Premessa: chi scrive ha visto più volte le ragazze di Miss Italia struccate e al naturale e ha parlato con loro.
Ha vinto la numero 2 dalla Toscana. Lo sapevano tutti; lo sapevano le aspiranti miss, lo sapevano gli addetti ai lavori, lo sapevano i giornalisti più informati. Era il segreto di Pulcinella che aleggiava al PalaArrex di Jesolo; fondamentalmente si gareggiava per il secondo posto. Non che Rachele non meriti la vittoria. Finalmente, dopo anni di carineria e di ragazze della porta accanto che se vedi per strada non ti fanno neppure alzare lo sguardo, Miss Italia è gnocca.
Ma davvero gnocca. Onore alla vincitrice per la sua bellezza e il suo fascino (molto meno per la prontezza di linguaggio, ma tant’è; come le pere, si farà col tempo).
Vediamo di dare delle pagelle alla fiera dell’ipocrisia che si è tenuta a Jesolo.
Conduzione: 8. Facchinetti è stato bravo, nulla da eccepire; ha il ritmo televisivo del talent show, il che ha alleggerito la trasmissione e la sua lunghezza, ma soprattutto ha contribuito a dare una decisa sfoltita alle miss in gara. Chi rimaneva indietro, era perduta.Ha spento in 0.2 secondi la polemica di una miss eliminata con garbo ed eleganza. Tanto di cappello.
Conduzione di Giulia Arena: 7. E’ una delle poche Miss Italia spigliate che abbia conosciuto. Brava nei suoi collegamenti, con un ottimo ritmo e simpatia, ha offuscato l’inutile Miss 2015 Sabatini (Sabatini chi?).
Giuria tecnica: 6. Sono gli esperti, qualcosa ne dovrebbero sapere. Ne hanno saputo a metà, onore e gloria ad Enzo Miccio.
Voi non potevate vedere le espressioni dei giudici durante le eliminazioni, ma erano decisamente chiare: la protesta sollevata dalla mamma della ragazza sconfitta dalla miss curvy è stata subito accolta con applausi dalla giuria tecnica, meno dal voto popolare.
Ma sulla questione curvy torneremo più tardi.
Le miss: 6. Tre, se ne salvavano. La vincitrice (bellissima), la “figlia di stranieri” (dai lineamenti arabi stupendi) e la terza classificata (la veneta dal sorriso spettacolare). Il resto era un guazzabuglio di ragazze carine dal bel culetto che trovi al chiosco la domenica pomeriggio, con un ghiacciolo in mano e il cappello di paglia. Non erano di certo Miss Italia.
Giuria accozzaglia: 5. “Siete esperti, potete capire quale potrebbe essere Miss Italia”.
Ma esperti di cosa? Paltrinieri, che di professione fa il nuotatore? Certo, può capirne di figa in discoteca ma non penso vada al di là di questo. Mara Venier? Stiamo parlando di una donna che ha fatto diventare famosa la frase “Struca el boton”, di cui i veneti ancora si vergognano. Salemme? Dio ci salvi.
Momenti imbarazzanti:
– La Gabbia.
Trovi tre ragazze con un minimo di sale in zucca, con una conoscenza delle lingue e del mondo e cerchi in tutti i modi di farle passare per stupide?
“Se ti dico borsa a cosa pensi?”
“A Wall Street”.
“Ah, lo so che pensi alle griffe.” Ma se ti ha detto Wall Street.
“Se vi dico mercato?”
“Con la sola parola mi viene finanziario”
“Eh, so che pensate subito a quello di Porta Portese”. Una toscana, una veneta e una napoletana.
Era terribile l’imbarazzo delle tre ragazze che davano risposte coerenti (“Cosa cambieresti per i giovani?” “Eh riformerei la scuola”) di fronte ad un uomo di vent’anni più grande che le ridicolizzava.
– Salemme allo speed date.
