Ninfomania e ipersessualità: miti ed evidenze scientifiche

12 Luglio 2013
Redazione YOUng
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Ninfomania e ipersessualità

Fra le donne con attività sessuale superiore alla media occorre distinguere quelle che manifestano un comportamento patologico da quelle dotate di un temperamento erotico forte, ricco e variato.

Numerose ragioni sociologiche e culturali inducono a parlare e ad occuparsi sempre più della ‘libertà sessuale’.

Gli spettacoli, i libri, la stampa periodica, la pubblicità a sfondo erotico sono la testimonianza di questo sconvolgimento nei confronti della sessualità. Tutto ciò che nel passato si nascondeva, ora è discusso e sentenziato, spesso senza alcuna discriminazione.

La vita sessuale è un argomento che va ben oltre il campo della medicina, e spesso il medico vi si trova coinvolto più per la sua appartenenza ad una classe sociale e ad un ambiente culturale, che per la sua professione. Pertanto, spesso, gli viene chiesto di esprimere un giudizio sulle nuove forme di comportamento sessuale che la società ci mostra attraverso modificazioni rapide e imprevedibili.

Fra gli argomenti che da sempre hanno richiesto il parere del medico, la ninfomania e l’ipersessualità non cessano di aumentare d’importanza perché si collocano nell’orientamento generale di una liberazione sessuale con tutte le sue varianti normali e patologiche.

È chiaro che spesso si chiedono spiegazioni mediche e nello stesso tempo un giudizio morale. Ma io penso che la funzione primaria del medico, di fronte alla società e ai propri pazienti, sia semplicemente di chiarire gli aspetti medici dell’iperattività sessuale.

In quest’articolo mi propongo di liberare tale settore della sessuologia dai pregiudizi circa la sua natura.

Numerosi termini sono usati in modo intercambiabile sia nel linguaggio comune sia in quello degli stessi testi di medicina, perciò ne nascono facilmente confusioni ed equivoci che coinvolgono anche, in modo spesso errato, giudizi morali.

Così, si sente parlare d’ipersessualità o di eccessi sessuali, di libertà sessuale, di erotomania, di ninfomania, di furore uterino, ecc. Penso dunque che sia necessario, anzitutto, stabilire quali sono i termini appropriati e il loro significato.

Ninfomania: bisogno incontrollabile e sempre insaziato, da parte di una donna, di avere rapporti sessuali indipendentemente dal fatto che essi siano soddisfacenti o no.

Ipersessualità: attività sessuale superiore alla media del gruppo sociale al quale si appartiene. Al contrario della ninfomania, essa ha uno scopo specificamente sessuale, sia esso normale o deviato, e in primo luogo è sotto il controllo dell’Io.

Erotomania: sindrome chiaramente psichiatrica, rappresentata da un comportamento sessuale inadeguato sulla base di un delirio di contenuto erotico.

La si può riscontrare nelle fasi maniacali di una psicosi maniaco-depressiva, negli schizofrenici e nelle persone colpite da disturbi cerebro-organici (per esempio, paralisi generale e demenza senile).

Lasciamo da parte questa categoria che rappresenta un’entità facilmente separabile dalle altre (dato l’aspetto delirante del comporta-mento sessuale) e cerchiamo di definire meglio la ninfomania e l’iper-sessualità.

Ciò che colpisce della ninfomania è la schiavitù alla quale le donne che la manifestano sono sottomesse. Nessuna remora morale o sociale le trattiene, il giudizio sprezzante della società non le turba. E’ un vero bisogno insaziabile, una voglia simile alla tossicomania, la cui soddisfazione è breve come un lampo e il desiderio persistente. Sono donne infelici e malate che disprezzano se stesse e che la società biasima paragonandole spesso alle prostitute.

La soddisfazione sessuale a volte è presente, a volte assente, ma non è importante. Il bisogno della ninfomane non è veramente sessuale: essa cerca di sfuggire alta propria solitudine esistenziale, di trovare, attraverso il contatto fisico, una comunicazione con gli altri e una conferma del suo valore.

La storia ci offre esempi di ninfomani nelle persone di Messalina e Giulia, l’una figlia di Augusto e l’altra sposa di Tiberio. Il loro comportamento insaziabile era ben diverso da quello di altre donne celebri come la grande Caterina di Russia, ipersessuale deviata, o George Sand (scrittrice francese) e lady Chatterley (protagonista di un romanzo di D. H. Lawrence), note per la loro ricca vita sessuale.

