Nasce Yeerida, la prima piattaforma di Streaming Letterario, una lettura gratuita basata su un’idea di condivisione della letteratura
Yeerida è la prima piattaforma di Streaming Letterario completamente gratuita. Nasce con l’idea di rendere la letteratura più fruibile a chiunque, da qualunque dispositivo ed in qualunque parte del mondo. Parliamo però di una letteratura di alta qualità, per questo su Yeerida si troveranno solo editori tradizionali e scrittori professionisti.
L’idea che Federico José Bottino, Fabrizio Vargas Bosco e Jacopo Maria Vassallo – tre ragazzi provenienti da diversi paesi – hanno voluto sviluppare, nasce per il forte desiderio di veicolare la letteratura nel mondo, di riavvicinare le persone alla lettura e far si che questa si diffonda nella maniera più seria possibile. Tutto ciò viene realizzato tramite le più moderne e radicate tecnologie della società odierna: lo streaming e i social network.
Per questo Yeerida non è solo streaming, ma anche un social network che permette ai lettori di contattare direttamente gli editori e gli scrittori, di esprimere i propri pensieri e giudizi sulle letture con like e commenti. Consente inoltre agli editori di avere un’idea precisa dei gusti e del gradimento dei lettori.
Per capire meglio la forte innovazione e il messaggio profondo che Yeerida vuole trasmettere, abbiamo parlato con uno dei soci fondatori, Federico José Bottino.
L’INTERVISTA
Yeerida è la prima piattaforma di Streaming Letterario, una lettura gratuita basata su un’idea di condivisione della letteratura. Un’idea innovativa e probabilmente unica nei suoi sviluppi. Esistono altre piattaforme di questo tipo?
Gratuite no. La nostra filosofia è open content, open file, open literature; non è quindi possibile scaricare il testo perché entra in gioco un discorso di copyright. La nostra idea è essenzialmente quella di creare una piattaforma in streaming che può essere paragonata ad un’enorme biblioteca, un cloud, dalla quale chiunque, in qualsiasi momento, da qualsiasi angolo del mondo può accedere e leggere gratis: tutto è nato così.
Yeerida è un nome davvero particolare, ha un suono misterioso ed evocativo: da dove nasce e cosa significa?
Dei tre soci io sono quello di colore, per cui mi chiedono sempre: «ma sei somalo?». No io non sono somalo, sono brasiliano. La scelta della parola yeerida ha una storia molto divertente. Ho scoperto, intraprendendo questo progetto, che ci sono aziende, soprattutto americane, che comprano tantissimi domini internet cercando di coprire tutti i nomi possibili per poi rivenderli. Per questo è molto difficile trovare un dominio libero su determinate keywords generiche. Quando si inizia a progettare una startup, un sito o un marchio, è necessario trovare un nome veramente nuovo, veramente originale altrimenti si rischia di sceglierne uno che è già stato utilizzato. Il nome del progetto all’inizio era e-tale. Ci siamo però resi conto che per esempio etale.com era già stato adoperato. A quel punto ho deciso di fare una ricerca su circa venti keywords di dieci lingue diverse e su determinate aree semantiche: yeerida era la parola che secondo me funzionava di più. Innanzi tutto per un fattore onomatopeico ed in secondo luogo in somalo vuol dire citazione; ricadiamo esattamente dell’ambito semantico che ci interessava. Inoltre questa parola ha dei significati più metafisici e misteriosi come evocazione o chiamata. Ci è parsa quindi un’ottima idea perché aldilà del possibile sviluppo futuro quello che ci interessa è il messaggio che vogliamo veicolare. La chiamata a portare più letteratura nel mondo, riavvicinare le persone alla lettura e soprattutto far si che questa lettura si diffonda in maniera seria. Poi ovviamente abbiamo acquistato tutti i domini yeerida possibili, almeno sul nostro nome siamo tutelati.
Come avete avuto l’idea di sviluppare un progetto del genere?
Siamo tre fondatori, io Jacopo e Fabrizio. Accanto a noi c’è poi uno staff di professionisti. In totale siamo circa dieci persone. L’idea è mia, quindi sono, in un certo senso, l’ideatore della piattaforma. In realtà è stata una combinazione fortunata di eventi. Ero a Roma alla fiera Più libri più liberi a presentare il mio primo romanzo. Il tema della fiera era proprio il digitale. In quei giorni ho ascoltato una serie di conferenze su questo argomento ed ho trovato assurdo che nessuno parlasse di streaming; tutti parlavano di e-book, editoria digitale, e-commerce ma nessuno parlava di dati trasmessi on demand, cioè in streaming. La cosa mi è parsa davvero assurda dato che è il mezzo su cui oggi stanno viaggiando la maggioranza dei contenuti, basti pensare ai film o alla musica. Nella mia mente ha iniziato a prendere forma questa idea. All’epoca lavoravo per uno studio legale di Torino abbastanza famoso, uno dei più esperti in fatto di internet, copyright e diritto d’autore. Questo mi ha permesso di realizzare il mio progetto e scavalcare le problematiche che si erano presentate a chi aveva sviluppato piattaforme simili prima di noi.
