Quadri del pittore antimafia Gaetano Porcasi censurati dal gruppo "Crocetta Presidente"

7 Giugno 2013
Maria Melania Barone
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Esclusivo: Gaetano Porcasi, pittore antimafia che ha una galleria d’arte proprio nella casa di Bernardo Provenzano, è stato censurato dal gruppo “Crocetta Presidente”. La rete protesta.

Foto di Gaetano Porcasi, pittore antimafia

Foto di Gaetano Porcasi, pittore antimafia

Gaetano Porcasi non è un semplice attivista antimafia, è un pittore che con la sua arte racconta delle realtà scomode della sua terra la Sicilia e l’Italia intera. I suoi quadri sono dei veri e propri ritagli di giornale riportati olio su tela, quadri che raccontano in modo critico fatti scottanti come le Brigate Rosse, le stragi di mafia, le vittime di mafia, Paolo Borsellino, Chinnici, Falcone, la massoneria e tanto altro. Per far conoscere la sua pittura sicuramente singolare ha usato i social network con cui è riuscito a condividere la sua visione critica della realtà. Grandi riscontri positivi anche sul gruppo del Presidente della Regione Sicilia, Renato Crocetta che ha da sempre apprezzato la sua pittura ma, evidentemente, chi gestisce il sito per il Presidente non ama vedere continuamente quadri postati all’interno del gruppo e così annuncia: “Saranno cancellati“.

Fortissime le reazioni dei membri del gruppo dove un utente di nome Sonny ha commentato così: “Sonny Foschino Cassata …il museo contenente le sue opere è visitato da 17.000 studenti ogni anno…  e si trova nella casa del boss Bernardo Provenzano. Poi se vogliamo continuare a vedere male facciamo pure. Gaetano Porcasi, assieme all’unica persona degna di essere chiamata padrino in tutta la nostra Sicilia che è Salvo Vitale, amico intimo di Peppino Impastato e conduttore di Radio AUT“.

Circa 150 i commenti di cui molti negativi contro i responsabili alla comunicazione di Crocetta.

Gaetano Porcasi, lei è un ormai noto pittore antimafia. Come ha influito la sua pittura, la sua incredibile forma di arte nel suo paese?

G.P. Nel mio paese sono tutti artisti o  grandi esperti di arte, quindi la mia pittura non ha avuto grande influsso, perché chi sa tutto non ha bisogno di sapere altro, sia perché, se quest’altro è conforme alle sue idee, non c’è bisogno di seguirlo, sia perché se lr sue idee sono diverse dalle mie, sono sbagliate, quindi non c’è neanche bisogno di seguirlo. In atri termini Partinico è un paese intriso di subcultura mafiosa e finge di ignorare l’esistenza di quest’arte.

Per farsi conoscere ha usato anche il supporto dei social network?

G.P. Si, non rifuggo da interviste televisive o dal partecipare a gruppi su Facebook

E come mai ha lamentato il fatto di essere stato censurato dal gruppo “Crocetta Presidente”, gruppo ufficiale del Presidente Renato Crocetta? E chi è il responsabile di tutto questo?

G.P.Credo che bisognerebbe chiedere la risposta a chi ha aperto questo gruppo e crede di esserne responsabile. Se non sbaglio si tratta di una ragazza che prima gestiva il blog “Fascio e Martello” e dopo che Crocetta ha licenziato i 15 caporedattori assunti da Cuffaro, ha preso il posto di questi. Per quanto il fascio non mi sia mai piaciuto, c’è stato un buon rapporto con questa addetta stampa, sino a quando, caricandosi non so di quale senso di responsabilità, ha deciso che dieci quadri antimafia erano troppi, e pertanto li ha rimossi.

Ma lei ha mai espresso nei suoi commenti o nei suoi quadri una qualche forma di critica nei confronti di Crocetta?

G.P.No. Crocetta ha voluto la mia presenza a Bruxelles e ha partecipato all’inaugurazione di alcune mie mostre, dimostrandosi sempre interessato dal messaggio che la mia pittura comunica.

Cos’è che la indigna di più?

G.P.Che certe persone assumano su di se incarichi e decidano autonomamente atti senza rifletterci troppo. Nel nostro caso credo che all’interessata manca la giusta professionalità.

Hanno censurato anche qualche suo quadro postato all’interno del gruppo?

G.P. Non mi risulta

Perchè pensa che ci sia stato un simile atteggiamento? Lei ha davvero fatto spam come ha dichiarato l’ufficio stampa del Presidente? Oppure è chi gestisce il gruppo che ha provato qualche forma di stress e di fastidio per le sue attività molto frequenti?

Penso che sia valida la seconda possibilità. Credo che Crocetta non sappia niente di tutto questo, perché si è circondato di una cintura di protezione fatta da una serie di persone dalle quali bisogna passare, prima di poter arrivare a lui: da questo aspetto è più facile parlare col papa che con Crocetta. Tutto questo finisce con il renderlo lontano dalla realtà e dai problemi presenti sul territorio. Per esempio, sono convinto che nulla egli sappia dello scippo di territorio che si sta consumando a Terrasini con la costruzione di un ecomostro in un posto incantevole.Tutto e l’importanza di ciò che compone il tutto, è deciso prima che arrivi a lui. Se mai mi capitasse di potergli parlare gli proporrei il ritorno a un maggiore contatto con la gente e il licenziamento, senza problemi, di altra gente che, invece di dargli una mano nella sua volontà di rivoluzione, si fa peso non so di quali responsabilità e finisce con il rendere più lontano dal suo progetto chi invece, come me, vuole collaborare con il suo lavoro attraverso l’arte e il messaggio civile presente nei miei quadri, forse scambiando tutto ciò, chissà, per un tentativo di commercializzazione. Insomma, ill fatto che io decido quanti quadri si possono mettere in un sito e che si fa così, mi ricorda molto il fascio, anziché il martello.

 Seguono le foto dei quadri di Gaetano Porcasi e gli screen shot del POST in cui i gestori del sito ufficiale Crocetta Presidente annunciano la cancellazione dei quadri antimafia.

Il POST è visibile cliccando QUI e il gruppo è “aperto” quindi tutti i suoi contenuti sono pubblici compresi i commenti. Nonostante ciò pubblicheremo gli screen-shot dei commenti occultandone i nomi.

Da sinistra a destra: Olio su tela 120x50. Aldo Moro, Brigate Rosse; La razza padrona; Olio su tela 100x120. L'opera rappresenta il clientelismo, le pecore, i voti. I signori seduti sono i politici, la casta.

Da sinistra a destra:
Olio su tela 120×50. Aldo Moro, Brigate Rosse; La razza padrona; Olio su tela 100×120. L’opera rappresenta il clientelismo, le pecore, i voti. I signori seduti sono i politici, la casta.

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L'AUTORE
Giornalista pubblicista nasce a nel cuore di Napoli ma vive in molte città italiane, dopo aver compiuto studi umanistici si interessa al mondo editoriale con particolare attenzione alla politica, ambiente e geopolitica.
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