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Perché nel Lazio ci sono così tanti vini straordinari?

Postato il Aprile 15, 2019 YOUngTips 0

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Sei IGT, tre DOCG e ben ventisei DOC: sono i numeri straordinari che illustrano il panorama dei vini laziali. Ma quali sono le ragioni di una tale concentrazione di qualità in questa regione? Tutto dipende dalle caratteristiche del territorio: la prossimità al mare, coniugata con le escursioni termiche e la presenza di terreni vulcanici, rende la produzione vinicola una vera e propria eccellenza, dove i bianchi fanno registrare un certo predominio ma i rossi non sono certo da meno e, anzi, hanno tutte le carte in regola per farsi notare a propria volta. Una delle direttrici di questo scenario è rappresentata dalla tendenza, diffusa in tutta la regione, ad abbandonare una produzione massiva per passare a una ricerca di qualità, che deriva da un’eccellenza autoctona.

Le strade del vino nel Lazio

Non c’è bisogno di andare troppo lontano da Roma per entrare in contatto con alcune delle realtà vinicole più straordinarie di questo territorio: le colline dei Castelli Romani sono un punto di riferimento noto a tutti gli esperti del settore, e infatti a Frascati si palesano due DOCG. Si tratta del Cannellino di Frascati e del Frascati superiore. Per quel che riguarda le DOC, invece, si ha solo l’imbarazzo della scelta, con il Velletri DOC, il Marino DOC, i Colli Albani DOC, il Frascati DOC, i Castelli Romani DOC e lo Zagarolo DOC, nella maggior parte dei casi realizzati con uve Malvasia e Trebbiano.

Verso il litorale

A mano a mano che ci si allontana dalla Capitale e ci si dirige verso il litorale, puntando verso il Sud, ci si imbatte nel Lazio IGT Moscato di Terracina, un secco clone autoctono del Moscato bianco. Degni di nota anche il Terracina DOC e il Circeo Nettuno, mentre in provincia di Latina spicca Cori DOC, vinificato da uve di vitigni differenti provenienti a Cori e, in parte, a Cisterna: Trebbiano Toscano, Malvasia di Candia, Bellone e Trebbiano Giallo. Nella zona del Frusinate, i protagonisti incontrastati sono i tre Cesanese, vale a dire il Cesanese di Affile, anche se ormai raro, il Cesanese di Olevano Romano e il Cesanese del Piglio. A questi si è aggiunta la DOC di Atina, che contribuisce ad aumentare il valore del Cabernet in regione.

La provincia di Viterbo

Come ben sa chi frequenta un Corso Sommelier Roma, anche la provincia di Viterbo offre sorprese positive in tema di vini laziali: il più famoso è Est! Est! Est! di Montefiascone, che vanta una lunga storia alle spalle. Bisogna tornare addirittura agli inizi del 1100, quando – secondo la leggenda – Giovanni Defuk, vescovo e monsignore che faceva parte del seguito dell’imperatore Enrico V, aveva dato al suo coppiere il compito di scegliere i vini migliori. Il coppiere avrebbe dovuto scrivere vicino alle porte delle osterie selezionate la dicitura Est!: ebbene, a Montefiascone avrebbe trovato un vino tanto buono da moltiplicare la scritta per tre. Che sia narrazione fittizia o realtà, quel che è certo è che ancora oggi questo vino è sinonimo di eccellenza.

Il dolce Aleatico

A proposito di racconti leggendari, è curioso anche quello che riguarda il dolce Aleatico di Gradoli DOC, che fa parte della produzione dei Colli Etruschi Viterbesi. Secondo una storia molto diffusa, in una grotta a non molta distanza dal centro abitato di Gradoli viveva un demonio, in quello che ancora oggi è nota come Poggio del Diavolo. Esso aveva l’abitudine di spaventare gli abitanti del posto con scherzi orrendi, ed era riuscito a sconfiggere tutti i giovani che avevano provato a ucciderlo. Un giorno venne sconfitto da un leone, e quindi finì all’inferno, mentre il suo bastone rimase nel terreno: su quel bastone, nei giorni successivi, crebbe una vite, che divenne la vite dell’Aleatico.

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