La neoeletta parlamentare Cécile Kyenge viene offesa dai leghisti

7 Marzo 2013
Viviana Passaretti
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Cécile Kyenge KashetuCécile Kyenge Kashetu è una neoeletta parlamentare del PD modenese, ha origini congolesi e vive in Italia dal lontano 1983 dove resiede a Gaggio in Piano vicino Castelfranco Emilia. Conosciuto l’esito delle votazioni, ha immediatamente rassegnato le proprie dimissioni dal Consiglio Provinciale per dedicarsi a pieno al nuovo impegno politico, ma la sua nuova posizione ha generato la rabbia dei leghisti.

Su Radio Padania, nel corso della trasmissione “Il punto politico” alcuni ascoltatori militanti del Carroccio, intervenuti telefonicamente, hanno rivolto alla deputata le seguenti parole: “Dovremmo fare i kamikaze giapponesi: prima del gesto estremo, ucciderne minimo 20 di loro!” per poi continuare dicendo “Basta far fuori loro perché poi ammazzarsi non vale la pena”. Nessuna denuncia o risposta diretta è ancora seguita, ma in tantissimi le hanno inviato messaggi di solidarietà.

L’onorevole Cécile Kyenge alle porte dell’8 marzo, giorno che celebra la festa della donna, congiuntamente alle nuove parlamentari modenesi del partito democratico, ha, nel frattempo, diffuso una nota a favore del mondo femminile che esige un cambiamento innanzitutto culturale. In tale nota si legge: “Il cammino per rendere l’Italia un Paese per donne è ancora lungo. Le riforme da affrontare per consegnare agli italiani una democrazia compiuta, che rappresenti donne e uomini, devono partire dal lavoro e dalle carenze del welfare, passando per un diritto di cittadinanza per tutti, per arrivare fino alla violenza portata alle estreme conseguenze del femminicidio… E’ per questo che lanciamo una proposta che può sembrare una provocazione. L’Italia deve ratificare la Convenzione di Istanbul sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica. Potrebbe essere questo il primo atto del nuovo Parlamento – che per la prima volta vede un così alto numero di elette – per dimostrare la capacità di inserirsi in un percorso europeo che guardi non solo alla finanza ma anche ai diritti”.

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