Credetemi: io non ce l’ho con Virginia Raggi. Anzi, a dirla tutta lei non mi è neanche particolarmente antipatica. E quando è stata eletta speravo sinceramente che riuscisse a fare bene, come sindaco di Roma. Mica per niente, eh, più che altro perché qui ci vivo anch’io.
Probabilmente avete visto tutti il filmato della scala mobile che si rompe nella fermata della metro “Repubblica” e trascina giù con sé decine di persone.
Ho letto alcuni scrivere che la rottura della scala mobile sarebbe stata provocata da qualche decina di tifosi del CSKA MOSCA (nella capitale per il match di Champions League con l’AS Roma) che avrebbero iniziato a saltare contemporaneamente sulla suddetta scala, finendo per spaccarne il meccanismo di frenata.
Io non so se sia andata così o meno, per ora non esistono conferme ufficiali. In quel caso, naturalmente, le colpe di ciò che è avvenuto non sarebbero imputabili all’amministrazione comunale, ma ad un comportamento sbagliato da parte dei tifosi russi. Nel caso in cui, invece, le cose non fossero andate così, si farà luce sulle eventuali responsabilità di altri. Non mi sembra corretto, né giusto, incolpare la Raggi anche per questi fatti, ora come ora.
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Trovo più giusto incazzarmi per quello che vedete qui sotto in foto (fatta stamattina).
Perché il M5S, dopo aver promesso per bocca di Di Maio UN MILIARDO DI EURO “già disponibili” di investimenti per Roma (un miliardo di euro che “già sapevano dove trovare”, come i miliardi per il reddito di cittadinanza: tutti soldi che, poi, in realtà non esistevano affatto) aveva puntato tutta la campagna elettorale di Virginia Raggi su DUE punti principali: i rifiuti e le buche.
La situazione dei rifiuti è quella che vedete in foto. Ciclicamente, almeno 2/3 volte al mese, Roma si riduce in questo stato. E si riduce così non solo in periferia, ma anche al centro storico, dove i turisti possono passeggiare ammirando i monumenti più famosi della Capitale: il Colosseo, San Pietro, la Fontana di Trevi e le montagne di merda. Si vedono agevolmente anche dagli autobus, quelle montagne, ma non ve li consiglio, perché ultimamente succede che ogni tanto prendono fuoco per un singolare fenomeno di autocombustione.
[sostieni]
Già sento in lontananza le truppe cammellate grilline arrivare alla carica urlando: “ERA COSÌ ANCHE PRIMA!”. E no. Non era così anche prima.
Le prime avvisaglie di problemi con lo smaltimento dei rifiuti le avevamo viste sotto Alemanno. Ma era ancora poca roba, tutto sommato. La situazione è peggiorata sotto Marino, perché nessuno aveva fatto niente per risolverla in precedenza, ma eravamo ancora ben lontani dal degrado attuale.
Poi è arrivata Virginia, eletta perché avrebbe risolto i problemi di Roma (principalmente, come dicevo, le buche e i rifiuti).
Questa è Roma stamattina, dopo più di due anni di giunta Raggi.
E non basta. Oltre a questo, noi romani dobbiamo pure sorbirci Grillo che gira in auto per Roma, facendo vedere ai suoi fan che in realtà non esistono le buche, è tutta propaganda del PD.
Quando iniziò a circolare quel filmato, io andavo in studio facendo lo slalom tra i crateri, roba di 50/60cm di profondità. Un mio amico aveva spaccato il semiasse della sua auto, il giorno prima che quel filmato iniziasse a girare. Non aveva fatto in tempo a vedere una di quelle gigantesche buche e ci era finito dentro.
Questa è Roma, oggi.
Una delle città più importanti del mondo, una delle città più belle del mondo, la Capitale del nostro paese, è ridotta così. Quando non viene attraversata da fiumi in piena e lastre di ghiaccio, naturalmente, visto che i tombini non riescono a smaltire l’acqua piovana e ad ogni temporale siamo a rischio inondazione.
Quando potremo iniziare ad incazzarci, anziché seguitare a dare la colpa a #quellidiprima? Tra un anno? Due? Dieci? Cento? C’erano problemi anche prima? Sì.
Ma oggi è decisamente PEGGIO, molto peggio. Quand’è che smetterà di essere colpa di qualcun altro, se Roma, oggi, è ridotta in uno stato di degrado assoluto, un degrado che noi romani non avevamo MAI visto? Fatemelo sapere, amici grillini, così mi preparo.