Su Yeerida è possibile leggere un testo trasmesso in un formato speciale, non scaricabile, gratuitamente. Questa tutela della riproducibilità garantisce che il copyright rimanga appannaggio degli editori. In che modo è possibile questa diffusione gratuita di opere che sono ancora sotto il diritto d’autore?
Il diritto di edizione e di commercializzazione ha quattro tipologie diverse: tra queste quattro c’è il diritto di comunicazione. Abbiamo proposto agli editori e agli scrittori, non una cessione del diritto di proprietà intellettuale o un contratto di edizione, ma un contratto di diffusione in streaming solo su una fattispecie di diritto di commercializzazione che è appunto quello di comunicazione. In questo modo il copyright rimane esclusivamente all’editore o all’autore. Questo problema del copyright ha fatto si che non ci fossero piattaforme del genere prima. Youtube stesso ha iniziato con lo UGC (User Generated Content) ossia persone che aprivano un proprio canale e caricavano video. Le piattaforme che hanno applicato questo tipo di ragionamento alla letteratura, per esempio Wattpad, non hanno avuto questo modo gentile, per così dire, di trattare il copyright e per questo hanno tenuto lontani gli scrittori ed editori professionisti i quali ovviamente non avevano intenzione di dare in co-edizione il loro testo a un sito web. Wattpad è riuscito ad attirare una tipologia di utenti non professionisti creando una community writer nella quale però non c’è controllo di qualità.
La caratteristica particolare di Yeerida è infatti quella di aver scelto di lavorare solo con autori professionisti ed editori tradizionali: questo garantisce uno standard qualitativo molto alto. Oltre a questo c’è anche una selezione del contenuto delle opere che vengono inserite all’interno della piattaforma?
Una delle cose che abbiamo immediatamente deciso di fare è stato caratterizzare la piattaforma, dare un’accezione pratica al concetto di letteratura: quindi non accogliere gli editori a pagamento, gli autori self pubblished e gli autori che non sono mai stati pubblicati; questo perché per noi la letteratura deve essere professionale. Perciò abbiamo deciso di lavorare solo con editori tradizionali e scrittori professionisti. Non c’è una selezione del contenuto poiché di fatto noi non svolgiamo attività editoriale, siamo essenzialmente un veicolo che trasmette ed uno strumento di marketing e di analisi del mercato per gli editori e gli scrittori.
In primo luogo forniamo agli editori una piattaforma test su cui fare viaggiare i loro contenuti, raccogliendo piccole royalties per pagarli ed in secondo luogo trasmettiamo dei report sulle loro letture e sulla piattaforma in generale.
Oltre ad essere un sito di streaming Yeerida, è anche un social network: nella propria area personale si ha la possibilità di scrivere pensieri e di commentare ogni testo che si è letto nonché contattare direttamente editori o scrittori: questo permette anche una sorta di censimento sulle modalità di lettura e sui gusti dei lettori. Come avete avuto l’idea di unire il concetto di social network con quello di streaming, creando una sorta di letteratura interattiva?
Abbiamo cercato di lavorare su dei macro concetti che caratterizzano la società contemporanea e soprattutto internet: prima di tutto il concetto di streaming. Dal punto di vista tecnologico il testo non è in html ma è formato solamente da puri dati trasmessi attraverso dei server e trasformati in video, in immagine, esattamente come accade per i film.
Ti fornisco un’anticipazione: a breve, lanceremo il nostro nuovo lettore automatico: è sufficiente premere play e lui scorre il testo da solo, il lettore in carne ed ossa non deve far altro che leggere.
