L’Arte è un bisogno inalienabile dell’essere umano. La sua perenne fame di tutto ciò che lo possa emozionare, stupire, stimolare ha fatto sì che, nei secoli, l’uomo abbia cercato sempre nuovi modi di darsi questo piacere. Una delle difficoltà che spesso mi capita di riscontrare in chi vorrebbe proporre un suo artefatto è che molto spesso l’artista non sappia andare oltre ciò che ha prodotto; voglio dire, una delle maggiori pecche – nel mondo odierno, ovviamente – di un artista è il “limitarsi” a concepire il frutto dell’espressione di sé, senza però saperlo mettere al centro della caotica scena contemporanea.
La comunicazione tra membri della specie umana è andata oltre la prossemica, il linguaggio corporeo e quello vocale con l’avvento dei social network, delle webzine, dei siti professionali. Che ciò possa essere giusto o sbagliato, non è lecito chiederselo, quanto piuttosto bisogna prendere atto del cambiamento.
Se tutti voi prendeste idealmente uno dei vostri amici che si occupano di musica, poesia, pittura, danza etc., e chiedeste di parlarvi della loro arte, sicuramente vi racconterebbero cosa fanno, come lo fanno e quale sia il significato segreto che vorrebbero trapelasse dai loro artefatti.
Bene. Di artefatti ne è pieno il mondo e competere con più di sei miliardi di individui che si producono in vlog, performance, tribute band, visual art et similia è un qualcosa che va oltre il concetto di competitività. Si rischia fortemente di restare dei perfetti sconosciuti e di non avere mai la possibilità di offrire qualcosa di sé agli altri, se non si è ben seguiti.
Una delle strategie vincenti di attori, politici, personaggi pubblici, ad esempio, è quella di farsi seguire da un manager, un’agenzia, un curatore dei loro Official site.
Per fare qualcosa del genere si immagina siano necessarie grandi cifre, grandi produzioni – insomma – grossi numeri.
Ebbene, quando ho conosciuto i ragazzi di Puglia Off devo ammettere che ho provato un sincero moto di ammirazione per quello che hanno “messo su” questi giovani.
Ve ne parlerò subito.
Puglia Off è una rete tra gruppi artistici pugliesi (con produzioni il cui costo giornaliero è inferiore ai mille euro), Teatri e Spazi pugliesi e Operatori nazionali del settore dello Spettacolo dal vivo che credono si possano fare rappresentazioni di qualità e a basso costo – per fare figo, low budget.
«Uno dei disagi che una gruppo artistico si può trovare ad affrontare, se un suo spettacolo si pone al di fuori della commedia dialettale o dei circuiti ad alta distribuzione, è sicuramente quello di non riuscire – o riuscirci con difficoltà – a proporre il suo lavoro proprio perché considerato Off, cioè “di nicchia”. » – mi racconta Aldo Calò Gabrieli, responsabile dell’organizzazione di Puglia Off – «Con Puglia Off noi offriamo ai nostri iscritti promozione attraverso social e iniziative di vario tipo, nonché una vetrina sulla nostra piattaforma online, attraverso cui le compagnie possono far conoscere le loro produzioni e i teatri o gli spazi fruibili per rappresentazioni live possono proporsi come disponibili ad accogliere nuove proposte in cartellone. Ci occupiamo inoltre di creare delle occasioni, quali ad esempio rassegne, di cui i vari iscritti alla rete possono beneficiare.»
Costituitasi nel 2013 in occasione della partecipazione, con successiva vittoria, al bando Soft Economy indetto dalla Ripartizione Politiche Educative Giovanili del Comune di Bari. Puglia Off sta crescendo come punto di riferimento per il panorama artistico pugliese, tanto da instaurare collaborazioni con l’ateneo barese. Puglia Off attualmente ha un suo “spazio” nel BaLab, laboratorio di creatività e incubatore di idee innovative dell’Università di Bari, definito “forgia dei nuovi Steve Jobs” da Repubblica in una recente incursione-intervista in cui documentava i giovani coinvolti. Prestigiosa anche la collaborazione con l’Apulia Fringe Festival di quest’anno, in qualità di Social Media Partner. Tra le molte attività in corso, quella della rassegna teatrale “Teatro Bravòff”, organizzata assieme all’associazione culturale La Bautta di Bari. “Bravòff” è un’occasione di riscatto: l’attuale Teatro Bravò di Bari, un tempo adibito a cinema, si trova ora a vivere la magnifica incursione del teatro. La rassegna, quest’anno alla sua terza edizione, è iniziata lo scorso 9 Ottobre e si concluderà il 12 Dicembre 2015 .
