Anche l'India riconosce i diritti dei Transessuali

16 Aprile 2014
Giovanni Pili
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Si tratta del verdetto della Corte Suprema Indiana, la più alta istituzione giudiziaria del Subcontinente. I transessuali sono stati riconosciuti come “terzo genere” e dovranno godere gli stessi diritti degli altri cittadini. Presto saranno predisposte apposite quote nei posti di lavoro e nelle scuole.

1bc372f41779b8abb116abfdb5682fbeLa comunità dei transessuali indiani è molto variegata, esistono ancora gli eunuchi o hijra, persone che sono state castrate fin dalla tenera età, fino ad oggi si trovano in uno stato di segregazione vera e propria, alla stregua dei paria, se non peggio: Non avevano nemmeno pieno diritto alle cure mediche. In Europa il primo passo è stato fatto dalla Germania diversi mesi fa; in Australia, più recentemente, è stato riconosciuto il “genere neutro”. E’ poco noto ma l’Iran – paese non certo indulgente verso gli omosessuali – è possibile già dagli anni ’80 cambiare sesso, evitando così persecuzioni giudiziarie, ma l’operazione deve essere integrale.

Eppure i transessuali sono ancora perplessi, dubitano che la società indiana sia pronta a questo cambiamento, come testimonia uno di loro, Shaila Jaan, all’agenzia di stampa IANS:

«Questo verdetto è giusto perché ci riconosce come terzo genere, ma temo che ci sarà sempre discriminazione. Le cose possono migliorare solo se la gente cambierà la sua mentalità verso di noi. C’è bisogno di sensibilizzare l’opinione pubblica e di una modifica del sistema scolastico».

La sentenza si deve ad una Class action organizzata nel 2012 da attivisti dei diritti umani, dove si chiedeva l’inserimento della “terza categoria” nei documenti legali, nonché l’ammissione nelle scuole e nel sistema sanitario. Si chiedeva inoltre l’ammissione al sistema scolastico e alla sanità pubblica. Tutto questo, come del resto anche in Iran, cozza col reato di omosessualità, ancora vigente e ribadito dalla stessa Corte Suprema Indiana lo scorso dicembre. Del resto nella sentenza si specifica che il provvedimento riguarda solo eunuchi o hijra, ovvero persone che si trovano già in una condizione al di là dei generi tradizionali. Non specifica se potrebbe essere estesa a chi decide oggi di cambiare sesso; mentre invece in Iran gli omosessuali sono di fatto “incoraggiati a farlo”.

Per fortuna e purtroppo la sessualità non è un cavillo. Motivo per cui assistiamo a questi paradossi, cercare di capire l’altro, senza considerarlo il male a priori, potrebbe essere la chiave giusta per risolverli.

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