C’era una volta una bambina che viveva con la sorella, la mamma e il papà in una bellissima casa al centro di una città molto grande. Anna, questo il nome della bambina, era molto dolce ed educata. Amava andare a scuola, scrivere e disegnare e aiutava sempre la mamma nelle faccende di casa. Il papà era un orologiaio, creava, costruiva e riparava gli orologi ed era molto bravo. Per questo motivo era molto apprezzato da tutti. La mamma, casalinga, si occupava della casa, della famiglia e soprattutto delle sue bambine.
Un giorno, Margot, la sorella maggiore, tornando da scuola, vide che dei soldati stavano dipingendo con la vernice bianca le porte di alcune case e di alcuni negozi. La mamma era in cucina. Stava preparando il pranzo (riso persiano ingioiellato da verdure; pane bianco e dolce intrecciato challah, lo hraimi; filetti di pesce di tonno conditi con salsa piccante, falafel, le tradizionali polpette vegetariane di ceci, aglio e prezzemolo; infine il dolce: i baklava fatti con la pasta fillo farcita di frutta secca e immersi nel miele). Accese la radio e sentì la notizia. L’esercito, comandato da un uomo di nome Hitler, aveva l’obbligo di individuare tutte le persone di nazionalità diversa da quella tedesca e di dipingere di bianco le porte delle loro case. A tutti quelli non tedeschi sarebbero state regalate delle stelle da cucire sui vestiti. La mamma di Anna e Margot, Edith, non riusciva a capire, ma decise di aspettare il marito, Otto, per chiedere spiegazioni. Al ritorno da lavoro Otto disse che stavano succedendo strane cose. Il generale Hitler aveva deciso di far restare in città solo i tedeschi, mentre tutti i non tedeschi dovevano andare via. Anna volle sapere i motivi, ma né il papà e né la mamma seppero dare spiegazioni.
La mattina seguente Anna e Margot si stavano preparando per andare a scuola. Anna mise nel suo zaino il suo coniglietto rosa, il suo pupazzo preferito, indossò il suo cappottino rosso, diede un bacio sulla guancia alla mamma e, insieme al papà e a Margot si avviò per andare a scuola. A scuola molti banchi erano vuoti. Tanti suoi compagni di scuola erano ammalati ed erano rimasti a casa. Anche Margot non si sentiva molto bene. Dovevano rientrare. Un soldato tedesco le si avvicinò e le chiese quale fosse il suo nome. Anna rispose e chiese il suo nome: “Adolf, mi chiamo Adolf, e comando tutti. Ti ordino di darmi il coniglio rosa che hai nello zaino”. Anna rispose di no. Gli disse che avrebbe potuto chiederlo per favore dicendo “vorrei il tuo coniglio rosa, per favore puoi regalarmelo?”. Ma quell’uomo non conosceva le buone maniere e lo prese con la forza.
Anna inizialmente si mise a piangere, ma il papà le disse che forse quell’uomo faceva azioni brutte perché nessuno gli aveva mai regalato un pupazzo. Allora Anna smise di piangere, sorrise al soldato e gli disse che avrebbe potuto tenere il coniglio rosa se lo voleva, perché non c’è cosa al mondo di più bello che fare del bene alle persone.
Adolf rimase a bocca aperta e non seppe cosa rispondere.
Otto guardò il suo orologio. Si era fatto tardi. Dovevano rientrare a casa.
Anna, il suo papà e Margot lungo la strada videro tutti i negozi chiusi. Non c’era più nessuno. La città era deserta.
Salirono le scale di corsa e chiusero la porta dietro di loro. La mamma aveva preparato un buonissimo pranzo. Il giorno dopo fecero i bagagli e andarono via.
Lungo la strada videro tante persone chiudere a chiave le loro case dipinte di bianco e incamminarsi verso posti lontani.
Anna, Margot, la mamma e il papà presero una nave e in mezzo al mare incontrarono tante altre navi con tanti uomini, donne e bambini a bordo. Avevano la pelle di un altro colore. Stavano lasciando la loro casa, come la sua famiglia, perché non potevano più restare nei loro paesi. C’erano troppe persone cattive che, forse, volevano rubare tutti i conigli rosa dei bambini!
Chissà dov’erano diretti.
Chissà se sono arrivati in paesi belli e accoglienti.
Chissà se gli uomini cattivi hanno smesso di rubare giocattoli.
Ogni volta che spunta un arcobaleno ci sono tantissimi bambini che camminano sui colori dell’arco e che vanno verso posti bellissimi pieni d’amore.
Anna è tra loro.