Renzi, Grillo, Salvini: i protagonisti inattesi delle europee 2014

26 Maggio 2014
Ettore Panella
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elezioni europee 2014Perchè Renzi ha stravinto, su quale buccia di banana è scivolato Grillo, come la Lega ha vinto.

Non sono stati gli 80 euro a far vincere Renzi, sarebbe sciocco pensarlo.  Ha sicuramente pagato la sua campagna favorevole all’Europa e all’euro unita ad una fortissima pressione alla polarizzazione,( In pratica è riuscito a farsi riconoscere come l’anti Grillo, e il comico lo ha aiutato in questo,  capitalizzando il voto di chi non apprezza il genovese o non vuole la fine del progetto europeo), ma soprattutto ad aiutarlo è stato un grande errore tattico del leader 5 stelle.

Fino a pochissimi giorni dal voto il dubbio di tutti riguardava il sorpasso: ce l’avrebbe fatta il M5S a sorpassare il PD?  Inaspettatamente, a ridosso del voto, Grillo commette un errore tattico che personalmente mi lascia sbigottito: si dichiara in pratica erede di Berlinguer.

Può sembrare una cosa irrilevante eppure sposta il M5S nel contesto della sinistra perdendo improvvisamente il consenso di chi vedeva nel suo movimento qualcosa di nuovo  e  che non apprezza le vecchie esperienze politiche soprattutto se legate alla sinistra. Una bella fetta di astensione secondo me è da ricercarsi in questa quota di elettorato.  lo stesso errore che affossò i verdi i quali  finchè si dichiaravano “nè di destra nè di sinistra ma avanti” erano in ascesa perchè raccoglievano il desiderio di novità e cambiamento ma quando fecero l’accordo con i verdi arcobaleno ,(provenienti da partito  radicale e democrazia proletaria), spostandosi nell’area di sinistra videro le loro prospettive elettorali bloccarsi prima e poi mettere la retromarcia.  Non a caso Renzi, il vincitore,  si è guardato bene dal caratterizzare  a sinistra il PD.

Una bella quota di elettorato a 5 stelle coincide con l’elettorato in crescita in tutta Europa ed è molto più vicina alla Le Pen che a Berlinguer, la sua defezione improvvisa ha tagliato le gambe al M5S.   Non a caso gli attacchi che hanno fatto più male sono stati gli attacchi della lega sulla questione immigrati.

Nella prospettiva delle elezioni politiche il passo falso del 5 stelle può essere tutto sommato positivo. Oggi può prendere atto per tempo delle contraddizioni interne e della necessità di comprendere il proprio elettorato anche perchè in questi giorni la lega ha sparato colpi di mortaio contro Grillo ma alle prossime politiche sparerà cannonate a palle incatenate ad alzo zero e sarà devastante.

Rifondare il movimento rinunciando anche alle espulsioni facili e  costruire un programma credibile capace di cambiare il paese in profondità è la vera sfida.  Urlare contro gli avversari e la casta è sempre utile ma non basta più a raccogliere voti nuovi e talvolta neppure a mantenere i vecchi.

Salvini riesce in una impresa difficile. Rilancia un partito in profonda crisi, ne modifica la strategia e si lega a Marine Le Pen puntando a raccogliere voti nel bacino elettorale che più di tutti sta crescendo. L’impresa va a buon fine  anche se la caratterizzazione  regionale del partito ne limita il successo.  Un problema evidentemente noto a Salvini che si è impegnato in un tour elettorale al sud che comunque ha portato quasi un 1% di voti, poco sicuramente ma si tratta pur sempre di una apertura di credito. La sfida per il leader del carroccio è eliminare gli aspetti più “folkloristici” del suo partito e assumere una dimensione nazionale.  Il 17% raccolto a Lampedusa , la più meridionale delle terre italiane, è un buon viatico e lascia capire  quanto sarà centrale la questione immigrazione alle prossime politiche.

Berlusconi è ormai l’ombra di sè stesso e non per i giudici, in fondo tutti lo sapevano da tempo che avesse delle pendenze. Non riesce più a scaldare gli animi, non riesce a presentarsi come il liberatore da un nemico incombente, le sue promesse sembrano più che altro ridicole anzi in questo Renzi si mostra molto più in gamba del maestro come Scipione si mostrò superiore ad Annibale da cui aveva appreso tutte le tattiche. La Crisi del centro destra era prevista e non ha meravigliato, interessante sarà capire cosa e chi prenderà il suo posto.

La lista Tsipras raccoglie più o meno quello che attualmente rappresenta il bacino elettorale della cosiddetta estrema sinistra quindi non vince nè perde anche se riuscire a superare il 4% sia pur di pochi decimali è pur sempre un buon risultato.

Il Nuovo centro destra riesce almeno a superare il 4% e anche in questo caso può essere felice anche se immagino aspirasse  a un risultato più rotondo.

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