Mi ero appena svegliato quando ho visto la foto del bambino siriano di 3 anni morto sulla spiaggia. In quel preciso istante mi è contemporaneamente passata la voglia di prendere per il culo il giornalista e venuta in mente una scena di un film che ho rivisto recentemente: ‘The Experiment’.
Per chi non lo conoscesse, questo film (che è una specie di remake/rilettura di un film tedesco del 2001 che – da noi – già si chiamava “The Experiment” e che mi ricordo molto simile, ma che dovrei rivedere per riparlarne) parla di un tale di nome Travis (interpretato da Adrien Brody) che trova un’inserzione su un giornale che promette 14.000 dollari a chiunque si presti a prendere parte ad un esperimento sociale.
Essendo lui squattrinato (e dovendo il film in qualche maniera andare avanti) Travis si presenta al colloquio per la selezione, sperando con quei soldi di andare a fare un viaggio in India con Bay (interpretata da – boh non mi ricordo il nome – vabbe’ quella che faceva Shannon in Lost).Tra tutte le persone che si presentano, solo 26 passano la prima selezione e… indovinato! Travis è tra questi.
Per prima cosa i candidati vengono trasferiti in un edificio abbandonato che gli organizzatori dell’esperimento hanno adibito a prigione (con tanto di telecamere per la videosorveglianza piazzate in ogni dove).
Una volta giunti sul posto i 26 selezionati vengono divisi in due gruppi: 18 vengono messi a fare i ‘carcerati’ e i restanti 8 diventano quindi le ‘guardie’. Travis finisce con i carcerati mentre l’unico tizio con cui Travis aveva parlato un po’ (Barris, interpretato da Forest Withtaker) viene scelto per diventare una ‘guardia’.
Dopo aver formato i due gruppi, gli organizzatori comunicano ai partecipanti che le guardie dovranno far rispettare ai carcerati tutta una serie di comportamenti. Inoltre viene fatto presente a tutti che ogni “sgarbo” compiuto dai carcerati dovrà corrispondere ad una punizione commisurata – che dovrà arrivare entro e non oltre la mezz’ora dal fatto – da parte delle guardie.
Nel caso in cui, passata mezz’ora dalla violazione di una regola, un carcerato non venisse punito l’esperimento terminerà anzi tempo e nessuno verrà pagato (quindi nessuno dei 26 vedrà un centesimo dei 14.000 $ promessi). Ma anche nel caso in cui le guardie usassero violenza verso i carcerati, l’esperimento terminerà (e anche in questo caso niente soldi per nessuno).
Queste le regole, la trama è abbastanza intuibile da qui in avanti: le guardie prendono la cosa molto sul serio, i carcerati si sentono oppressi senza motivo, le cose degenerano. Travis e Barris diventano i leader delle due fazioni e si odiano sempre di più. Lentamente cominciano ad acuirsi le frizioni, si inizia con la violenza verbale, poi la situazione sfugge completamente di mano… si arriva fino alle aggressioni che si fanno via via più violente fino a che ci scappa il morto.
C’è una scena, verso la fine, in cui questi tizi si stanno picchiando tra loro. Ci sono guardie e carcerati zuppi di sangue e pieni di bolli ma ancora determinati a farla pagare agli altri per il loro inaccettabile comportamento quando, ad un certo punto, suona forte una sirena. Questo annuncia ai partecipanti che l’esperimento è chiuso.
A questo punto tutti si guardano e smettono di picchiarsi. Ora che l’esperimento è concluso, non c’è più uno scopo per continuare la farsa del buono e del cattivo. Nessuno di loro era una persona cattiva prima dell’esperimento, ma tutti uniti avevano dato vita ad un vero e proprio macello. Tutti i sopravvissuti, ora che l’esperimento è finito, si sentono stupidi ad essersi comportati così. Quando riprendono a parlarsi, ora che l’esperimento è finito, non riescono neppure più a guardarsi negli occhi l’uno con l’altro tanto è l’imbarazzo e la vergogna.
Quando questa mattina mi sono trovato di fronte la foto del cadavere di quel bambino, mi è tornata in mente quella scena.
Guardavo quello scricciolo a terra, sulla sabbia, e non mi veniva in mente di chiedermi come si chiamasse, di dove fosse, in cosa credesse, cosa mangiasse, come si sarebbe vestito o cosa avrebbe votato… l’unica domanda che avevo in mente in quel momento (e che mi ritorna in mente da stamattina) è: quanto ancora le cose dovranno andare avanti così, in questo Mondo, prima che qualcuno decida che è finalmente giunto il momento di suonare la sirena?