammi di questa o quella vitamina si debbano assumere per prevenire questo o quel tumore.
Per i macronutrienti la storia si ripete, facciamo ipotesi su come le proteine o i carboidrati siano assorbiti dal corpo ma ogni volta viene fuori una nuova correlazione che smentisce tutto ciò che sapevamo fino a quel momento.
Mi chiedo: possibile che uno scienziato guardi sempre al passato – anche di pochi anni – come alla preistoria della conoscenza e al presente – indi atto a divenire presto passato – come al momento in cui finalmente si conosce tutta la verità? Sappiamo tanto e ogni giorno ne sappiamo di più ma sempre troppo poco per metterci a fare calcoli e compilare liste. Chi lo fa in buona fede è un sempliciotto chi lo fa in cattiva fede è un criminale.
C’è chi con superficialità spaccia news e studi con titoli che suonano come la panacea di tutti i mali dell’umanità. Chi continua a prendere la parte per il tutto e non fa altro che confondere le idee a chi vorrebbe sapere come alimentarsi. E infine c’è chi vorrebbe convincerti che basti eliminare questo e quello dall’alimentazione per ritornare in salute e in forma. Ecco, costoro giocano in un ambito nel quale invece si dovrebbe essere serissimi, quello dell’alimentazione.
Non amo le verità assolute ma la mia posizione è chiara: sono dalla parte di chi vuole comprendere piuttosto che vendere, sono con chi crede veramente che mangiare bene aiuti a vivere meglio ed è cosciente che per raggiungere questo obiettivo non esista una ricetta valida per tutti.
Condivido la posizione di chi parte dal presupposto che siamo differenti, dagli stili di vita diversi, che il migliore nutrizionista per ognuno sia solo se stesso e che il percorso didattico verso il benessere passi obbligatoriamente attraverso la connessione con sé stessi, con il proprio corpo. Non attraverso vitamine e supplementi e tantomeno privazioni.
I commenti rabbiosi fanno male a tutti ma mi ricordano che dall’altra parte c’è una persona alla quale la mia posizione ha creato disagio. Mi ricorda che le mie parole possono toccare corde sensibili. Sono convinto che molti di coloro che percepiscono quello stesso disagio stanno solamente resistendo all’accettazione di cose che già sanno, ma che vanno in conflitto con quello che dice la tv. Sapete? Quell’apparecchio dal quale molti si fanno “programmare” (sono consapevole che alcuni si altereranno per questa affermazione. Pazienza! )
Tornando a Marta: la ringrazio di cuore per il suo commento e per l’opportunità che mi ha dato di spiegarmi. Spero di essere stato esauriente e mi auguro che lei decida di continuare a seguirmi perché io metto l’anima in ciò che faccio e scrivo ( sebbene ai tempi del liceo in lettere avevo pur sempre soltanto una sufficienza!).
GG