Due territori amministrati dagli Stati Uniti d’America hanno vissuto le proprie elezioni in corrispondenza delle mid-term elections a stelle e strisce: si tratta di Guam, dove si è votato nell’election day del 6 novembre, e delle Isole Marianne Settentrionali, dove invece gli elettori si sono recati alle urne con una settimana di ritardo, il 13 novembre.
I DEMOCRATICI CONQUISTANO GUAM
L’isola di Guam è la più grande e meridionale tra tutte quelle che compongono l’arcipelago delle Isole Marianne, e possiede lo statuto di territorio non incorporato degli Stati Uniti d’America, lo stesso condiviso da Porto Rico, Samoa Americane, Isole Vergini Americane ed Isole Marianne Settentrionali, di cui parleremo nel prossimo paragrafo.
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Popolata dai chamorro 3.500 anni fa, l’isola di Guam entrò nella geografia occidentale nel 1521, quando vi approdò Ferdinando Magellano. Nel 1565, la Spagna dichiarò la propria sovranità sull’isola, allora denominata San Juan, utilizzandola come scalo sulla lunga rotta tra Filippine e Messico, altri territori allora governati dalla corona spagnola. Il territorio passò agli Stati Uniti nel 1898, quando, al termine della guerra ispano-americana, Madrid perse le sue ultime colonie (Filippine, Porto Rico, Cuba Guam e Marianne Settentrionali). Durante la seconda guerra mondiale, i giapponesi occuparono momentaneamente l’isola, poi tornata sotto il controllo di Washington, che nel 1950 istituì lo status di territorio non incorporato con l’Organic Act, che concedeva al territorio una maggiore autonomia.
L’isola di Guam è nota ai più soprattutto per essere sede di una base militare statunitense, che, secondo alcuni, sarebbe stato un potenziale obiettivo per i missili nordcoreani. Nel 1972, invece, Guam salì alla ribalta delle cronache per il ritrovamento di Shōichi Yokoi, un soldato giapponese che per ventisette anni aveva vissuto nascosto, pensando che la seconda guerra mondiale fosse ancora in corso.
Tornando ai fatti dei nostri giorni, l’isola di 161.000 abitanti ha eletto il proprio nuovo governatore in Lou Leon Guerrero, esponente dei Dems. Guerrero ha ottenuto il 50.7% dei consensi, battendo nettamente il repubblicano Ray Tenorio (29.4%), che dunque non succederà al suo collega di partito Eddie Baza Calvo, governatore uscente.
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I Democratici hanno confermato la propria maggioranza presso la Legislatura di Guam, una sorta di mini-parlamento dell’isola, composto solamente da quindici seggi. Incrementando la propria rappresentanza di un seggio, i Dems hanno ottenuto dieci scranni, contro i cinque dei Repubblicani. Il democratico Michael San Nicolas, inoltre, è stato eletto come rappresentante di Guam presso la House of Representatives di Washington.
I REPUBBLICANI CONSERVANO LE MARIANNE SETTENTRIONALI
Il Commonwealth delle Isole Marianne Settentrionali (in inglese: Commonwealth of the Northern Mariana Islands, abbreviato in CNMI) è un arcipelago composto da quattordici isole, che in totale superano di poco gli ottantamila abitanti. L’arcipelago ha una storia molto simile a quella di Guam: inizialmente, Magellano chiamò le isole “Isole dei Ladri” (“Las Islas de los Ladrones“), ma, nel 1668 vennero ribattezzate “Las Marianas” in onore di Marianna d’Asburgo, vedova di Filippo IV di Spagna.
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Al contrario di Guam, al termine della guerra ispano-americana le Marianne Settentrionali furono vendute alla Germania, mentre nel 1914 fu il Giappone a conquistarle, per farne un presidio militare nel Pacifico. Gli Stati Uniti ne entrarono in possesso il 15 giugno 1944, al termine della battaglia di Saipan, nel corso della seconda guerra mondiale. In seguito al conflitto mondiale, fu istituito il Territorio fiduciario delle Isole del Pacifico sotto amministrazione statunitense, che includeva anche le Isole Marshall e Palau, che ottennero l’indipendenza rispettivamente nel 1986 e nel 1994.
Le prime elezioni nelle Isole Marianne Settentrionali si svolsero nel 1978, con la vittoria del democratico Carlos S. Camacho. Da allora, i Dems si sono imposti solamente in un’altra occasione, nel 1994, mentre dal 1998 l’arcipelago è stato sempre amministrato dai Repubblicani. Divenuto governatore per la prima volta nel 2015 a causa del decesso di Eloy Inos, Ralph Torres ha ottenuto la conferma da parte dell’elettorato con il 62.16% dei consensi, battendo nettamente il suo unico rivale, l’indipendente – ma anche lui ex repubblicano fino al 2014 – Juan Babauta (37.84%).