Ritrovato il corpo di Martina Del Giacco

18 Novembre 2014
Imma I.
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martinadelgiacco
Gli inquirenti non hanno dubbi, quello ritrovato nell’Arno questa mattina è il cadavere di Martina Del Giacco, la piccola sedicenne che si era allontanata da casa Domenica 9 Novembre, mentre i genitori non c’erano. Per non farsi sentire dalla nonna aveva scavalcato il muretto di cinta dell’abitazione, come si vedeva dalla registrazione delle telecamere di sicurezza interne all’abitazione.
Una notizia triste, che toglie ogni speranza.
La giovane dai capelli verdi, che per giorni è stata cercata ovunque aveva già deciso di non tornare più.
Molto preoccupante era stato fin da subito il messaggio lasciato su Facebook “C’è tempo fino a stasera. Sayonara.”
La mamma fino all’ultimo ha sperato che quello fosse un arrivederci e invece era un addio definitivo.
In un’intervista alla trasmissione “Chi l’ha visto?”, una delle amiche più care di Martina aveva dichiarato che la ragazza soffrisse molto perché non si sentiva accettata. Era vittima di bullismo e di isolamento.
Martina con i suoi piercing, con i suoi capelli colorati di verde, con la sua faccia pulita e gentile, si sentiva brutta, grassa.
O sei come quelli del giro, o sei fuori, e non ce la fai. Troppo difficile far emergere il proprio carattere, la propria personalità. Eppure ne aveva Martina di amici che le volessero bene.
L’adolescenza è un’età difficile e sentirsi diversi, fuori dal mondo è una condizione che non aiuta.
Se n’è andata Martina, con i suoi sedici anni e con la sua inquietudine. A quell’età tutto sembra più grande di ciò che è realmente; una parolina può distruggere, un amore non corrisposto può gettare in una grande sconforto e non farci vedere quello che realmente siamo.
Era bella Martina, ma lei non riusciva a guardarsi con gli occhi di chi le voleva bene.
Quanto avrà sofferto per compiere il gesto più estremo di tutti?
È un dolore immenso per chi rimane. Restano solo i tanti ‘perché’ eppure basterebbe così poco per non schiacciare gli altri.
La nostra sta diventando una società narcisista, dove chiunque si sente forte solo se opprime l’altro, sentirsi onnipotenti sulla sofferenza altrui, e chi è diverso deve andare via, non ha motivo di esprimere se stesso. Un continuo oscillare tra insicurezze e spavalderie a poco prezzo, e le persone più sensibili come Martina, ne pagano le conseguenze.
Speriamo che la terra le sia lieve. Un abbraccio ai familiari e amici veri tutti. Un dolore che colpisce anche noi, quando muore un giovane, è un po’ tutta la società che ci lascia, soprattutto se quel giovane lo fa decidendo di porre fine alla sua vita.
Gli inquirenti faranno le dovute indagini, i familiari hanno riconosciuto il corpo. Le acque sono state clementi hanno restituito la salma su cui piangere e a cui dare l’ultimo saluto, senza vivere per sempre in attesa come succede per molti altri casi in cui si vive solo di attesa e falsa speranza.

Imma I.

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