“Il Futurismo anni ’10 – anni ‘20”, in programma fino al 17 febbraio 2019, nella trecentesca Cappella Palatina che si apre nel cortile del Maschio Angioino, presenta importanti opere, dagli anni dieci agli anni venti, ammirate nelle principali esposizioni storiche del movimento futurista.
Straordinarie opere di Boccioni, Balla, Carrà, Severini, tra gli altri, ci portano a scoprire attraverso tre dimensioni creative nuove e dirompenti la prima e più importante delle avanguardie europee. Per la prima volta insieme, sessantaquattro capolavori che raccontano venti anni della prima avanguardia italiana ed internazionale.
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Promossa dal Comune di Napoli – Assessorato alla Cultura e al Turismo, con l’organizzazione generale di C.O.R Creare Organizzare Realizzare di Alessandro Nicosia, l’esposizione, curata da Giancarlo Carpi con Francesca Villanti, ospita importanti opere, dagli anni dieci agli anni venti, ammirate in alcune delle principali collettive storiche del movimento futurista.
Tra queste, Ritratto di Augusta Popoff, 1906 di Umberto Boccioni, Le tango argentine (danse), 1912, di Gino Severini, Motociclista, 1914 di Gerardo Dottori, Mazzo di Fiori, 1917 di Julius Evola, Costruzione spaziale paesaggio 1921 di Enrico Prampolini, Ritmi di rocce e mare 1929 di Benedetta, Donna e ambiente 1922 di De Pistoris.
Nonché lavori riprodotti all’epoca nelle pubblicazioni edite dagli stessi artisti, come Subway (folla ai treni sotterranei), 1930 di Fortunato Depero, o sulle riviste futuriste, come “Lacerba”, “Noi” e “Roma Futurista” o appartenute a Filippo Tommaso Marinetti, come Folla + paesaggio del 1915, di Giacomo Balla. Il collage di carte colorate, applicate su tela, fu chiesto a Balla da Marinetti, perché realizzasse un pannello per sostituire uno specchio del suo guardaroba; è un inedito l’opera Industriale – zetaseisei di Fillia (Luigi Enrico Colombo). Uno degli esempi più compiuti dell’arte meccanica futurista, l’opera Simultaneità architettonica di Enrico Prampolini. Quadro simbolo che racchiude in sé il senso della mostra, ossia il paesaggio e l’opera meccanica. Tra le altre curiosità il Pupazzo Campari di Fortunato Depero, la scultura in legno realizzata per la ditta Campari costituisce un esempio di anticipazione della pop art.
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