Go Home – A casa loro è un progetto che nasce dal basso, che più basso di così non si può, dalle singole persone.
Da tutti gli amici, le associazioni, i centri sociali, gli artisti e i richiedenti asilo che ci hanno dato una mano a costruire un film fuori di testa che parla di una manifestazione per chiudere un centro di accoglienza che finisce in un’apocalisse zombie, di un ragazzetto neofascista (interpretato da Antonio Bannò, che non avete idea di quanto sia bravo, ragazzi) che si rifugia proprio all’interno del centro di accoglienza, che nel frattempo è diventato l’unico luogo sicuro al mondo.
Il tutto scritto e co-prodotto da me, e girato da Luna Gualano, che ha mosso mari e monti per due anni per riuscire a mettere su questo delirio.
È un progetto fatto da persone che hanno dato tutto, davvero, per riuscire a farvi mettere per un’ora e mezza nei “loro” panni, per farvi vivere per un po’ “a casa loro”, con gli zombie che rantolano fuori dalla porta.
Lo zombie è la metafora perfetta, per il momento storico che stiamo vivendo.
Perché lo zombie non è cattivo, lo zombie non odia consapevolmente.
Uccide semplicemente mosso da un istinto primitivo: la fame.
Non pensa, non ragiona, si muove in branco ed è del tutto inconsapevole e, perciò, anche incolpevole, “innocente”, in un certo senso.
È questo che fa più paura della figura dello zombie: l’assenza.
Di tutto, eccezion fatta per la fame cieca.
Dall’altra parte, chiusi nel centro e protetti dalle mura di quel posto senza tempo, ci sono i vivi.
Compreso Enrico, il ragazzo neofascista che era lì per invocare la chiusura dell’unico posto al mondo che, adesso, sembra essere riuscito a dargli un rifugio sicuro.
Gli voglio bene, a questo film, e non solo perché l’ho scritto e co-prodotto, o perché l’ha girato Luna.
Gli voglio bene perché dietro c’è uno sforzo immenso da parte di tantissime persone che hanno creduto sin da subito che potesse rappresentare “un segnale”.
Ho letto alcuni che, parlandone, hanno scritto (in maniera molto carina) che è un film “necessario”. Ma se devo dirvi la verità, a me non piace mai quando qualcuno scrive che un’opera (bella o brutta) è “necessaria”. Niente è “necessario”, nessuno di noi lo è. E non è “necessario” neanche questo film. È uno sforzo. Una prova. Un’idea, un piccolo segnale che noi tutti volevamo dare.
Perché per noi, quei richiedenti asilo che oggi fanno tanta paura a molti, sono state davvero delle “risorse”, come piace dire ironicamente a Salvini. E noi siamo stati “risorse” per loro. È un film fatto da “risorse” assieme ad altre “risorse”, insomma. Del resto “risorsa” deriva dal latino “resurgĕre”, che significa, appunto “risorgere”.
E con gli zombie siamo sempre in tema. Senza attingere alle “risorse” dello Stato, però, il film è stato girato senza un euro di contributo pubblico, in nessuna forma.
Potrete assistere al film il 19 ottobre alle 22.30 all’Auditorium, Sala TimVision.
In replica il 21 ottobre alle 14 al cinema Admiral.
I biglietti saranno acquistabili dal 12 ottobre, dalle 9 di mattina in poi, alla biglietteria dell’Auditorium (Viale Pietro De Coubertin 30), del Villaggio del Cinema (Viale Pietro De Coubertin) e del My Cityplex Savoy (Via Bergamo 25) oppure su:
www.romacinemafest.it
www.ticketone.it
Per ora eccovi il trailer.
Spero che vi piaccia.
Un ragazzo di estrema destra si rifugia in un centro di accoglienza durante un’invasione zombie.L’unico luogo sicuro al mondo è proprio quel posto che lui non voleva. Go Home – A casa loro, un film di Luna Gualano.In anteprima assoluta ad Alice nella città – Festa del Cinema di Roma.
Publiée par Go Home – A casa loro sur Vendredi 5 octobre 2018