1) La Trap NON È il punk dei giorni nostri.
Rassegnatevi.
Il punk, nei testi, parlava di ribellione al sistema, nel 99% dei testi trap si glorificano i soldi, la droga, l’immagine più stereotipata della donna come “cagna”, come oggetto sessuale.
Non sto parlando della totalità degli artisti trap, ovviamente, ma è indubbio che, come dicevo, nella stragrande maggioranza dei casi sia così.
L’unica somiglianza la si può trovare per quanto riguarda un certo nichilismo di fondo e una discreta incapacità nel fare qualsiasi cosa che abbia a che fare con le note dei performer sul palco (ma in questo senso la trap stravince, che anche i punk più scarsi di solito sapevano cos’è un do).
Il punk era una ribellione consapevole al sistema, la trap no.
Non è consapevole e non è una “ribellione” a niente.
Molti di questi sono dei genuini idioti, non dei ribelli come piace pensare ai vecchi che vogliono sentirsi giovani, basta ascoltare un’intervista qualsiasi su YouTube ai protagonisti per togliersi immediatamente ogni dubbio.
In pratica, tra il punk e la trap passa la stessa identica differenza teorica, pratica ed estetica che c’è tra Bakunin e Silvio Berlusconi.
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2) Capisco tutto: le esigenze di “svecchiamento”, che i MCR vi hanno stufati, che adesso va di moda altro, ma il concertone dovrebbe essere la festa dei lavoratori.
Una cosa in cui si chiedono o celebrano i diritti sociali.
Vedere Sfera Ebbasta o Achille Lauro vestiti strafirmati fashion/freak blaterare di cash e cazzate autotunate simili su quel palco, boh.
Non lo capisco.
Ma forse sono io che sono diventato vecchio e me ne sfugge il senso, spiegatemelo voi.
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3) Se hai più di 15 anni e dici “flexo” o “bufu” non sei “giovane”, sei ritardato.
Grazie a tutti.