Dopo le prime (non) risposte di Riccardo Pirrone, fondatore e presidente dell’associazione nazionale social media manager (ANSMM), che invece di replicare nel merito ha preferito minacciarci di querela e prodursi in una serie di salti carpiati dialettici in equilibrio sulla fuffa purissima, abbiamo deciso di contattare direttamente il Ministero delle Imprese e del Made in Italy.
Dopo avergli linkato la nostra prima inchiesta, in particolare abbiamo chiesto al collega Giuseppe Stamegna, solerte e reattivo capo ufficio stampa del Mimit, chiarimenti su questo commento (che potete leggere più in basso) lasciato su linkedin dal “social media manager di Taffo”, domandando se esistesse questo “regolamento” e, naturalmente, sottolineando alcune potenziali “stranezze” che la nostra inchiesta ha rivelato in merito all’operato dell’ANSMM. Noterete, per altro, che l’autore nel commento parla di nostre presunte “cantonate”, utilizzando una tecnica dialettica molto abusata ed alquanto avvilente per chi deve patirla: smentire/correggere affermazioni inesistenti, non a caso senza virgolettarle ma limitandosi a vaghi riferimenti.
Al contempo, abbiamo richiesto chiarimenti sui requisiti per essere iscritti all’interno del registro citato da Pirrone visto che, a leggere le sue parole, pare quasi accreditare in automatico qualsiasi associazione iscritta in quell’elenco come una sorta di ente formativo istituzionale.
La risposta dal Ministero non si è fatta attendere e possiamo dire sia eloquente. La condividiamo condividiamo di seguito con un copia incolla per la parte più importante, mentre da qui potete leggere lo screen completo! (ingrandire se siete da mobile)
“Dalle rapide verifiche effettuate in data odierna sul sito dell’associazione (i contenuti possono variare più volte al giorno) sono emerse le seguenti irregolarità:
– presenza del logo ministeriale. Si rammenta che l’utilizzo del logo del Ministero delle imprese e del Made in Italy può essere concesso solo nell’ambito di iniziative di altissimo profilo istituzionale dagli Uffici di diretta collaborazione del Signor Ministro (dal gabinetto o dall’ufficio stampa); – carenza di informazioni in merito all’attività formativa e di aggiornamento professionale esercitata dall’associazione; – probabile modifica dello Statuto associativo (non comunicata all’ufficio) successivamente all’iscrizione in elenco, dal momento che quello attualmente pubblicato risulta registrato all’Agenzia delle Entrate in data successiva all’inserimento dell’associazione al suddetto elenco.
Premesso quanto sopra, l’ufficio del Mimit competente procederà ad esercitare attività di vigilanza nei confronti dell’associazione ai sensi dell’art. 10 legge cit. in ordine alle esposte irregolarità“.
LE (NON) RISPOSTE DI RICCARDO PIRRONE
Ora, a parte alcune (non) risposte pubblicate sotto i nostri post su Linkedin, dover il presidente dell’ANSMM si lamentava di non essere stato chiamato prima (non si capisce per quale ragione, vista la molte di prove e testimonianze schiaccianti trovate) e rampognava la nostra giornalista per aver omesso tutte le belle attività portate avanti dalla sua associazione, concentrandosi solo sulle criticità (sic!), promettendo cause per tutelare la sua reputazione (vedi screen di seguito), non c’è stato alcun chiarimento nel merito dei tanti punti emersi sia in prima che in seconda istanza.
In realtà e per amor di precisione, una “risposta” c’è stata ed è stata la pubblicazione di comunicati stampa super-agiografici, dove addirittura l’ANSMM si prendeva il merito di aver evitato le dimissioni del social media manager dell’ex ministro Sangiuliano, non si capisce con quale azione concreta oltre ai post sui social scritti dal proprio presidente in odore di “trend surfing”.
LA CAMPAGNA CON IL “CORSO CERTIFICATO”
Sotto potete vedere la nuova campagna (con tanto di link utile alla seo) lanciata su La Repubblica, per promuovere il “corso certificato per Social Media Manager”. Corso che sarebbe appunto certificato, ma da un altro ministero…quello dell’Istruzione e del Merito.
Abbiamo ovviamente contattato anche il MIM e siamo in attesa di una risposta in merito all’utilizzo del logo nelle promozioni commerciali e della dicitura “accreditato”. Soprattutto, abbiamo chiesto se la campagna (decisamente aggressiva, per usare un eufemismo) su questo nuovo corso sia stata approvata dall’ente, visto che il logo di quest’ultimo compare in bella vista sulla locandina, come potete verificare agevolmente voi stessi guardando in basso a destra nell’immagine di seguito.
Altra domanda lecita, per il Ministero dell’Istruzione e del Merito: è possibile promuovere in questo modo un prodotto commerciale, con logo istituzionale? Invitando i potenziali clienti a non comprare alcun altro corso, con il chiaro intento di posizionarsi come unici ad avere un accreditamento ministeriale ed un corso meritevole di essere acquistato?
Magari, ancora una volta, le istituzioni risponderanno prima di chi le usa, forse, in maniera un po’ troppo spregiudicata per accreditarsi e…fatturare!