Cancro, congelare gameti dei malati non è più una eccezione

28 Febbraio 2015
Aurora Scudieri
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cancro ovuliLa malattia non può e non deve bloccare la loro vita, e neppure quella dei loro futuri figli. Preservare la fertilità delle donne e degli uomini affetti da cancro, evitando cure che le rendano sterili e congelando i loro ovuli e spermatozoi in tempo è la nuova sfida del mondo dell’oncologia.

Secondo i ricercatori del centro CHU di Toulouse, che hanno studiato i dati forniti da 23 Centri di studi e di conservazione di ovuli e sperma (Cecos) sui campioni di giovani donne con meno di 20 anni, quello che un tempo sembrava impossibile oggi deve essere la routine. “I nostri risultati mostrano il bisogno di modificare decisamente le politiche della salute pubblica per facilitare l’accesso alle cure di riproduzione alle pazienti affette da cancro” scrivono gli autori dello studio pubblicato sulla rivista americana «Fertility and Sterility».

Dalla legge sulla bioetica del 2004, i medici hanno l’obbligo di informare ogni paziente sulla conservazione dei gameti, prima di iniziare un trattamento che metta a rischio la propria fertilità. Si tratta di una informazione “psicologicamente importante” non solo per una “prospettiva positiva” che preannuncia una guarigione, ma anche perché l’infertilità è uno degli aspetti più difficiltosi da vivere per i pazienti. Tutto si deve ancora fare ma molto già è stato fatto, come spiega lo studio: dei depositi di sperma di adolescenti o giovani adulti con cancro si trovano presso il Cecos e sono aumentati del 9,5 % dal 1973 al 2007. In particolare nella fascia di età 11-14 anni che avevano svolto l’1 % dei depositi nel 1986 e il 9 % nel 2006. In totale, su 4.345 ragazzi da 11 a 20 anni malati di cancro che si sono rivolti al Cecos, 4.314 hanno deciso di far congelare il proprio sperma e l’operazione è stata realizzabile per 3.616 di loro.

In Francia, nella prima metà del 2000, si stima che un giovane tra i 20 e i 30 anni su 1000 ha dovuto affrontare delle complicazioni dovute a trattamenti medici per il cancro ricevuti durante l’infanzia. I minori di 18 anni rappresentano il 10 % delle conservazioni di spermatozoi secondo un rapporto stilato nel 2013. Secondo uno studio svedese, realizzato tra il 2003 e il 2007, le disuguaglianze sarebbero legate soprattutto al sesso del paziente (80 % dei maschi verrebbero informati dei rischi sulla fertilità e il 68 % riceverebbero informazioni sulla conservazione, contro solo il 48 % delle ragazze informate e il 2 % sulla conservazione).

Come spiega l’INCa, la conservazione dello sperma è possibile a partire dai 12 anni, prima di questa età non sarebbe possibile. Per le ragazze invece, la conservazione precoce gli ovuli sarebbe ancora in fase di sperimentazione.

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