Uomini "incastrati" dalla paternità

25 Gennaio 2015
Aurora Scudieri
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Father Watching His Infant SleepCi sono donne che, davanti alle lancette dell’orologio che avanzano veloci, superati i 35 anni e con un compagno che non si decide ad impegnarsi o storie che non diventano mai serie, decidono di “fare da sole” e di prendere una delle decisioni più importanti del mondo, quella di mettere al mondo un figlio, senza consultare il futuro papà.
Chiamatelo inganno, chiamatela presa di posizione, chiamatela decisione di tracciare il proprio destino senza fregarsene molto di quello di chi ti vive accanto, ma di donne così ce ne sono molte.
Spesso mentono, fingono di prendere ancora la pillola mentre in realtà l’hanno sospesa. Altre volte cercano una storia di poche notti, per poi ritrovarsi incinta e decidere di metter su famiglia senza una vera figura paterna per il proprio figlio.

Ho conosciuto donne così. Alcune erano appena uscite da una storia lunga molti anni, con un compagno che non aveva alcuna intenzione di impegnarsi e, trovato un nuovo amore, avevano deciso di mettere subito le cose in chiaro agendo, ossia, facendo i calcoli giusti per restare incinta. Spesso non ne avevano neppure parlato con l’altro che, di sicuro, essendo uomo, avrebbe solo detto “è troppo presto”. Ma le donne, quando si avvicinano ai 35 anni, iniziano a provare un senso di panico se non sono ancora mamme. Vedono il loro corpo cambiare, dare i primi segni di vecchiaia, e comprendono che anche a livello delle proprie ovaie qualcosa sta cambiando. Le possibilità di diventare madri calano velocemente e il desiderio aumenta. Magari si sono anche sistemate con il lavoro e tutto, a parte l’indecisione del partner, è perfetto per dare alla luce un erede.

Ho conosciuto anche alcune donne che hanno deciso di tenere il figlio avuto da una relazione conclusa e magari di non dire nulla al padre. Hanno cresciuto il bambino da sole, si sono “vantate” di essere ragazze madri senza mai chiedere al padre se questo volesse esserlo. E poi, dopo molti anni, quando magari il bambino iniziava già ad affacciarsi verso l’adolescenza, sotto pressione del figlio che iniziava a porre la dura domanda “chi è mio padre?” si sono ripresentate alla porta di quell’uomo assente suo malgrado, presentandogli il figlio che forse avrebbe voluto ma che oramai ha già perso. Talvolta queste donne ne approfittano anche per chiedere gli alimenti mancati, e per portare in tribunale questi padri ingannati.
Nel 2011, secondo uno studio svolto in Francia, solo lì 3400 cause di riconoscimento o contestazione della paternità sono state avviate. 3400 padri che non sapevano di esserlo…
Nella maggior parte del casi si tratta del frutto di relazioni di poche ore. E dopo qualche anno scatta l’obbligo di pagare un sostentamento per la crescita del piccolo.
In altri casi il rapporto c’era ma l’intenzione di avere un bambino era a senso unico. Sentendosi “ingannato” il neopadre è fuggito, scappando anche dagli obblighi familiari. La legge però non accetta ripensamenti o obbliga il papò a versare un assegno mensile.

Si tratta in questi casi di uomini bastardi che sono fuggiti o di donne manipolatrici? Fare un figlio a tutti i costi è giusto? Se non si condivide un progetto di vita non c’è amore e quindi è forse meglio cercare di imbarcarsi in un’altra relazione nella quale l’uomo desidera una famiglia numerosa proprio come noi.

 

 

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