Ebola: testato il vaccino in Guinea, risultati promettenti

1 Agosto 2015
Giulio Chinappi
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Ebola Map

Originatasi nel febbraio 2014 in Guinea, l’epidemia della malattia del virus ebola si è successivamente diffusa in numerosi Paesi dell’Africa Occidentale, in particolare in Liberia, Sierra Leone, Senegal, Mali e Nigeria, con alcuni casi che sono stati registrati anche in Europa e negli Stati Uniti. In tutto, sarebbero più du undicimila i decessi causati dall’epidemia su un totale di quasi ventottomila casi sospetti, anche se il 99% delle morti riguarda Liberia, Sierra Leone e Guinea, i Paesi più poveri e dal sistema sanitario più carente tra quelli coinvolti. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha successivamente dichiarato conclusa l’emergenza in Senegal, Mali e Nigeria, mentre in Liberia si registrano ancora casi isolati. Gli unici Paesi nei quali l’epidemia è effettivamente ancora in corso sono dunque la Guinea e la Liberia, dove a patire la situazione è anche il settore economico, visto che i due Paesi sono stati praticamente isolati anche per quanto riguarda commerci ed investimenti.

Proprio in questi giorni, la testata britannica “The Lancet” ha pubblicato i primi risultati dei test del vaccino VSV-EBOV, utilizzato per la prima volta in Guinea. Al momento, i risultati sono stati giudicati incoraggianti e promettenti, in quanto il vaccino ha dato esito positivo in tutti i casi di utilizzo (100% di efficacia), come ha annunciato Margaret Chan, direttrice generale dell’OMS. La Guinea del presidente Alpha Condé ha accettato la prosecuzione dei test per verificare se il vaccino sia in grado di conferire l’immunità collettiva a tutta la popolazione. Se i risultati dovessero essere ancora positivi, a cambiare sarebbe l’intera gestione dell’epidemia, poiché sarebbe possibile concentrarsi sui casi di coloro che sono già malati, limitando fortemente o annullando del tutto i casi di nuovi contagi.

Il metodo utilizzato sarà quello della cintura di protezione, già utilizzata per eradicare il vaiolo. Il procedimento da seguire è quello di vaccinare tutte le persone che sono in contatto con un malato, eliminando la possibilità di una propagazione del virus. Dal 23 marzo 2015, più di quattromila persone si sono sottoposte volontariamente al vaccino, compresi tutto che lavorano a stretto contatto con i malati.

GIULIO CHINAPPI
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