Undici artisti notissimi nell’immaginario collettivo, da Vincent Van Gogh a Leonardo da Vinci, da Tamara de Lempicka a Giorgio de Chirico a Sandro Botticelli, a Raffaello Sanzio; dodici capolavori, reinterpretati dalla genialità di Francesco Galdo.
Tecniche miste con un dettaglio singolare: Galdo ha apposto occhiali in un gioco di sguardi talora corrisposti, per rompere gli schemi di una percezione unilaterale, quella dei fruitori. Stavolta, sono i soggetti immortalati per sempre dai grandi maestri del passato a prendersi gioco degli astanti.
La lungimiranza di Massimo Bisogno che nel suo “Museo dell’Occhiale” ha ricreato, con i ritratti realizzati da Galdo, uno spazio per l’arte che stimola e rinnova i campi semantici abusati della pubblicità. Un binomio vincente e d’effetto per sottolineare che la vista ha un potere altissimo nell’umano rapporto con l’ars pingendi. Per Francesco Galdo, art director pubblicitario, l’arte è una lente di ingrandimento potentissima; “esalta i piccoli frammenti del vivere che si mettono in luce”. Per Massimo, il furore dell’arte sublima l’animo.
La connessione con la pubblicità potrebbe risultare arcana e desueta; ribaltata e contrapposta. Coesistono invece e si intersecano, fuori dai luoghi deputati, per strada o in mirabolanti tableaux vivants di iterata memoria. Arte e pubblicità stigmatizzano da sempre molte azioni umane; si impongono nella mente e nel cuore come rivelazioni al di fuori di ogni aristotelico paradigma visivo. Occhiali per focalizzare gli spettatori novelli e quelli costumati. “Mai Visto Così”, un evento da osservare che ci fa riflettere e riscoprire condivise emozioni. Le rivisitazioni di Francesco Galdo hanno una potente carica di gioviale esprit, affatto dissacratorio. Monna Lisa e Vincent, Afrodite ed Edvard tendono a scardinare piuttosto, visioni prospettiche cristallizzate entro gli obsoleti schemi della cultura d’Occidente
[Teobaldo Fortunato]
Mai Visto Così
– 7/20 aprile 2019
al Museo dell’Occhiale, Salerno