Dalle decisioni della Corte Suprema americana alla politica estera, osservando sotto la lente d’ingradimento il comportamente di multinazionali, politici e capitalisti con etica, deontologia lavorativa e un pizzico di spirito giornalistico: è questo il magico mondo della satira di John Oliver.
Attore, stand-up comedian e conduttore di Last Week Tonight with John Oliver, ha saputo colmare con quasi sempre impeccabile maestria, il vuoto lasciato dalla disinformazione o, come la definisce lui stesso, dalla cattiva informazione.
Giustamente di parte, senza una matrice ideologica o un messaggio politicamente schierato (cit.), un vero smart liberal e non alla maniera di Bill Maher, ha sviscerato tematiche riguardo il cambiamento climatico, la Shariah, le bugie della politica internazionale e i disastri causati dai ‘cani di Wall Street’.
Il suo meticoloso lavoro e quello della squadra dietro Last Week Tonight è correlato da un fact-checking così compulsivo che potrebbe convincere anche il più testardo dei conservatori repubblicani a dargli ragione.
Edward Helmore, su The Guardian, ha descritto John Oliver così: “Il suo stile tende verso il genere che agli americani piace di più dell’inglese – esagerato, pieno di accenti strani e manierismi, sul tenore dei Monty Python”
John Oliver racconta le moderne assurdità quotidiane con uno stile comico ma corretto, si prende gioco del modo di fare informazione di Fox News (ereditato dal suo mentore Jon Stewart), degli omofobi della Westboro Baptist Church, di quel simpatico razzista conservatore di Donald Trump, della corruzione del calcio e in particolare della FIFA, del ridicolo dibattito GOP avvenuto qualche giorno fa, delle direttive degli stati federali in tema di educazione sessuale e altro ancora. Ha sottolineato le incongruenze delle argomentazioni di chi nega l’esistenza del global warming, ha scremato le scemenze dei creazionisti e l’ipocrisia di Wolf Blitzer e ha saputo raccontare senza le solite convenzioni modaiole moderne le storie di chi sostiene i diritti LGBT.
Il suo potere comico deriva dalla sincera umiltà di chi ha fatto una lunga gavetta, costernata di improbabili presenze cinematografiche, problemi e limitazioni lavorative dovute al suo status di immigrato e ospite degli Stati Uniti D’America (come prevede il più cliché dei sogni, l’American Dream), una lunga gavetta da stand-up comedian, le comparsate nella serie televisiva Community, la conoscenza di Ricky Gervais e Comedy Central ed infine il lavoro al The Daily Show with Jon Stewart. E’ questa sua disarmante umiltà il suo vero potere che lo ha portato, insieme al suo incessante sminuire l’effettivo impatto del suo lavoro, alla conquista del Television Critics Association Award per ‘Outstanding Achievement in News and Information’ e alla candidatura per 4 Emmy Award per ‘Outstanding Variety Talk Series’ e ‘Outstanding Writing for a Variety Series’.
In Italia Oliver è conosciuto tra coloro che hanno una buona padronanza dell’inglese, hanno la passione la stand-up comedy americana, i radical chic (almeno nella mia esperienza personale) e pochi altri. Per il resto della marmaglia nostrana, il tg satirico per eccellenza è Striscia la Notizia. E questo è il male assoluto. Anche perché c’è Saverio Raimondo che su Comedy Central sta facendo un lavoro degno di nota con il suo CCN – Comedy Central News.