Beatrice, la bambina che diventa una statua

6 Marzo 2013
Valentina Sanseverino
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Muove gli occhietti di qua e di la, con lo stupore e la curiosità dei bimbi della sua età, versa silenziose lacrime, accenna timidi sorrisini alla mamma e al papà.

Poi basta.

Per il resto Beatrice Naso, 3 anni e mezzo, è come una fredda statua o una delicata bambolina.

I media l’hanno già soprannominata “la bambina di pietra” a causa di un male sconosciuto, diagnosticatole all’età di 7 mesi, che la provoca la calcificazione delle parti molli delle articolazioni.

beatrice e famiglia-2Lo ha scoperto la mamma Stefania che, mentre la massaggiava delicatamente dopo un bagnetto, le ha rotto un polso: la corsa folle in ospedale, la radiografia e poi la tragica scoperta. Il male di cui soffre Beatrice, nata al termine di una gravidanza normalissima, non ha ancora un nome ed è unico al mondo: si tratta di una misteriosa patologia genetica che ha trasformato il suo corpicino in un’armatura e per cui non esiste una cura.

La famiglia Naso – mamma casalinga, papà operaio – ha ottenuto un’insegnante speciale per la bimba ed è seguita dai medici dell’ospedale Regina Margherita di Torino ma non basta. “Magari, nel resto d’Italia o in altri Paesi del mondo, c’è qualche medico in grado di aiutarci, o qualche famiglia che vive la stessa nostra situazione e può aiutarci ad affrontarla” dichiarano oggi dalle pagine de La Stampa, lanciando un appello al mondo per mettersi in contatto con qualche specialista che ne sappia di più su questo male misterioso e per scoprire se davvero la loro figlia è l’unica bambina sulla faccia della terra a soffrire di tale patologia, ma anche per chiedere al sindaco Fassino di aiutarli a sostenere le spese per una nuova casa a misura di Beatrice.

Quella in cui vivono ora, e per la quale hanno 30 anni di mutuo da pagare, non è adatta alla piccola: “Ha bisogno di un posto dove non ci sia la minima barriera architettonica – spiega la mamma – Noi potremmo anche vendere la casa dove abitiamo, ma dovendo comunque rimborsare il mutuo non saremmo in grado di comprarne un’altra.” Intanto la malattia progredisce: la bimba delicata come una bambola di porcellana rischia di arrivare ad un tale stato di rigidità che i polmoni non la faranno più respirare.

Ma la mamma e il papà allontanano questo pensiero e, come tutti i genitori, pensano solo a garantirle un futuro migliore.

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