E non è finita qui: i ragazzi di Puglia Off lavorano sodo, organizzando incontri, conferenze, dibattiti sull’arte, promuovendo iniziative di vario tipo, tra cui anche laboratori formativi aperti al pubblico, con il preciso intento di educare il pubblico alle forme teatrali contemporanee.
Attualmente selezionati su settecento progetti nazionali per l’innovazione culturale tra i quaranta semifinalisti del bando nazionale “Che Fare”, che premia i tre migliori progetti presentati con 50.000 euro a vincitore, questi cinque ragazzi, di età compresa tra i ventiquattro e i trentacinque anni, si ritrovano, in poco meno di un anno di attività, a fare i conti con delle enormi responsabilità, gestite con grande perizia e senso impeccabile dell’organizzazione. Personalmente, li ho visti lavorare come Social Media Partner al Festival di Arti(n)contemporanee Ouverture di Officina Teatro (San Leucio, fraz. di Caserta) tenutosi lo scorso Settembre e, in tale occasione, ho conosciuto due dei cinque membri di Puglia Off: Antonella Leone, Social Media Strategist, e Aldo Calò Grabieli, già precedentemente nominato.
Credo che al teatro siano necessarie figure così determinate e capaci, al contempo dotate di grande umiltà e voglia di fare, affinché il teatro – quello di ricerca, la fiamma contemporanea – non muoia. Spazi con ottime potenzialità sono appassiti senza una buona strategia comunicativa e sovente molte iniziative pregevoli sono rimaste sconosciute. E, in seguito, disabitate. Ne consegue una rabbia che chi è devoto all’arte conosce bene e si ritrova purtroppo spesso a provare, perché per la buona riuscita di una piccola “impresa” culturale si dovranno affrontare difficoltà che vanno oltre le “normali difficoltà”che l’ostinarsi a fare arte comporta.
Il team di Puglia Off è composto da persone non solo sensibili all’arte, ma che di arte vivono e hanno vissuto . Avere un simile approccio alla materia può garantire il giusto grado di empatia verso la realtà artistica con cui ci si va a rapportare e, grazie al sopporto di un ottimale know how degli strumenti necessari a promuovere compagnie, teatri, eventi culturali, conferire solidità professionale alla propria strategia d’azione.
Durante un piacevole pomeriggio trascorso insieme, a far loro da Cicerone nella magnifica Reggia di Caserta, rivolgo ad Antonella e ad Aldo alcune domande – sì, se nel vostro immaginario un’intervista canonica deve esser condotta con registratore o telecamera e non su un prato meraviglioso con fogli e penna imprestati alla giornalista dagli intervistati, ecco…questa non può dirsi certo tale.
Antonella, quale credi sia la cosa più bella che ti ha dato l’ entrare a far parte di questo team?
La bellezza dello scoprirsi giorno dopo giorno. Lavorare a contatto con il gruppo e con le persone che incontriamo nelle nostre attività mi ha permesso di scoprire cose nuove su me stessa. Mi vedo crescere mano a mano, attraverso il confronto con più punti di vista spesso diversi dal mio.
Aldo, essendo voi giovani brillanti, sarete sicuramente un fioccare d’idee. Come riuscite a convogliare il vostro entusiasmo in un progetto?
Anzitutto incontrandoci spesso. Tutte le settimane abbiamo almeno una riunione in cui ci scambiamo opinioni e proposte. Ovviamente ne abbiamo di così tante e diverse che non tutte saranno attuabili, ma la cosa importante è essere chiari e diretti tra noi. Pensare prima al benessere del gruppo Puglia Off e mai risentirsi, perché bisogna essere fecondi soprattutto nei fallimenti.
Per sostenere chi sostiene l’arte, chi desidera può farlo – entro il 5 Novembre 2015 – con un voto online su www.pugliaoff.it/chefare
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Maria Pia Dell’Omo