Il Debunker Incantato

29 Gennaio 2015
Giovanni Pili
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Il debunker incantato è colui che crede in una epistemologia basata sulla convinzione che questo sia il migliore dei mondi possibili. Un mondo a misura Occidentale, dove lo status quo del pensiero unico liberale è una realtà fisica che non possiamo fare a meno di osservare.

candidePunti di vista. Il problema si pone quando questo preconcetto si fa strada in organizzazioni che si impegnano a difendere la libera informazione denunciando le notizie false, ovvero prive di fonti, che spesso millantano complotti esistenti solo nella testa paranoide di chi vuole crederci, spesso per riscattarsi da una vita sentita come ingiustamente mediocre. Capita così di trovare debunker che spacciano contenuti critici verso il sistema economico/politico vigente come bufale, definendo chi li produce, complottista al di là di ogni ragionevole dubbio.

I liberali generalmente definiscono se stessi “moderati” mentre chi pone in discussione la loro interpretazione della realtà è un “estremista” di Destra o di Sinistra a seconda di quanto la classe media potrebbe guadagnarci o perderci. Le disgrazie che alla periferia dell’Impero – come nei suoi sobborghi – avvengono possono essere “contraddizioni della democrazia” o “violazioni della dignità umana” a seconda delle alleanze vigenti. Nessuno o quasi percepisce di trovarsi in una situazione di “estremismo di centro”, né si presta attenzione tra la differenza che separa l’interpretazione dei fatti dalla loro mera distorsione.

Una ricerca pubblicata su SPPS e ripresa da Stefano Dalla Casa su Wired non sembra tenere conto degli aspetti appena elencati; essa dimostrerebbe una correlazione tra posizioni politiche “estremiste” e teorie di complotto, in maniera, si suppone, interdipendente. Il valore scientifico di questo studio è pressoché nullo; a questo punto si potrebbe fare anche una ricerca sulla correlazione tra i furti ed essere zingari. La ragione per cui esistono estremisti che credono nelle tesi complottiste sta nel fatto che non possono esistere a priori dei “moderati” disposti a crederci; questa categoria di persone è per forma mentis totalmente incantata, osserva la realtà sociale come fosse un fenomeno fisico, tendenzialmente non distingue l’accertare dall’accettare. Essere moderati significa in sostanza accettare il sistema, riservandosi tuttalpiù il diritto di fare fronda. Per tanto è logicamente inevitabile:

a) Tutti i complottisti sono estremisti.

b) Non tutti gli estremisti sono complottisti.

E’ l’accettazione acritica del sistema vigente a fare il moderato, non l’accertamento critico della realtà, mentre abbiamo illustri esempi di “scientisti” (mi si lasci passare il termine) che sostengono posizioni considerate “estremiste” (facciamo notare che questa dicotomia è una concettualizzazione meramente liberale) come Piergiorgio Odifreddi (CICAP) e Noam Chomsky.

Questo genere di ricerche, le quali pretendono di essere ritenute scientifiche in nome di una eguaglianza tra costruzioni culturali e leggi fisiche rappresentano un pericolo non indifferente verso l’imparzialità di chi come un debunker dovrebbe badare alla difesa della ricerca scientifica, lasciando alla propria personale libertà di coscienza le convinzioni politiche; inoltre tali studi potrebbero risultare organici a chi volesse tirare verso il carro del pensiero unico liberale e mercatista chi lotta in maniera critica e apolitica contro la diffusione di notizie false, dando la patente di scientificità a questioni che non sono affatto realtà fisiche immutabili, relegando al rango di invasato paranoide chi volesse continuare a metterle in discussione.

Sarebbe molto più interessante uno studio sulle correlazioni filosofiche tra pensiero postmoderno (non esistono fatti, solo interpretazioni) e teorie di complotto (le verità scientifiche sono dogmi imposti dalla cultura dominante); mentre chi difende l’informazione dall’inquinamento di notizie fasulle sembra molto organico al new realism (la realtà è inemendabile). Posto che potrebbero esistere illustri eccezioni anche in questo campo.

Ci sembra doveroso un ultimo appunto riguardo la critica della tendenza di ricorrere a soluzioni semplici preferendole a quelle più complicate, che si tende ad attribuire al pensiero complottista, con buona pace di Occam. In realtà la semplicità è uno dei punti fondamentali del ragionamento scientifico, che tende sempre a scartare le ipotesi più complicate. E’ in questo modo che ad un certo punto ci siamo accorti che la Terra non è il centro del mondo, come rappresentato nel complicatissimo sistema tolemaico, soppiantato poi da quello copernicano. Il primo era la complicata spiegazione del potere vigente, il secondo si affermò a seguito di una rivoluzione dal basso verso l’alto, volta a semplificare la nostra visione del Mondo, in barba alla forza bruta del potere. Solo una coincidenza? Io non credo.

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