Domenica 7 ottobre, si sono svolte le elezioni legislative nell’arcipelago di São Tomé e Príncipe, Paese che conta poco più di 200.000 abitanti. In ballo c’era il rinnovo dei 55 seggi che compongono l’Assemblea Nazionale (Assembleia Nacional de São Tomé e Príncipe). L’affluenza alle urne è stata dell’80.65%.
Ex colonia portoghese e poi repubblica popolare socialista sotto la lunga presidenza di Manuel Pinto da Costa (1975-1991), São Tomé e Príncipe ha introdotto il multipartitismo nel 1991. Da allora, la politica del Paese è stata soprattutto appannaggio di una famiglia, quella dei Trovoada: Miguel Trovoada, già primo ministro in epoca comunista, ha infatti ricoperto il ruolo di presidente dal 1991 al 2001, mentre suo figlio, Patrice Trovoada, è vicino all’ottenimento del quarto mandato alla guida del governo (giugno-agosto 2008, 2010-2012 e l’ultimo dal 2014 ad oggi).
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Chiamato in onore dell’ex presidente congolese Lumumba, il più giovane esponente politico della dinastia Trovoada si presentava alle elezioni come primo ministro in carica e candidato di Azione Democratica Indipendente (Acção Democrática Independente), il partito fondato dal padre nel 1994. Trovoada, tuttavia, ha dovuto fare i conti con un responso delle urne non del tutto favorevole, visto che il suo partito, pur restando la prima forza politica del Paese, ha perso ben otto seggi, eleggendo venticinque deputati con il 41.81% delle preferenze.
Alla fine, Azione Democratica Indipendente ha avuto la meglio per poco più di un migliaio di voti sul Movimento per la Liberazione di São Tomé and Príncipe/Partito Social Democratico (Movimento de Libertação de São Tomé e Príncipe/Partido Social Democrata – MLSTP/PSD), l’erede dell’ex partito egemone ai tempi della presidenza di Manuel Pinto da Costa, al quale si deve l’indipendenza dell’arcipelago dal Portogallo. MLTSP/PSD ha ottenuto il 40.32% dei suffragi, passando da sedici a ventitré rappresentanti nell’Assemblea Nazionale.
Visto che nessuno dei due partiti principali ha raggiunto la maggioranza assoluta, il candidato del MLSTP/PSD, Jorge Bom Jesus, aveva sperato di poter salire al potere grazie ad un accordo con una coalizione di partiti minori, che hanno ottenuto cinque seggi: il Partito di Convergenza Democratica-Gruppo di Riflessione (Partido de Convergência Democrática-Grupo de Reflexão), il Movimento Democratico delle Forze del Cambiamento-Partito Liberale (Movimento Democrático das Forças da Mudança-Partido Liberal) e l’Unione dei Democratici per la Cittadinanza e lo Sviluppo (União dos Democratas para Cidadania e Desenvolvimento).
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Trovoada, dal canto suo, ha risposto chiedendo il riconteggio delle schede, convinto di aver ottenuto un seggio in più rispetto a quelli calcolati dalla Corte Costituzionale, ed ha proposto di formare un governo in alleanza con il Movimento dei Cittadini Indipendenti di São Tomé e Príncipe (Movimento Cidadãos Independentes de São Tomé e Príncipe – MCISTP), che ha ottenuto due seggi grazie al proprio radicamento nel distretto di Caué.
Alla fine, però, è intervenuto a dirimere la questione il presidente della repubblica, Evaristo Carvalho, in carica dal 2016: dalla Guinea Equatoriale, dove si trova per prendere parte alle celebrazioni del cinquantennale dell’indipendenza del Paese, Carvalho ha dichiarato che la guida del governo spetta al leader del partito più votato, dunque Patrice Trovoada. Sarà un caso, ma Carvalho proviene a sua volta dalle fila di Azione Democratica Indipendente, per il quale è stato primo ministro a due riprese.