Due neonati buttati via in poche ore

24 Novembre 2014
Imma I.
Per leggere questo articolo ti servono: 2minuti

manina1

Due storie diverse ma uguali. Due abbandoni. Due bambini appena nati buttati via come se niente fosse, per loro l’unico destino la forza di sopravvivenza, la selezione naturale.
La piccola non ce l’ha fatta, lui sì, ma continua a lottare con le sue forze per tenersi la sua vita.
Due storie tristissime successe ai lati opposti della terra.
Il piccolo abbandonato in un tombino a Sydney, in Australia, subito dopo il parto con ancora la copertina dell’ospedale addosso e il cordone ombelicale tagliato. È rimasto sei giorni in quel tombino, resistendo fino allo stremo delle forze, piangendo come un disperato affinché qualcuno lo raccogliesse e lo accudisse. Il suo angelo è arrivato, una ragazza che stava facendo una passeggiata in bicicletta con suo padre ha sentito i suoi vagiti. All’inizio pensavano che fosse un gattino poi hanno capito che si trattava di un bambino. Ci sono volute sette persone per spostare il coperchio di cemento che richiudeva il giaciglio del piccolo. È sopravvissuto a temperature oltre i 40 gradi, era denutrito e disidratato, le sue condizioni sono critiche ma stazionarie.
Chi ha saputo della storia ha portato vestitini e giocattoli, ma nessuno ha potuto vederlo, ora è sotto la tutela dello Stato.
Non è andata così per la piccola ritrovata in un cassonetto a Palermo da un clochard, subito è stato allertato il 118. Lei aveva ancora il cordone ombelicale attaccato, è morta in ospedale mentre cercavano di rianimarla. Ma l’insufficienza respiratoria ha vinto, il suo cuoricino non ha retto.
La madre australiana è stata rintracciata, pare che stia soffrendo di una crisi depressiva post partum, ora dovrà rispondere in Tribunale di tentato omicidio, l’altra mamma invece non si sa chi sia, né dove abbia partorito la piccola.
Due storie amare che riaprono il discorso sull’aborto, sulla possibilità di scegliere se tenere o meno un bambino e non condannarlo a un abbandono repentino.
Non è mai facile decidere di rinunciare a un figlio ma come si fa a tenerlo dentro di sé, a metterlo al mondo e poi decidere di buttarlo via come un sacchetto dell’immondizia?
Incredibile. Non ci sono parole.
Quanta ignoranza ancora regna? E quanta solitudine c’è dietro queste donne?
Quale persona sana di mente farebbe una cosa del genere e come si può lasciare a se stesse persone con disturbi così evidenti?
Profonda tristezza e amarezza. Speriamo che la nostra energia aiuti il piccolo a superare questi giorni critici e che la vita sia più gentile con lui, trovando dei genitori che lo amino per davvero.

Imma I.

L'AUTORE
SOSTIENI IL PROGETTO!
Sostienici
Quanto vale per te l’informazione indipendente e di qualità?
SOSTIENICI