Andrea Rocchelli, per non dimenticare

30 Maggio 2014
Erminia Voccia
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andrea rocchelli 1Trent’anni, giornalista e fotoreporter, da poco papà di una bambina, un ragazzo piacentino benvoluto da tutti e un gran lavoratore, ecco chi era Andrea Rocchelli, per gli amici “Andy”. La sua storia è una di quelle che non fanno rumore e non vengono pubblicate sulle prime pagine dei giornali.

Andrea è stato ucciso sabato scorso a Sloviansk, nella Repubblica Popolare di Donetskin, che lo scorso 7 aprile si autoproclamata indipendente dall’ Ucraina. Lui, il suo interprete e il fotografo William Roguelon sono stati raggiunti da un colpo di mortaio nel fossato dove avevano cercato di trovare rifugio durante un bombardamento. Andrea e l’interprete, Andrei Mironov, hanno perso la vita, mentre il francese William Roguelon, ha riportato solo qualche ferita. Il fotografo francese ha raccontato di aver sentito il fischiare di alcuni colpi di kalashnikov e di aver visto esplodere tra i 40 e i 60 colpi di mortaio. Probabilmente ad uccidere Andrea Rocchelli e Andry Mironov è stato l’esercito ucraino, secondo quanto ha affermato il portavoce delle forze di autodifesa della Repubblica di Donetsk.

Corrispondente di Cesura.it, Andrea era in Ucraina per raccontare il dramma della guerra. Per lui questo non era semplicemente un lavoro, ma una vera missione. Appassionato di fotografia da sempre, aveva fondato nel 2008 insieme ad altri giovani di Pinello, paese dell’Appennino piacentino in Valtidone, il collettivo di fotografi Cesura Lab, un gruppo di ragazzi che si aiutano a vicenda e che hanno voluto fare della loro passione anche il loro mestiere. Andrea amava ciò che faceva, ma non per questo faceva mancare il suo affetto alla famiglia, a cui teneva più di ogni altra cosa. La sua morte addolora tutti, non solo i suoi cari, gli amici, i colleghi e i conoscenti, ma chiunque sa cosa si prova quando si vuole denunciare ciò che di brutto e inumano accade nel mondo.

Così il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha commentato la morte del giovane giornalista: «L’uccisione di un operatore dell’informazione, nello svolgimento dei suoi compiti, richiama a tutti la tragedia che insanguina un paese a noi vicino anche in questi giorni così importanti per l’Europa». Oggi venerdì 30 maggio si sono svolti i funerali del giovane reporter e pare che a qualche giorno dalla sua scomparsa, la sua storia sia stata già dimenticata. Noi lo vogliamo ricordare così, con qualche suo scatto, affinché il suo lavoro possa servire a denunciare, anche dopo la sua morte, l’orrore e la brutalità delle guerre.

I bambini nella buca, di Andrea Rocchelli.

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