“Life on Mars” era il lento che preferivo quando agli inizi degli anni 70 si facevano le famose ” feste in casa ” che altro non erano che espedienti per rimorchiare quelle ragazze che magari ballando un lento del genere si ” scioglievano”. A questo brano di David Bowie devo la maggior parte delle conquiste di quattordicenne “aspirante casanova”.
Life in Mars era più di un semplice lento, la musica ti avvolgeva fin dalla prima nota e la voce del grande Duca Bianco aveva questa magia particolare , faceva sì che quella canzone sembrasse solo tua , una sensazione che pochi artisti sono riusciti a trasmettere nel corso del tempo. Più tardi ho riascoltato mille volte quella canzone, l’ho passata mille volte in radio e l’ho usata quando avevo bisogno di pensare o di creare qualcosa, per esempio la tenevo come sottofondo quando componevo le filastrocche che poi postavo in rete. Insomma: è stata sempre una specie di scintilla che accendeva qualcosa in me. Le canzoni di David Bowie erano tutte così ma io cito quella che ha avuto un ruolo importante nella mia sfera emotiva e cioè che fa parte della mia vita. Per questo quando ho appreso la notizia che il Duca se n’è andato invece che postare la solita pappardella sulla bravura di Bowie ho preferito raccontarvi perché mi spiace davvero: Perché se n’è andata anche una parte di me. Penso che sarà così per molti