La vera condanna per Berlusconi secondo La Stampa: fare il badante

22 Gennaio 2015
Mathew Myladoor
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“L’ex Cavaliere era dato per finito da almeno quattro anni. Prima cacciato da premier. Poi condannato e addirittura umiliato a far da badante ai malati d’Alzheimer. Poi in discesa libera nei sondaggi e alle urne. Così era messo Berlusconi. Adesso è determinante per approvare le riforme e probabilmente anche per eleggere il Presidente della Repubblica”.

Questo è un estratto dell’articolo comparso su La Stampa online oggi 22 gennaio, intitolato “La linea ‘realista’ di Marina Berlusconi dietro alla resurrezione di papà”.

La Stampa

Secondo Michele Brambilla de La Stampa, Berlusconi è stato ‘addirittura umiliato a far da badante ai malati d’Alzheimer’. Addirittura un’umiliazione? E perché mai sarebbe un’umiliazione? Per un condannato per frode fiscale possiamo dire che gli è andata più che bene. Forse è colpa di questa mentalità se alcuni italiani e alcune italiane provano un senso di vergogna quando si rivolgono agli sportelli del lavoro. Infatti, come raccontato da Vladimiro Polchi nella sua inchiesta su Repubblica, è proprio il sentimento di vergogna ad accomunare le donne che si rivolgono agli sportelli della fondazione Migrantes di Torino: “Lo ritengono un’umiliazione, un fallimento, ma sono disperate – racconta don Fredo Olivero, responsabile Migrantes del Piemonte – e si rivolgono a noi, come ultima sponda”.

Altro esempio è quello dei corsi per muratori, organizzati da privati e sindacati di settore. Dopo tanti anni sono tornati a vedersi gli italiani. E anche nel fortino del lavoro domestico, il monopolio delle lavoratrici immigrate è sotto assedio (dati Fillea-Cgil).

La colpa è da una parte, l’educazione e la forma mentis di una parte di italiani secondo cui i lavori che hanno valore sono solo le professioni intellettuali e dall’altra la concezione generale secondo cui i lavori umili vengono svolti solamente dagli stranieri.

Qualche numero:

Secondo i dati forniti dall’INPS nel 2012, la maggior parte dei collaboratori familiari sono extracomunitari (420.628) mentre gli italiani sono 137.653 e i comunitari 180.258. Le nazioni straniere con il maggior numero di lavoratori sono la Romania (145.767), l’Ucraina (86.948), le Filippine (66.893) la Moldavia(49.593) e il Perù (29.997).

C’è da tenere in conto che come effetto della crisi, negli ultimi tre anni sono raddoppiate le italiane nei corsi di formazione per colf e assistenti familiari.

Non solo crisi ma anche domanda crescente: il Censis stima che 4,1 milioni di persone in Italia sono attualmente portatrici di disabilità (il 6,7% della popolazione), nel 2020 diventeranno 4,8 milioni, per arrivare a 6,7 milioni nel 2040. La spesa totale per le disabilità ha registrato un forte incremento, superiore al 20% in termini reali tra il 2003 e il 2011, passando da 21,2 miliardi di euro a quasi 26 miliardi. Cresce anche la domanda di assistenza per la popolazione anziana non autosufficiente (long term care). In Italia gli anziani che usufruiscono di assistenza domiciliare integrata sono passati da poco più di 200mila nei primi anni 2000 a oltre 532mila nel 2012, cioè dal 2,1% della popolazione anziana (persone con 65 anni e oltre) al 4,3%. La spesa complessiva per gli anziani serviti dalla long term care è pari attualmente all’1,7% del Pil, ma nel 2050 l’incidenza potrebbe arrivare al 4%, alla luce delle proiezioni demografiche. (Rapporto 2014 «Welfare, Italia. Laboratorio per le nuove politiche sociali» di Censis e Unipol).

Se il badante può farlo un italiano o uno straniero qualsiasi, quale sarebbe l’umiliazione a cui è stato sottoposto Silvio Berlusconi? Umiliante è pensarla come Michele Brambilla sull’assistenza a chi soffre.

(Si ringrazia Maria Teresa D. per lo spunto di riflessione)

 

 


 

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