Se chiedete un’analisi sociologica sull’Arabia Saudita ad un bambino di 5 anni (specie se non ha mai visto l’Arabia Saudita), questo bambino probabilmente vi risponderebbe con quello che ha appreso genericamente. Potrebbe dirvi che in quella terra ci sono signori strani con lunghe barbe, copricapi che sembrano tovaglie, vestiti in maniera bizzarra che possiedono giacimenti petroliferi e sono quindi pieni di soldi (con una bizzarra fissazione di scambiare ogni cosa con cammelli). E sarebbe facile pensare che, visto che questi tipi sono molto ricchi, siano anche persone abbastanza cordiali. Certo, da un bambino di 5 anni è difficile aspettarsi di più.
Se, invece, avete già compiuto 6 anni dovreste essere in grado di leggere. E leggendo potreste arrivare a scoprire che in Arabia Saudita c’è una monarchia assoluta islamica in cui tutti i posti chiave sono occupati dai familiari del re Salmān Bin ʿAbd al-ʿAzīz Āl Saʿūd (d’ora in avanti ‘Re Salaman Bin ecc. ecc.’).
La foto di questo tizio – che ha un copricapo e vestiti bizzarri, ma la barba non particolarmente lunga – già da sola basterebbe a mettere in dubbio l’analisi sociologica del bambino di 5 anni. Ma se si leggono con attenzione le cronache si può venire a sapere molto altro. Per esempio, il fatto che i potenti da quelle parti siano cordiali non è proprio vero del tutto. Citerò qualche fatto a riprova di ciò.
Qualche giorno fa è uscita la notizia che tal Ali al-Nirm (parente di un oppositore di re Salman Bin ecc. ecc.) è stato processato perché – quando aveva 17 anni – prese parte ad una manifestazione che al simpatico re Salman Bin ecc. ecc. non piaceva granché. Purtroppo per Ali, il processo si è concluso come chiedeva re Salaman Bin ecc. ecc. (guarda te alle volte, le combinazioni). Quindi presto Ali (che ora ha 21 anni) sarà decapitato, dopodiché esporranno il suo corpo crocifisso sulla pubblica piazza “fino a quando le carni non saranno marce” (così recita la sentenza).
Un’altra notizia che mi ha colpito è uscita lo scorso 7 giugno (lo ricordo perché è il giorno del mio compleanno), riguardava il blogger Raif Badawi. Questo giovane ragazzo è stato condannato a 10 anni di carcere e 1000 frustate sulla pubblica piazza (in sessioni da 50 frustate alla volta, per 20 mesi consecutivi) in quanto autore di un pezzo ritenuto blasfemo dai parenti di Re Salam Bin ecc. ecc.
Non voglio tediarvi oltre con la lista delle cosucce che accadono in quel Paese, basti sapere che l’Arabia Saudita nei primi otto mesi di quest’anno ha barbaramente ucciso 114 persone. Per essere condannati a morte in Arabia Saudita basta abbastanza poco. Oltre ad assassini e stupratori (o presunti tali), vengono condannati a morte anche gli omosessuali, chi consuma droga, gli ‘stregoni’ e persino chi abbandona la religione islamica.
Ora facciamo un salto nello spazio e spostiamoci di 5000 km dall’Arabia Saudita per raggiungere Torre del Greco, provincia di Napoli.
Qui possiamo trovare un signore che di nome fa Ciro Borriello.
Oltre ad essere sindaco, Ciro Borriello, è anche medico. Essendo poi un politico di centro-destra è, ovviamente, anche condannato. Nello specifico la sua condanna è a 3 anni e 3 mesi (oltreché a 5 anni di interdizione dai pubblici uffici) per aver fatto passare un intervento di chirurgia plastica per un’appendice infiammata (Tremonti la definirebbe “chirurgia creativa”). Ma questa è un’altra storia.
Quello che mi importa è che, essendo medico, il sindaco Borriello deve essere necessariamente laureato. E per laurearsi, che io sappia, bisogna saper leggere. Quindi il buon Borriello, come ogni persona sopra i 5 anni, avrebbe modo e maniera di documentarsi su cosa succede in Arabia Saudita. “Sì, ma che gli frega di quel che fanno quelli?” direte voi, un attimo e ci arrivo.
Recentemente è venuto in Italia il principe arabo Turki al Faisal al Saud. Costui, oltre ad essere familiare di re Salam Bin ecc. ecc., è stato a capo dei servizi segreti dell’Arabia Saudita fino al primo settembre 2001 (solo 10 giorni più tardi, 15 suoi concittadini dirottarono gli aerei che causeranno l’attacco terroristico a New York, e pure questa è un’altra storia).
Cosa ha pensato Borriello quando ha saputo che un esponente di una dittatura feroce e violenta si trovava di passaggio per la zona che lui amministra? Incredibile a dirsi, ma pare che abbia deciso di farlo diventare cittadino onorario di Torre del Greco, consegnandogli contestualmente le chiavi della città e – come se non fosse abbastanza – proporre un gemellaggio tra Torre del Greco e l’Arabia Saudita.
Ora, siccome ho sufficienti elementi per poter dedurre che Borriello sappia leggere e abbia quindi avuto modo di documentarsi sulla storia del soggetto cui stava consegnando le chiavi della sua città, mi sorge spontanea una domanda: ma che gente frequenta, di solito, il sindaco Borriello? In che contesto è cresciuto? Che cosa legge? Dove vive? Cosa ne pensano i suoi concittadini della sua scelta?
Se quando sei davanti ad un tipo che fa squartare le persone lo lodi (testualmente) “per lo sforzo compiuto […] per favorire il dialogo, la diplomazia e la pace” come minimo hai visto un po’ troppi film con Jason Statham.
In conclusione, mi sono documentato in lungo e in largo e forse ho finalmente capito dove il sindaco Borriello ha colto il gene della diplomazia nel modo in cui è amministrata l’Arabia Saudita. Sono infatti venuto a sapere che da qualche tempo, in quel Paese, i boia erano in agitazione e chiedevano una riforma. In sostanza erano stanchi di lapidare le donne, siccome cadeva loro il velo (cosa per loro intollerabile).
Così re Salam Bin ecc. ecc. è intervenuto permettendo che la lapidazione fosse sostituita da un colpo di pistola sparato alla nuca, ovviamente senza che alle donne fosse tolto il velo. I criminologi infatti spiegano che, per il boia, è più comodo lasciare un velo in faccia – o qualsiasi cosa serva a ‘spersonificare‘- a chi viene giustiziato (non apparendo più come una persona reale è più facile identificarlo unicamente come bersaglio).
Vuoi mettere tutti i benefici che ha dato il diplomatico Re Salam Bin ecc. ecc. ai poveri boia, che prima erano tanto stressati? Assolutamente da premiare.
Il sindaco Borriello, non portando il velo, potrebbe leggere tonnellate di pagine sui fatti che accadono nel Paese amministrato dalla famiglia del suo nuovo concittadino onorario, ma forse potrebbe venire a sapere cose poco piacevoli. Con i potenti, specie quelli così diplomatici, ti conviene essere diplomatico a tua volta: suvvia, non solleviamo inutili polemiche, siamo tra signori.
Ma forse questa non è proprio diplomazia, questa è più che altro ipocrisia.