Il Parlamento dei fannulloni

6 Novembre 2014
Redazione YOUng
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I numeri del ParlamentoDiciamo la verità: è davvero difficile non arrabbiarsi di fronte a certi fatti. Ed è ancora più complicato mantenere l’aplomb di fronte ai numeri della produttività del Parlamento italiano. I dati di OpenPolis scattano una fotografia impietosa: l’84% delle leggi approvate sono state di iniziativa del governo; solo 16% dei disegni di leggi scritti da parlamentari ha ottenuto il via libera delle Camere. Tradotto in numeri, su 86 provvedimenti approvati, 72 sono stati firmati dall’esecutivo. E pensare che il Parlamento detiene il potere legislativo come ricorda l’articolo 70 della Costituzione.

Cosa fanno i parlamentari

I 630 deputati e i 315 senatori (più quelli a vita) non si contraddistinguono per spirito di perseveranza. Molte volte sono relegati al compito ingrato, per quanto ben remunerato, di ‘schiacciabottoni’. Eppure, almeno inizialmente, c’è stato uno scatto di buona volontà: solo nel primo giorno di legislatura sono stati depositati 600 disegni di legge. La cifra totale è di 4.370 ddl: peccato, però, che l’83% di proposte non ha nemmeno iniziato la discussione. Insomma, i disegni di legge giacciono nei cassetti e molte volte vengono annunciati da un parlamentare con il solo scopo di “intestarsi qualche battaglia”, senza preoccuparsi dell’iter. D’altra parte è dato quasi per scontato che non ci sia un seguito.

Lega sgobbona…

parlamentari della maggioranza sono quelli meno incisivi nel corso dell’iter legislativo. L’Indice di Produttività, elaborato da OpenPolis, valuta vari parametri: dalla votazione in Commissione alla partecipazione dei lavori in Aula. La Lega spicca sia alla Camera che al Senato per produttività in Aula. OpenPolis spiega il motivo di questo dato: “È scaturita una dinamica fra Governo e partiti di opposizione che ha tagliato fuori i gruppi parlamentari di maggioranza e favorito chi, pur non sostenendo il Governo, si è reso disponibile a lavorare su determinati provvedimenti. Le classifiche dei gruppi per media di produttività danno una rappresentazione immediata di questo scenario. Non a caso sono guidati da Lega e Sel – al Senato parte del Misto – che hanno espresso vari relatori su provvedimenti molto importati”.

Il Movimento 5 Stelle, invece, risulta marginale con un indice di produttività terzultimo al Senato e quinto alla Camera. Ma molto lontano dal Carroccio.

Vox populi ignorata

Vox populi, vox Dei è ormai un modo di vedere il mondo andato in pensione. Le leggi di iniziativa popolare sono praticamente ignorate. Il fatto è consolidato: dal 1979 a oggi, solo 3 proposte su 260 sono diventate legge. L’ultima volta è accaduto 14 anni fa, quando correva c’erano ancora le Torri Gemelle. Del resto il 53% delle proposte non è stato nemmeno mai preso in considerazione.

Eppure per depositare un testo di iniziativa popolare occorrono 50mila firme, che rappresentano un’importante mobilitazione. Un’osservazione che dovrebbe sensibilizzare il Parlamento. Ma per tutta risposta deputati e senatori depositano nei cassetti i documenti, lasciandoli marcire. Basti pensare che dall’inizio della legislatura sono state presentate 32 leggi di iniziativa popolare, senza che nessuna abbia trovato l’approvazione delle Aule. Forse i parlamentari sono troppo impegnati ad accontentare i desiderata del governo.

L'AUTORE
La redazione di YOUng
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