Un’altra caratteristica propria della ninfomane è l’intercambiabilità e la mancanza di specificità dell’oggetto sessuale: ossia le serve un uomo qualunque, giovane o vecchio, sposato o no. E’ il caso che determina l’incontro quando il bisogno si scatena, e può essere l’uomo vicino di sedia in un cinema o in un bar.

Questo differenzia la ninfomania dalle altre forme di sessualità patologica, come ad esempio quella in cui si può notare la ricerca dì numerosi compagni sessuali, ma con caratteristiche fisiche o psicologiche specifiche: donne masochiste che scelgono sempre uomini sadici, omosessuali attive che accettano solamente uomini piccoli e sottomessi, e via dicendo.

Così circoscritta, la ninfomania è, in realtà, meno frequente di quanto pensi la gente che a vol-te ha la tendenza di usare questo termine parlando di una donna o di un gruppo di ragazze che si comportano in modo diverso dalle loro coetanee. Ad esempio, nel rapporto Kinsey (8) solamente il 2 per cento delle donne aveva avuto più di 20 compagni sessuali.

Ma che cosa spinge queste donne a un comportamento che sfugge alla loro stessa volontà e non è fonte di piacere? Secondo la teoria psicoanalitica, si riscontra in esse una fissazione a stadi precoci dello sviluppo psichico. Personalmente non penso esista una struttura della personalità che sia specifica della ninfomania, ma dei tratti dominanti che possono essere così riassunti.

L’attività sessuale ha lo scopo di ristabilire una relazione con gli altri. Un’avidità frenetica si nasconde talvolta sotto un aspetto calmo da santarellina, aspetto che si trasforma con l’abbandono delle rigide oppressioni sociali. Si ritrovano spesso, in questo gruppo, nevrosi di abbandono per cui l’atto sessuale è un dono di se stessa per evitare la solitudine (vissuta come non-esistenza) e per rafforzare, attraverso le attenzioni e le reazioni degli altri, il sentimento vacillante del proprio valore.

Eterosessualità e omo-sessualità si alternano e si sovrappongono facilmente perché ciò che sì cerca è ‘l’altro’, senza alcuna specificità.

Ninfomania compulsiva

Secondo Fenichel (6), è un’iperattività sessuale simile al rituale di una nevrosi ossessiva: come certe donne ossessionate devono lavarsi un certo numero di volte al giorno, così altre compiono il loro rituale con l’atto sessuale. I genitali vengono usati per scaricare tensioni interne di natura non sessuale.

Ninfomania fallica

Si riscontra in donne che non accettano la femminilità e ricercano i rapporti sessuali a un ritmo frenetico nella speranza, inconsapevole e sempre delusa, di ‘appropriarsi’ del pene. L’uomo non interessa loro come soggetto completo, ma soltanto come portatore di un organo sessuale che vorrebbero ‘carpirgli’.

Ninfomania controfobica

Si nota in donne angosciate che non sopportano la solitudine o lottano contro tendenze omosessuali latenti. Attraverso rapporti sessuali reiterati, esse confermano continuamente a se stesse di essere vera-mente donne ‘normali’. Talvolta l’ipersessualltà ha per scopo il superamento di un’inibizione personale. Come il caso di una paziente, che ho avuto in cura di recente, la qua-le sperava di vincere il suo vaginismo cambiando continuamente compagno sessuale.

Ninfomania psicopatica

Iperattività sessuale che si manifesta generalmente per impulsi e non dipende da bisogni patologici, ma soprattutto dall’allentamento dei poteri inibitori. La si può riscontrare in certe oligofreniche, epilettiche o psicopatiche ritardate.

Ninfomania immaginaria

Molto spesso il medico è consultato da donne che hanno la convinzione di essere delle maniache sessuali, senza che in realtà il loro comportamento giustifichi questo giudizio soggettivo. Si tratta in generale di pseudo-eccitazione da parte di donne isteriche che hanno un comportamento provocante.

E ora consideriamo gli aspetti salienti dell’ipersessualità femminile. In essa si possono distinguere una forma normale e una forma pato-logica. Nell’ipersessualità deviata, che rappresenta il punto di contatto tra la ninfomania e la libertà sessuale, il rapporto sessuale è realizzabile e soddisfacente soltanto se avviene in circostanze particolari o con certi compagni.

