Tracce di vita nello Spazio

18 Dicembre 2014
Giovanni Pili
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Tracce di vita su Marte e sulla Cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko. Su Venere invece si conclude la missione Venus Express, altro pianeta in cui era presente l’acqua in passato. Oggi il pianeta è più caldo di un forno da cucina e la sua densa atmosfera è ricca di sostanze tossiche.

marteCuriosity, dopo due anni di lavoro nel cratere marziano Gale, ha rilevato recentemente tracce di metano nelle rocce. Questo gas è indizio di forme di vita attuali o precedenti? Potremmo scoprirlo più presto di quanto pensiamo. Questa scoperta si deve agli ultimi due mesi di campionamenti delle rocce marziane. Si tratta di “metano fluttuante”, i cui valori registrati si dissipano dieci volte a grande velocità. La causa di questo fenomeno è ancora sconosciuta.

Tra i dirigenti dell’ESA c’è chi non si stupisce più di tanto, come Enrico Flammi:

«La presenza di picchi di concentrazione di metano su Marte non è una novità, si riscontrarono concentrazioni di metano in alcune parti della superficie marziane … Il dato innovativo è che quello era un dato ottenuto in “quota”, dall’alto verso il basso, mentre ora è stato riscontrato da un’analisi compiuta dal rover della Nasa dal basso verso l’alto. Inoltre permette di escludere una delle possibili tre cause per la produzione di queste concentrazioni di metano: quella vulcanica. Infatti il cratere di Gale non riscontra presenza di attività vulcanica nel passato di Marte».

Paul Mahaffy, della NASA è ancora più prudente:

«E’ solo la misurazione di un singolo punto per cui è troppo presto saltare a conclusioni affrettate … Quindi tutto ciò che possiamo realmente fare è essere aperti alle possibilità. Certamente dovremmo avere una mente aperta. Forse ci sono microrganismi su Marte che producono metano, ma non si può dire che con certezza. E’ solo speculazione a questo punto».

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Novità da questo punto di vista cominciano ad essere confermate anche dalla missione Rosetta, come già timidamente accennato in precedenza. In questo caso parliamo del Deuterio, isotopo dell’Idrogeno, nel nostro pianeta si trova in abbondanza. Trovarne in giro nello Spazio potrebbe essere un indizio importante a favore della Panspermia, o per lo meno dell’origine spaziale delle acque presenti sulla Terra. Stando alle recenti analisi anche sulla cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko è presente questa sostanza. Questo era noto già prima dell’acometaggio, i dati risalgono all’agosto scorso. Le novità più importanti – al momento – sono state raccolte proprio oggi.

PARLA ITALIANO TOP TEN SCIENZA 2014,CON ROSETTA E SUO PILOTAEsiste uno strato di polveri organiche sulla superficie della cometa, che si è rivelata essere più calda del previsto, simili a quelle che si registrano in Antartide. Ormai è chiaro al di là di ogni ragionevole dubbio che esistono materiali organici laggiù, di grande complessità, basati sul carbonio.

Anche qui persiste l’enigma tra l’indizio di forme di vita attuale o precedente, a cui si aggiunge l’eventualità che non si possa sviluppare niente di così progredito se prima non giunge in un pianeta con ulteriori requisiti necessari allo sviluppo e conservazione della vita. La cosa più importante è che queste sostanze vi si trovano in maniera estremamente stabile, il che contribuisce ancora di più ad avallare la teoria della Panspermia.

Marte, Terra e Venere da tempo vengono considerati pianeti gemelli, ragione per cui è legittimo provare non poco scetticismo di fronte a comunicati che pretendono di aver trovato pianeti in grado di ospitare la vita in altri sistemi solari, come avevamo trattato in precedenza. Questi tre pianeti sono un esempio di quanto sia importante la distanza dalla stella che fornisce energia al Pianeta, non dev’essere né troppo lunga, né troppo corta. Sappiamo ormai con una certa sicurezza che nei gemelli del nostro pianeta un tempo ci fossero oceani e forse è esistita anche la vita.

venus expressSi è conclusa giusto oggi la missione Venus Express. La sonda europea ha ormai esaurito il carburante, dopo otto anni di onorato servizio attorno a Venere. Ci ha permesso così di ottenere nuove informazioni sulla superficie di questo pianeta. Molte sono ancora in via di studio. Più calda di un forno, Venere presenta ancora attività vulcanica, un tempo erano presenti degli oceani, la sua vicinanza eccessiva al Sole ne ha determinato col tempo la scomparsa. Oggi la sua atmosfera è ricca di gas tossici, difficile – anche per le condizioni proibitive alle apparecchiature di ricerca – trovare tracce di vita passata.

Le condizioni di questi due pianeti e lo studio delle comete sono un invito non emendabile a riflettere su quanto siamo fragili e quanto sia necessario un cambiamento di paradigma, economico e sociale, per conservare la nostra esistenza.

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