Abbiamo davvero cercato di lavorare per rendere il libro il più fruibile possibile in streaming. Il secondo punto fondamentale è il concetto di lettura ed editoria sociale. Nel mercato editoriale – soprattutto in Italia – si conoscono tutti. Abbiamo cercato di creare uno spazio social in cui i lettori appassionati sono contrassegnati con l’etichetta appunto di lettore. Loro stessi possono chiedere chiarimenti all’editore, possono dare dei feedback tramite like o commenti ai testi. Gli editori invece possono usare la piattaforma come se fosse un piccolo Linkedin dell’editoria. Possono usufruire di spazi informativi all’interno dei loro profili in cui possono spiegare in modo più specifico la loro attività editoriale, cosa che Linkedin non permette di fare poiché è pensato più per realtà imprenditoriali non culturali. Abbiamo pensato che sarebbe stato utile mettere questo tipo di socialità in una piattaforma che di per se già è un’enorme biblioteca. Parlando agli editori del progetto – per fargli carpire l’innovatività della piattaforma – li invitiamo ad immaginare una grande biblioteca nell’etere in cui sono presenti moltissimi libri che vengono di volta in volta dati in prestito ai lettori che accedono alla biblioteca.
Per le aziende Yeerida può rappresentare anche una forma importante di digitalizzazione della propria attività in maniera più articolata e completa? Molto spesso i siti delle stesse case editrici risultano essere solamente composti da cataloghi e prezzi.
Esatto, l’obiettivo ultimo è proprio quello di dare agli editori un luogo in cui possano poter diffondere tutte le informazioni di carattere editoriale e tutta una serie di notizie che contribuiscano al coinvolgimento dell’utente; il che è molto simile a quello che viene fatto su Facebook. È chiaro che non pretendiamo di sostituirlo, il bacino di utenti che ha è illimitato. La nostra è una strategia diversa: su Facebook ci sono tutti, su Yeerida la clientela è più selezionata, e sicuramente interessata ai contenuti che gli editori hanno intenzione di proporre.
A quando risale l’idea iniziale e da quando è partito il progetto?
Il sito è operativo dal 21 marzo. Noi come staff siamo operativi da gennaio 2015. Prima è stato necessario fare tantissima ricerca di mercato per capire come presentare il modello di business sia agli investitori che agli editori; abbiamo realizzato tantissimo studio sugli step di sviluppo della piattaforma e abbiamo intrapreso la creazione di un network editoriale nel quale muoversi, che è stata la cosa più difficile. Ovviamente stiamo continuando a fare lavoro di acquisition sugli editori italiani e stiamo iniziando a lavorare in Europa. Adesso è però molto più facile potendo presentare un sito completo e funzionante con già trenta editori affiliati.
All’inizio è stata molto dura, abbiamo fatto una cernita di piccoli editori, che lavorano molto bene e sono stimati a livello nazionale; dopo di che siamo andati fisicamente da loro due o tre volte a spiegare questo bellissimo sogno che avevamo.
Yeerida è stata presentata al Salone del Libro di Torino? Avete intenzione di promuoverla anche alla fiera romana di Più libri più liberi a dicembre?
Al Salone del Libro di Torino abbiamo già vinto il bando delle start up dell’anno scorso e siamo stati eletti la miglior start up del salone. Abbiamo ottenuto 5 conferenze e c’è stata davvero un’ottima risposta. A Più libri più liberi saremo presenti a dicembre per promuovere ulteriormente il nostro progetto.
Tu, Jacopo e Fabrizio venite da parti del mondo diverse, da diverse formazioni. Come vi siete incontrati? E come avete deciso di intraprendere insieme questo percorso?
Io e Fabrizio ci conoscevamo da prima, suonavamo insieme. Lui è un professionista di SEO, e più generalmente un web master. Ho iniziato ad esporgli l’idea del progetto ed in seguito abbiamo coinvolto il nostro terzo socio Jacopo che era l’allora AD del giornale per il quale lavoravo. Ho parlato con lui del progetto, anzi è stato lui a chiedermi di partecipare quando ha iniziato a capire esattamente di cosa si trattasse. È stato necessario tanto sacrificio, facevamo tutti qualcosa: io frequentavo l’università, Jacopo stava preparando la tesi e Fabrizio lavorava. A gennaio abbiamo deciso di mollare tutto e ci siamo dedicati tutti i giorni tutto il giorno a Yeerida.
La piattaforma è totalmente gratuita per i lettori che vi accedono. In che modo riuscite a creare dei profitti da una diffusione gratuita e in che modo remunerate gli editori ed autori che hanno aderito al progetto?
