“My Work Tells My Story“, ovvero “Mi racconto in un’opera”, è un ciclo di sette incontri con altrettante protagoniste della scena artistica nazionale e internazionale che hanno scelto di vivere nel vulcanico territorio campano.
Un sabato, un’artista, un’opera.
Il d2.0-box, lo spazio fisico della dirartecontemporanea2.0Gallery di Caserta, ospiterà in sette appuntamenti un’unica opera, una pièce unique, e sarà il dottor Enzo Battarra, critico d’arte e giornalista culturale, a incontrare di volta in volta l’artista, in un dialogo che sarà soprattutto il racconto di sé, la propria storia, la favola realizzata di un attraversamento del mondo dell’arte.
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Le sette artiste sono Chiara Coccorese, Daniela Morante, Gloria Pastore, Maria Adele Del Vecchio, Marisa Albanese, Rosy Rox e Raffaela Mariniello.
Sarà un viaggio all’interno dei linguaggi artistici femminili in sette tappe, in sette stazioni. E il tutto avverrà nella città della Reggia, all’ombra del monumento vanvitelliano, che è un simbolo e un’icona della potenza espressiva napoletana e campana in genere, della fertile creatività meridionale. Le sette donne, dinanzi all’opera che avranno scelto per meglio rappresentare la loro vita artistica, saranno sette regine che narreranno la loro storia personale in un’intervista-confessione al critico Enzo Battarra, spesso loro compagno di strada fin dagli inizi del percorso. Ne nascerà un resoconto sui movimenti artistici, sugli obiettivi raggiunti e sulle aspirazioni della ricerca visiva in Campania, visti e interpretati dalla parte delle donne.
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Il ciclo prenderà inizio il 26 maggio alle ore 19:30 con Chiara Coccorese, nata a Napoli nel 1982, artista e fotografa che esplora i temi dell’esistenza, del tempo e della spiritualità. Il titolo del suo libro d’artista è “Per formare una costellazione”, così descritto dalla stessa autrice:
“La mente è un cosmo di stelle, pianeti, nebulose, buchi neri. Le esperienze della vita vengono impresse nella complessa rete neurale, costruendo la personalità di un individuo. Eppure la mente seleziona e ricorda solo alcune di esse, poche luci rimangono accese nel buio, dove esistono memorie perdute e dimensioni dimenticate. Cos’è una costellazione, se non il tentativo da parte dell’uomo di trovare una forma riconoscibile nel cosmo? Collegare punti lontani, disegnare nella volta celeste, ritrovare se stessi in uno spazio infinito. Recuperare la memoria. Così il mio libro si riempie di caselle numerate e di fotografie di stelle immaginarie, create con polpa di carta, carta velina e la sola torcia del cellulare come fonte di illuminazione. Le stampe sono applicate sulla carta riempendo alcuni di questi rettangoli, richiamando gli album di figurine dell’infanzia. Molte caselle sono vuote, perché tante sono le cose che non conosco, i ricordi che ho perduto, le virtù addormentate, le stelle di cui ignoro l’esistenza. Completare una costellazione è il lavoro di tutta una vita”.
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Il ciclo proseguirà con il secondo incontro il 9 Giugno alle ore 20:00 con Daniela Morante che per l’occasione ha scelto di raccontarsi attraverso l’opera “Alfabeto segnico”, esposta nel 2011 al Museo Archeologico Nazionale di Napoli nell’ambito del ben più complesso progetto “Astrarre” che fu caratterizzato da tre momenti o fasi: Esposizione di 135 pitture a china realizzate dall’artista (Alfabeto segnico) quale unica installazione a misura ambiente; visita al Museo ed un laboratorio di pittura astratta.
Nota biografica:
Nata a Napoli dove vive e lavora, Daniela Morante è un’artista visiva che indaga con il segno e il colore, i rapporti di forza che regolano i principi di vita, le forze e i vettori di energia. Fa spesso interagire la sua arte con il contesto sociale, attraverso il linguaggio segnico dell’espressione pittorica, considera l’impulso creativo come una risorsa insita in ognuno di noi, chiavi necessarie per sbloccare potenziali poetici compressi. Ha esposto in mostre personali e collettive, si sposta di continuo in diversi ambiti artistici, apparentemente non collegati tra loro. Ha sviluppato un suo metodo di espressione creativa che agisce in dipinti, chine e disegni, ed happening artistici, interventi di land art, corsi di formazione e laboratori d’arte in contesti di disagio. Dal 2008 al 2016 ha condotto un Laboratorio di Arte Astratta rivolto ai bambini e adolescenti emato – oncologici dell’Ospedale Pausilipon di Napoli e in seguito con i piccoli pazienti del Reparto di Cardiochirurgia dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Federico II di Napoli, col fine di indagare, attraverso l’uso degli strumenti creativi, un possibile percorso di cura ad antidoto dell’esperienza traumatica della malattia. L’esperienza è confluita prima nel Congresso “Artefice di benessere” tenutosi all’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici di Napoli e poi nel volume omonimo a memoria e riflessione dell’esperienza vissuta. Dal 2016 coordina come artista-counselor dell’Associazione Bambini senza sbarre di Milano un progetto sulla genitorialità all’interno dell’Istituto Penitenziario di Secondigliano, offrendo la pratica artistica alla coppia padre detenuto e figlio in visita per favorire l’emersione delle emozioni di rabbia, abbandono, violenza e poter poi ricomporre nuove basi per una sana relazione genitoriale. Partecipa con il suo lavoro a congressi, happenings ed incontri attraverso i quali porta avanti la sua esperienza di arte a servizio di un’umanità spesso dimenticata.
Qui di seguito le altre date e gli orari:
– Gloria Pastore il 23 giugno ore 20:00
– Maria Adele Del Vecchio il 7 luglio ore 20:00
– Marisa Albanese il 15 settembre ore 20:00
– Rosy Rox il 29 settembre ore 19:30
– Raffaela Mariniello il 13 ottobre ore 19:30
d2.0-box
Via Tommaso Campanella, Caserta-Fraz. San Clemente
Info: 333-44 61479 – dirarted20@gmail.com