“Il virus benefico” è un saggio che analizza attraverso una prospettiva filosofica, e soprattutto umana, le macerie che si stanno accumulando nel mondo a causa di una gestione errata e malsana dell’esistenza. L’uomo è infatti diventato un mero meccanismo biologico sottoposto a condizionamenti e limitazioni della libertà personale, i cui unici bisogni sono di natura materiale ed esteriore, e i cui valori principali sono l’ambizione sfrenata, l’accumulo insensato di ricchezze e la brama di potere. In questo scenario disastroso si inserisce il lavoro di Pierluigi Dadrim Peruffo, che riflette sulla possibilità di un cambiamento della società a opera del singolo individuo, “l’uomo virus” che attraverso la piena consapevolezza di sé stesso e del mondo circostante può influenzare i suoi simili a ricercare la libertà, la felicità e l’amore.
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Il virus benefico di Pierluigi Dadrim Peruffo indaga le motivazioni che hanno portato all’annebbiamento della coscienza umana, riflettendo sulla contemporaneità e sulla necessità impellente di trovare una soluzione allo sfruttamento e snaturamento dell’uomo a opera di una società che sta diventando nemica della vita stessa. Nel saggio si analizzano una serie di condizionamenti psicologici che sono stati alla base delle più terribili esperienze individuali e collettive del Novecento, e che si ripropongono purtroppo ai giorni nostri: il mito del self-made man, la menzogna di un’Occidente faro di libertà e democrazia, e il tabù della morte che non fa che allontanare l’esistenza dal suo stesso profondo significato. L’evoluzione e il progresso tecnologico hanno poi portato, accanto a illusorie percezioni di miglioramento delle condizioni di vita, a un complesso sistema di manipolazione e controllo psicologico e sociale, che Peruffo tratta con esempi pratici e su cui ragiona da diversi punti di vista. Nel saggio quindi si propone una nuova visione dell’uomo e della società, liberati da un narcisismo e un egocentrismo tossici, e si auspica una rivoluzione che parte dal singolo individuo.
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Per ottenere un cambiamento tanto radicale l’uomo deve però comprendere i propri limiti, e avere l’umiltà di accettare di essere ben lontano dal conoscersi nel profondo; solo attraverso l’esercizio di una coscienza critica e un’apertura alla realtà circostante senza pregiudizi potrà infine evolversi, svincolarsi da ogni forma di condizionamento e riappropriarsi della libertà. Pierluigi Dadrim Peruffo insiste sull’umanità, sul senso di appartenenza a una specie che non dovrebbe conoscere divisioni e conflitti, perché parte della stessa natura, ed è sostenitore di un percorso di affrancamento interiore in cui l’essere umano si fa portatore di un messaggio di bellezza, di verità e di amore che dovrebbe contagiare come un virus benefico la società malata. L’opera è quindi un invito alla ricerca del significato più nobile della vita, che va ben oltre le menzogne e le sopraffazioni di cui noi siamo, inconsapevolmente o no, vittime e carnefici, e focalizza l’attenzione del lettore sulla responsabilità individuale, che è il nucleo di ogni vero e duraturo cambiamento globale.