Essere mamme è il dono più grande del mondo. La maggior parte delle donne che lo diventano lo hanno voluto con tutto il cuore, hanno lottato per ottenerlo, hanno gioito alle prime notizie positive, ai primi battiti, ai primi movimenti nella pancia. Ma essere mamme è e deve sempre essere una scelta e non una costrizione. Prima di tutto per il figlio, che ha il diritto di sentirsi amato e desiderato, e poi per la donna, che ha il diritto di scegliere.
Per tale ragione sono e sarò sempre favorevole all’aborto, e anche se non esiste al mondo cosa che mi abbia reso più completa di mio figlio, credo che sia giusto che altre donne possano decidere di non avere un figlio.
Per questo ho deciso di inserire, nel mio Blog tutto dedicato a gioie e dolori della maternità, un post che guida verso la scelta dell’interruzione di gravidanza.
Tecnicamente, l’aborto volontario consiste nell’interruzione dello sviluppo dell’embrione o del feto, e nella sua rimozione dall’utero della gestante. A questo si può arrivare per via chirurgica o chimica, nei primissimi mesi di gestazione.
Dietro all’aborto non c’è solo la voglia di evitare la gravidanza indesiderata, ma anche una scelta dovuta a ragioni di ordine medico, come può essere il caso della presenza di gravi malformazioni al feto, di pericolo di salute della madre, o ancora nell’ipotesi in cui il feto sia frutto di una violenza carnale ai danni della madre.
Esistono vari tipi di aborto.
Aborto interno
Il più diffuso è probabilmente il c.d. svuotamento strumentale: effettuato in anestesia parziale, che dura circa 5 minuti e consiste nello svuotamento dell’utero attraverso l’aspirazione strumentale dell’embrione o del feto. A seconda del periodo più o meno avanzato di gestazione verrà effettuato con metodi diversi, come l’isterosuzione (effettuata solo entro le prime otto settimane di gestazione, aspirando l’embrione e l’endometrio attraverso una cannula introdotta nell’utero, senza dilatazione della cervice) o la dilatazione e la revisione della cavità uterina (fino alla dodicesima settimana di gestazione, con dilatamento della cervice per permettere il passaggio delle cannule, ed evacuare dunque la maggiore quantità di parti dell’embrione e della placenta). Dopo le dodici settimane si agisce invece con la dilatazione e lo svuotamento, attraverso l’utilizzo di dilatatori osmotici o meccanici sul canale cervicale.
Aborto esterno.
Si agisce con l’induzione farmacologica per garantire un distacco del feto dall’utero in maniera chimica, senza interventi di natura chirurgica sul corpo della donna.
Esiste poi l’aborto indotto, come l’induzione del travaglio e il parto prematuro: un vero e proprio parto provocato farmacologicamente, al fine di provocare l’espulsione del feto (un metodo che è generalmente utilizzato per poter salvaguardare la salute della donna in casi di grave pericolo nelle gravidanze dopo la dodicesima settimana).
A seconda dei casi, delle problematiche e della settimana di gravidanza i medici decidono come procedere e danno alla donna il diritto di scegliere per la sua vita.