Dopo le chiusure forzate che hanno caratterizzato lo scorso anno e la prima parte del 2021, sembra proprio che la nostra economia sia sul punto di risollevarsi. I distretti piemontesi, per esempio, hanno cominciato a risalire, con una crescita che in alcuni casi è stata perfino superiore a quella del periodo che ha preceduto la pandemia: difatti,tra il 2020 e il 2021 si è registrata una crescita di oltre il 20%. In tutti i trimestri dello scorso anno, in Piemonte i distretti hanno messo in evidenza esportazioni con cali più significativi rispetto ai distretti nazionali. Nel primo trimestre, la differenza tra il dato regionale e quello italiano è stata di quasi due punti percentuali; nel secondo trimestre di oltre tre punti percentuali; nel terzo trimestre di più di cinque punti percentuali. Nel terzo trimestre del 2020, solo i distretti industriali della Sardegna hanno fatto peggio di quelli piemontesi.
Le prospettive per il futuro
I mesi estivi del 2020 hanno messo in evidenza segnali positivi, anche se poi l’anno è terminato con una consistente riduzione delle esportazioni dei distretti, a causa delle nuove chiusure che si sono rese necessarie nel quarto trimestre. È opinione degli addetti ai lavori, comunque, che l’export dei distretti nel 2021 potrà intraprendere una strada orientata alla crescita, e in effetti nel secondo semestre si sono visti i primi sintomi della ripresa. Il merito è, evidentemente, della campagna di vaccinazioni, da cui è scaturito un progressivo ritorno alla normalità. Sin dal terzo trimestre la ripresa si è fatta più stabile, ma in qualsiasi caso sarà bene tenere conto della spinta che giungerà dai mercati internazionali.
Le offerte di lavoro a Torino
È il momento giusto, quindi, per esplorare gli annunci di lavoro a Torino proposti da Adecco, prima agenzia per il lavoro del nostro Paese, che si occupa di dare risalto e favorire lo sviluppo del capitale umano. La formazione, la ricerca, l’outsourcing e la selezione sono alcune delle attività svolte da questa realtà, ovviamente in abbinamento con la somministrazione di lavoro a tempo determinato e indeterminato.
Il settore della moda
Al momento, moda è stato uno dei settori più penalizzati: a livello di offerta, infatti, ha patito problemi dal punto di vista dell’approvvigionamento, oltre agli effetti della sospensione delle attività. Per quel che riguarda la domanda, poi, le conseguenze del calo del reddito delle famiglie si sono sommate a una minor propensione verso l’acquisto di beni voluttuari. Altri fattori determinanti sono stati rappresentati dai mancati consumi dei turisti, con riferimento in particolare a quelli provenienti dall’estero, e dallo stop agli spostamenti. Lo scorso anno il distretto tessile del Biellese ha fatto registrare una riduzione delle esportazioni di oltre il 27%.
Il settore alimentare
Diverso è il caso del comparto alimentare, in cui la frutta e la nocciola piemontese possono vantare dati in aumento in relazione alle esportazioni: la crescita è di oltre l’11%, e corrisponde a 40 milioni di euro. Il merito di questo trend deve essere attribuito alle maggiori esportazioni verso l’Egitto, verso la Francia, verso la Polonia e soprattutto verso la Germania, che da sola costituisce più di un quarto dell’export totale del distretto. Così, si è rimediato al calo di esportazioni verso il Brasile e verso l’Arabia Saudita. Bene anche il riso di Vercelli, cresciuto di più del 12% per un valore complessivo di circa 31 milioni di euro. Le esportazioni sono cresciute verso il Belgio, la Francia, la Spagna, la Svizzera, il Regno Unito e la Germania, che rappresentano gli sbocchi commerciali più importanti. Tra il 2019 e il 2020, infine, sono aumentate di quasi il 15% le esportazioni del cioccolato, delle confetterie e del caffè torinesi, per una crescita che ha sfiorato gli 80 milioni di euro. In questo caso, la Francia, la Russia e la Germania costituiscono gli sbocchi commerciali principali.
Export in ripresa
Insomma, dopo il crollo inevitabile della primavera del 2020, in Piemonte l’export distrettuale ha lasciato intravedere buoni segnali di recupero. La filiera agro-alimentare già lo scorso anno è stata in grado di ottenere risultati positivi sui mercati stranieri, per una variazione tendenziale di quasi il 3%, con una ripresa nel secondo semestre che ha compensato il calo primaverile.
[Articolo scritto in collaborazione con Adecco.it]
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