Siamo un progetto ad Intensive Capital, un’idea che qui in Italia viene vista ancora con un certo sospetto. Si tratta di investire in determinati progetti che non guadagneranno per i primi 4-5 anni ma che un domani arriveranno ad un punto di massa critica che fa si che sia possibile rifarsi dei 4-5 anni precedenti in un trimestre, come è accaduto a Facebook. Ogni volta che riceviamo un investimento, ammortiamo il 15% in un fondo royalties che destiniamo appunto al pagamento di editori ed autori trimestralmente. Stiamo lavorando per far si che le aziende vogliano diventare mecenati di Yeerida. Loro ci finanziano e noi a piccoli intervalli durante la lettura di un testo facciamo presente al lettore che quella lettura è stata gentilmente offerta dall’ azienda x, come se fosse uno spot televisivo. Inoltre per un finanziamento più cospicuo siamo disposti ad attivare dei canali di story telling aziendale tramite i nostri contatti ed il nostro network editoriale. Si tratta proprio di branding: le aziende possono mostrare che il loro marchio non solo è una fonte di profitto ma ha anche un impatto sociale e culturale.
Inoltre tra 4-5 anni saremo in grado di collezionare dei dati che nessuno è in grado di avere. Ossia che cosa leggono veramente le persone, dove, quando ed a che ora. Oltre tutto siamo in grado di estrarre informazioni dal testo perché la nostra tecnologia necessita che esso venga analizzato e poi trasformato nel nostro formato specifico. Questa necessità fa si che siamo in grado di estrarre dei dati specifici e tecnici: questo potrebbe risultare molto utile per studi linguistici morfologici e così via. Amazon – il più grande player nell’ambito libri – in realtà non sa che cosa le persone leggano, sa che cosa comprano, è molto diverso. Noi invece sappiamo esattamente cosa stanno leggendo, quindi potenzialmente potremmo vendere i nostri dati ad una azienda come Amazon. Di fatto raccogliamo cookies sulle letture. Inoltre anche noi il prossimo anno diventeremo un piattaforma e-commerce; l’idea è assorbire tutto quello che riguarda i libri e l’editoria.
Yeerida offre la possibilità di contribuire e promuovere la traduzione delle opere in altre lingue da parte degli editori. La piattaforma ha delle potenzialità globali, avete pensato di poter ospitare anche editori ed autori stranieri? Ve ne sono già presenti?
Assolutamente si. Siamo sotto il programma di advisoring di un grandissimo fondo americano che ci segue da quasi un anno. Ci hanno immediatamente chiesto di andare in California a sviluppare questa idea: noi un po’ perché non avevamo fondi sufficienti per soggiornare così tanto tempo in America, un po’ per orgoglio – basta avere buone idee ed andarle a concretizzare oltreoceano – abbiamo deciso di rimanere qui. Vogliamo vedere come evolve la situazione e poi eventualmente spostarci ed espanderci.
Ci sono già quattro o cinque scrittori brasiliani all’interno della piattaforma. Yeerida può avere, anzi noi speriamo che abbia, una ricaduta globale. Sarà davvero entusiasmante quando nella piattaforma ci saranno più lingue e più editori di paesi diversi.
Per quanto riguarda la traduzione, utilizzando il nostro network forniamo un preventivo e ne anticipiamo una parte: ovviamente ci arroghiamo il diritto di decidere chi traduce e cosa tradurre; cerchiamo di vedere quello che funziona e che potrebbe essere interessante da trasmettere in altre lingue. Scaliamo poi questi fondi anticipati dalle royalties che vengono in seguito accumulate dal testo tradotto. Rientra sempre nella nostra filosofia di diffusione: un testo più accessibile è, meglio è.
Quali sono i vostri progetti per il futuro di Yeerida?
Nell’immediato futuro – da settembre e per tutto il prossimo anno – inizieremo a lavorare sul mercato inglese, brasiliano, portoghese, spagnolo, francese ed ovviamente quello statunitense.
Avendo già fatto indagini di mercato in Italia e sapendo cosa vogliono gli editori contiamo di muoverci molto più rapidamente.
Siete soddisfatti di come ha preso forma e si sta realizzando il vostro progetto?
Ovviamente si, siamo contenti. Questo tipo di progetti sono tutti a salire, bisogna mantenere il tasso di crescita. E soprattutto è necessario collezionare sempre più utenti poiché sono quelli che forniscono la valutazione del sito e dell’attività web. Per adesso il mercato a cui ci rivolgiamo, quello italiano, è un mercato molto piccolo, di conseguenza i numeri sono molto molto esigui, anche perché siamo a pochi mesi dall’online.
Siamo davvero soddisfatti di come è andata e sta andando. Siamo abbastanza sicuri che riusciremo a raggiungere numeri significativi.
La forza la fanno i lettori che danno la misura di quello si sta realizzando e dell’indice di gradimento. Sotto questo punto di vista sta andando veramente molto bene.