Vedere un uomo in televisione che sbava con quelle espressioni di fronte a delle diciottenni mi ha messo angoscia.
L’abito bianco:
“Le ragazze ora sfileranno con l’abito che tutte sognano di indossare: l’abito bianco”.
Ma perchè? Perchè dovrebbe essere un mio sogno, quello di sfilare con l’abito bianco? Perchè sposarsi dovrebbe essere il sogno di tutte? Obbligare delle diciottenni a sfilare in abito bianco dicendo che è il loro sogno non è più retrogrado di vedere delle donne adulte con il velo?
Paradossi. Poi lo dici tu Facchinetti, che non sei riuscito a impalmare nemmeno la Marcuzzi che fa figli con chiunque.
Le miss curvy. La questione curvy è paragonabile alle quote rosa.
Delle ragazze in sovrappeso ma sode, etichettate come “curvy”, hanno percorso una gara parallela alle altre miss, arrivando in finale a gareggiare assieme a loro. Un po’ come se Pistorius avesse corso assieme agli atleti normodotati: avrebbe vinto? Probabilmente sì, perchè aveva una marcia in più, meccanica.
In questo caso le miss curvy avevano la potente arma dell’ipocrisia italiana.
Le “curvy” (parola paragonabile a “femminicidio” e “resilienza”) nel resto del mondo sono modelle dal viso bellissimo, un po’ pienotte, con una vita molto piccola e una taglia 44. Ma l’Italia si sa, deve sempre esagerare; via quindi alle ragazzine obiettivamente non stupende di viso, dalle ossa grosse e dalla taglia 48 (come nella premessa, ricordo che l’autrice ha visto tutte e 60 le miss, non solamente quella arrivata in finale; tranquille, struccate e intervistate).
Una donna, madre di una ragazza eliminata dallo scontro diretto con la curvy Paola, ha sollevato una questione: “Avrebbe vinto se non avessero detto fin dall’inizio che era curvy?”. La giuria tecnica ha applaudito, Enzo Miccio in prima fila. Facchinetti ha cercato un salvataggio in corner, ma la risposta è semplice. No, non avrebbe vinto.
Perchè un qualsiasi uomo italiano, vedendo passare lei e un’altra miss in costume da bagno, avrebbe guardato l’altra miss. E non è questione di simpatia e intelligenza; Miss Italia è bellezza e lei non era (dal punto di vista di dati oggettivi che prendono in considerazione ragazza dalla taglia 38 alla taglia 48) bella. Era lì perchè specie protetta. Se avesse partecipato come una ragazza normale fin dall’inizio non avrebbe passato neppure le semifinali.
Una serata, inoltre, all’insegna della demolizione delle ragazze magre.
“Lo so che ti piacciono formose”
“Cosa trovate nelle stecche?”
“Noi abbiamo l’orgoglio curvy”
“Ho fatto della mia imperfezione un punto di forza” (amore, ti ho vista struccata)
“Le magre non competono con queste forme”
“Meglio le forme che le stecche”.
Dalla demonizzazione della taglia in più alla demonizzazione della taglia in meno. E’ emerso, dalla finale di Miss Italia, che le ragazze che indossano una taglia 38 sono antipatiche, brutte, non piacciono agli uomini, sono meno intelligenti e non rappresentano la bellezza. Io indosso una taglia 38. Per tutta la serata mi sono sentita offesa tanto quanto offendono i disabili e dieci anni fa le donne con una taglia in più. Creiamo una Miss Skinny per accontentarmi in questo mondo ipocrita che dice di amare le curve ma poi alla fine guarda il sedere delle magre?
Per fortuna l’Italia, o chi per lei, ha deciso di eleggere una gnocca. Lunga vita alla fiorentina Rachele, la quale è riuscita a battere le forme di una curvy e (purtroppo) la simpatia e la prontezza della veneta.
Ma almeno è gnocca.
EDIT: Miss Italia 2016 è la versione ambulante di Barbie Diamant.
Lunga vita e onore.