Non tutte le donne vogliono diventare madri

15 Novembre 2013
Redazione YOUng
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Volendo fare un gioco di associazioni, quali aggettivi e sostantivi assocereste alla parola donna?

In molti sicuramente la parola maternità.  Perché si sa il ruolo (imposto) della donna è l’essere mamma e moglie.

nochildren-Donna è sinonimo(?) di maternità, e una donna che non procrea è spesso vista dalla nostra società come incompleta ed egoista.

Noi ci sentiamo “donne vere” e “donne complete” quando abbiamo la possibilità di compiere scelte per noi stesse in modo del tutto autodeterminato e libero. Qualunque sia la strada che abbiamo deciso di percorrere.

La maternità è una scelta, non un destino al quale non ci possiamo sottrarre.

Una nostra lettrice, dopo aver condiviso con noi una sua esperienza, ci racconta nuovamente una conversazione, questa volta  riguardante la maternità, la scelta di non avere figli e le sue riflessioni:

 Il secondo fatto che mi è accaduto trovo che sia analogo a questo appena raccontato: a cena dalla sorella del mio fidanzato, lei con un bimbo di dieci mesi, e chiacchieravo con lei e con il suo compagno. Io ho maturato la decisione di non voler essere madre: penso che fare figli sia un diritto, anzi, ormai un privilegio, e non un dovere, eppure, quando la gente sente che dico questo, mi addita come una pazza….O, peggio, reagisce come il compagno di mia cognata: “Ma hai soltanto 25 anni, avoja a crescere!“.

Nulla è più umiliante di queste parole.

Io ho deciso già a suo tempo che non volevo essere madre, un po’ perché sono portatrice sana di una rara malattia genetica che mio fratello ha contratto ma io no, (malattia che però potrei trasmettere ad eventuale prole, anche se con poca probabilità, ad essere sinceri),ma soprattutto perché NON VOGLIO.

Sembra così semplice….ma così difficile da capire, per le persone.

Io non voglio avere figli per tanti motivi che ho maturato con tantissime riflessioni negli anni: per esempio, non voglio procreare in questo Paese, né in questo periodo storico, e, ad essere ancora più brutalmente sincera, temo che non avrò molto da offrire ai miei figli. Sarò per sempre precaria (non voglio emigrare), non avrò mai la pensione; voglio anche dedicarmi totalmente alla mia carriera, lavoro con utenti (minori e non) in situazioni di disabilità, e so perfettamente che vorrò concentrarmi su questo. So che una cosa non esclude l’altra, ma io tutto questo desiderio di avere un bimbo proprio non ce l’ho. Adoro i bambini, e certamente in me sento l’istinto materno, ma da qui ad avere un “appendice” (così l’ho scherzosamente chiamato, facendo inorridire tutti i presenti) che mi starà sul groppone per tutta la vita, a cui voglio e DEVO poter garantire l’istruzione universitaria, e poi pagargli l’affitto, insegnargli dei valori che potrebbe anche rifiutare, e accettare l’idea che potrei anche dare la vita ad una persona che sarà completamente diversa da me, e magari rifiuterà le mie idee.

Per tutta questa serie di motivi io non voglio essere madre: quello che faccio e quello per cui mi batto, insorgo, manifesto e lavoro senza stipendio, mi appaga tantissimo. Pensandola in senso lato e filosofico, io sotto quest’ottica ho già tanti figli.

Il compagno di mia cognata si è messo a ridere molto paternamente, e , prendendo in braccio suo figlio, mi ha detto: Avoja a crescere. Aspetta e spera. Tra dieci anni ne riparliamo.

Sicuramente io non sono così arrogante da pensare che non cambierò mai idea, però, in verità, il mio non voler procreare è anche una cosa di cui sono abbastanza sicura: d’altro canto non ho detto che non voglio figli per paura delle smagliature, bensì per molti e validi motivi su cui ho riflettuto molto.

La tracotanza e la prepotenza di certi individui, così sicuri che ogni donna si sciolga dal desiderio di essere moglie e mamma, e anche, diciamolo, di tante donne, che ti guardano male e che dicono che un figlio ha dato un senso alla loro vita (cosa di cui non dubito, intendiamoci: però mia cognata, per esempio, mi ha rivelato che la sua vita PRIMA del bambino non aveva senso….)

Ebbene, questa tracotanza deve finire.

Vorrei potermi sentire sicura di ciò che dico, e non così sola come invece mi sento adesso.

Ribloggato da BamboleDiavole.it

L'AUTORE
La redazione di YOUng
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