Matt Taylor forse ha sbagliato. Ma voi scopate di più

18 Novembre 2014
Mathew Myladoor
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mt intE niente, alla fine si è dovuto scusare. Matt Taylor, il fisico britannico che ha contribuito a far atterrare la sonda spaziale Rosetta, durante un’intervista sul valore scientifico della missione spaziale indossava una camicia con donne in lingerie e pistola alla mano, in pieno stile pinup.

Sui social, specialmente su Twitter, si è scatenato il finimondo: femministe 2.0, finti perbenisti e finti moralisti hanno messo in moto un’azione massiccia da classici rivoluzionari da tastiera. Pura indignazione (vedi sotto per la differenza tra indignazione formale e sostanziale) per la camicia indossata da Matt che ha dovuto convocare una conferenza stampa in cui, in lacrime, chiedeva scusa per non soccombere e perire sotto il peso dei duri tweet.

“I made a big mistake and I offended many people and I am very sorry about this”

Ma questo, alle femministe 2.0 e ai moralisti del ca(zz)so non basta. Le personali e sentite scuse di Taylor non sono sufficienti: il fatto che all’ESA non abbiano ritenuto opportuno impedirgli di rappresentare la comunità spaziale con quell’abbigliamento è manifesta rappresentazione della condizione delle donne nel campo scientifico. The Verge, in un pezzo di Chris Plante sottotitolato ‘Questo è un piccolo passo per un uomo ma tre passi indietro per l’umanità’, arriva a dire che quella camicia umilia il 50 per cento della popolazione mondiale. Eppure il femminismo è stato il “primo momento politico di critica storica alla famiglia e alla società” (Manifesto di Rivolta femminile, luglio 1970). Oggi invece è una stupida camicia a tenere lontane le donne dalla scienza.

 

GUARDA IL VIDEO:

Le immagini del video rimangono impresse nella mia testa per qualche istante e dopo qualche momento di esitazione e stupore sono arrivato ad una conclusione: siamo arrivati al capolinea. Un dettaglio assolutamente irrilevante e non volutamente offensivo ha gettato nell’ombra un progetto rivoluzionario e storico come la missione Rosetta, grazie alla quale il lander Philae è riuscito a portarci su una cometa per la prima volta nella storia. Mentre la tecnologia avanza, e qui cito il blogger James DiGioia, la società rimane decisamente retrograda. Matt Taylor sarà ricordato per il #shirtgate oppure per il valore scientifico e storico del suo lavoro?

Nel frattempo il professor Michale Woodley, della Free University di Bruxelles, che da tempo studia i fenomeni di distrazione e mancanza di attenzione ai dettagli dei grandi scienziati, ci spiega uno dei possibili motivi dietro “l’offensivo” look di Taylor. Interpellato dal Telegraph su quanto successo, ha specificato: “I cervelli dei grandi scienziati sono programmati diversamente dai nostri, non si occupano dei particolari, non processano le cose a bassi livelli. Se sembrano assenti, è solo perché ogni parte del loro cervello è concentrata solo sulle abilità cognitive”.

Di seguito qualche tweet intelligente e giustamente ironico:

mt tweet

Francesco Boz dell’Oltreuomo rende onore al magazine con una risposta perfetta nel post intitolato ‘Come avrebbe dovuto reagire Matt Taylor dopo le critiche delle femministe‘:

Risposta casta: Io non scopo da 10 anni, ma anche voi non scherzate.

Chiudo con una vitale informazione, dedicata a tutti i rivoluzionari da tastiera:

– Definizione formale della parola indignazione: “Sdegnato risentimento e ribellione verso tutto ciò che offende la dignità propria o altrui”

– Definizione aggiornata e pratica: “E’ lo sport nazionale italiano, da alcuni decenni molto praticato anche all’estero. I campionati, a cui partecipano i due terzi della popolazione” (fonte: Nonciclopedia)

Ps. Scopate di più, twittate di meno e imparate ad indignarvi per i giusti motivi.

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