La voce misteriosa del web ha registrato l’omaggio in un antico monastero piemontese, e ricorda nel video le chiese distrutte dal sisma di Amatrice.
E’ Giovedì Santo 13 aprile la data scelta da Cleò per il lancio del suo nuovo omaggio musicale: dedicato, questa volta “a Fabrizio De André, l’uomo che fuse in un cuor solo musica e poesia”, dichiara l’artista.
La voce misteriosa che canta in rete senza mostrarsi, di cui tutto il web parla dal febbraio scorso con ottime recensioni per via di una eccezionale estensione vocale e un timbro particolarissimo che le consente di trascorrere con naturale spontaneità dal registro maschile a quello femminile ha scelto di reinterpretare, come augurio di Buona Pasqua, uno dei brani più complessi e significativi del repertorio dell’indimenticato Maestro genovese: “Si tratta dell’Ave Maria, canzone contenuta nel disco ‘La Buona Novella’, del 1970: un album che, pur parlando di Gesù, pone in realtà l’accento sulla figura di sua madre: icona del dolore più grande, nel raccogliere a terra, dopo lo strazio della crocefissione, le spoglie del proprio figlio”, ricorda #Cleò.
Il brano è disponibile sul Canale Youtube dell’artista, ove è possibile ascoltare anche gli omaggi a Mina, a Mango e Laura Valente (voce dei Matia Bazar del dopo Antonella Ruggiero), Valentina Giovagnini, Bungaro ed Eramo & Passavanti. La Pagina Ufficiale Facebook di Cleò è disponibile invece al seguente link.
“Per registrare l’Ave Maria di De Andrè, al fine di individuare l’intimità e l’intensità emotiva giusta in cui calare la dimensione del mio canto, ho scelto il silenzio e il ritiro degli ambienti plurisecolari del Monastero Abbaziale di Casanova, in Piemonte, in cui la vita mi ha condotto provvidenzialmente, quasi per caso, in quest’occasione. Qui ho scoperto la figura preziosa e caritatevole di Don Adriano Gennari, sacerdote cottolenghino torinese da sempre in prima linea alla lotta alla povertà, che in questo contesto millenario ha posto la sede della propria casa di spiritualità “Cenacolo Eucaristico della Trasfigurazione”. Una Onlus che, grazie all’aiuto costante di ben 250 volontari, sfama settimanalmente migliaia di persone nel capoluogo piemontese con la ‘Mensa dei poveri’, la distribuzione dei pacchi-famiglia e dei sacchetti-pasto nei giorni festivi”.
Prosegue l’artista: “In quel contesto di prezioso raccoglimento, una struttura cistercense del 1100 al confine tra la Provincia di Torino e quella di Cuneo – il cui colonnato settecentesco del chiostro, fra l’altro, necessita di un urgente restauro – abbiamo ripreso il cantato solista e gli echi della corale lirica per godere appieno, in fase di mixaggio, di un accenno di riverberazione naturale che si respira nei luoghi sacri antichi, nelle chiese, fondendola al resto dell’arrangiamento orchestrale in un secondo momento in sala d’incisione”.
E aggiunge: “Lasciando al contempo che, a guidare il canto, fosse anche la delicatezza dell’orchestrazione con tanto di archi – frutto dell’estro del Maestro Gaetano Capitano, vincitore del ‘Premio Lunezia’ nel 2012, finalista del ‘Premio De André’ nel 2014 nonchè autore della fortunata hit “Il Dio delle piccole cose” per Fabi-Silvestri-Gazzè – tutta tesa a sottolineare la bellezza eterna della melodia originale, in un contesto sonoro che strizza rispettosamente, e con stima profonda, l’occhio alla rilettura classicheggiante che di questo stesso brano ne ha dato la raffinata e inarrivabile Antonella Ruggiero, una delle mie muse ispiratrici a livello vocale sin da bambino”.
E aggiunge: “Ritengo l’Ave Maria del Maestro De André un canto senza tempo, il cui fascino l’inedita stesura approntata proprio da Antonella Ruggiero e Roberto Colombo – maestro e valente polistrumentista che collaborò con Faber ai tempi dello storico tour con la PFM – accresce sempre più. Il racconto in musica – reso nel testo con un’immediatezza e un’efficacia stilistica disarmanti – della sofferenza infinita di Maria intesa quale madre umana del proprio figlio deposto ai piedi della croce, costituisce sempre, a ogni nuovo ascolto della versione originale, non solo un invito a pregare, ma anche un motivo in più per me a soffermarmi a riflettere a dovere sull’altissima concezione della donna, e del rispetto profondo dell’universo femminile tutto, che aveva da sempre l’intenso Faber”.
Prosegue poi #Cleò: “Motivo per cui ho interpretato l’Ave Maria – questa speciale, struggente Ave Maria di Fabrizio De Andrè – con la voce percorsa dall’emozione e dal sentimento: per correttezza e rispetto, tramite il mio staff ho ritenuto opportuno farne pervenire a fine marzo scorso una copia in anteprima sia a Dori Ghezzi, tramite la Fondazione De Andrè, che a Cristiano De Andrè, mediante il suo Ufficio Stampa”.
Ad accompagnare il brano, come sempre, un videoclip artigianale realizzato dal creativo del web Antonio Augelli: “Il filmato – spiega #Cleò – contiene una carrellata di immagini di opere d’arte a partire dal 1300 sino ai giorni nostri che ritraggono il momento della deposizione di Gesù dalla croce fra le braccia di Maria. In tutto 14, una per ciascuna stazione della Via Crucis, di cui la prima che appare è particolarmente significativa: è tratta infatti dal Santuario dell’Icona Passatora, detto anche Santa Maria delle Grazie, del XIV secolo. Una delle 100 chiese di Amatrice devastate dal sisma dell’agosto 2016 che, per la ricchezza dei suoi affreschi, è detto la “Cappella Sistina” di questo lembo di terra: sui cui è giusto mantenere sempre alta e vigile l’attenzione, anche attraverso la musica. Specie quando il canto, in tempo pasquale, si fa preghiera”.
#Cleò pubblicherà entro maggio 2017 il suo primo singolo inedito, scritto da una grande firma della musica italiana, per l’etichetta indipendente ‘Capogiro Records/Gianni Rodo Edizioni’.