Non è controllato dalla volontà cosciente, ma da tendenze deviate inconsce. Lo scopo è sessuale, ma di qualità infantile e il desiderio molto più importante della sua realizzazione.

Mentre la ninfomane deve soddisfare il suo bisogno senza indugio, l’ipersessuale deviata si compiace invece di indugiare in preparativi raffinati e in messinscena stravaganti.

Un altro aspetto dell’ipersessualità è quello che può essere chiamato vita sessuale libera, ricca e importante. La si può definire in rapporto al numero dei compagni, alla frequenza e alla qualità dei rapporti sessuali.

In ogni caso, questa definizione è sempre relazionale, in rapporto alla norma dell’am-biente sociale d’appartenenza. Sono gli altri, in generale, che segnalano quest’iperattività sessuale talvolta disprezzandola, talaltra ammirandola come un privilegio di talune donne.

Come la ninfomane viene presto spregiata, così certe donne di ‘temperamento’ sono ricercate.

Nella libertà sessuale, il desiderio controllato é sotto l’influenza dell’Io. Essa apporta piacere e distensione psicologica. Più che la soddi-sfazione sessuale, lo stato di benessere che ne deriva è indice di normalità. A volte un erotismo raffinato e una vita sessuale ricca favoriscono preziose sublimazioni artistiche (la scrittrice George Sand, la pittrice Leonor Fini, ad esempio).

L’ipersessualità, anche se criticata con gelosia da alcuni, è la manifestazione di un potenziale d’energia superiore alla media, come altri lo possiedono in campo intellettuale, professionale o sportivo.

Ciò non esclude che la libertà sessuale possa essere una forma di realizzazione di se stessi a poco prezzo, senza che si possa parlare di patologia propriamente detta. E’ il caso di certi gruppi hippy che spesso sono, a torto, giudicati polemicamente ora come dei deviati, ora come dei grandi saggi. La maggior parte di quelli che ho avuto occasione di esaminare sono persone infantili, ma non deprecabili. Non mi soffermo su quest’aspetto particolare della vita sessuale e sulla differenza tra libertà sessuale e deviazione, perché il dottor. P. A. Gloor ne ha parlato in un suo articolo tenendo in considerazione anche le differenti implicazioni socio-culturali.

Dopo aver tratteggiato una patogenesi psicologica, bisogna considerare gli altri elementi che integrano la psicologia dell’iperattività sessuale, ossia i fattori sociologici ed endocrinologici.

Per ciò che riguarda la sociologia, penso si possa affermare che l’erotomania e la ninfomania non dipendono da elementi sociali: i bisogni psicologici suddetti lo dimostrano.

Per ciò che concerne l’ipersessualità deviata, ritengo che essa dipenda essenzialmente dalla struttura della personalità, ma che emergano anche tendenze inconfessate (a causa della riprovazione sociale che esse suscitano) e che queste persone sfruttano una certa confusione esistente fra deviazione e libertà sessuale.

Per esempio, sono rimasto impressionato da molti film di educazione sessuale che, in nome della pedagogia e della scienza, mostrano situazioni morbose: ebbene, lo spettatore che assiste a se-quenze d’amore coniugale, riuscito o sbagliato che sia, si trova più facilmente nella posizione di ‘guardone’ che in quella di uno dei due personaggi dello schermo.

In fatto di vita sessuale, la storia è piena di esempi di libertà o di repressione regolamentate, ossia utilizzate a fini sociali (11). Attual-mente la presenza di numerosi modelli di paragone lascia un più ampio margine sia agli influssi culturali, sia alle tendenze individuali.

Circa l’influenza dell’endocrinologia Benedek (3) e Kroger (9), riferiscono che gli individui ipersessuali non hanno caratteristiche sufficientemente pronunciate per poterle individuare con i metodi attuali di dosaggio ormonale.

Essi non pensano, come Schneider (12), che la ninfomania sia un problema endocrinologico.

Braham (1) cita alcuni casi di ipersessualità che hanno una base organica, come alcune pubertà precoci dovute a un tumore surrenale. la sindrome di Albright, le alterazioni tumorali o di altro ti-po della regione dell’ipotalamo.

Le recenti ricerche sperimentali di Masters e Johnson (10) sembrano ben dimostrare che la libidine non è, o lo è poco, dipendente dalle secrezioni ormonali e che l’attività sessuale è soprattutto legata a stimolazioni meccaniche locali e a influssi della corteccia cerebrale.

La vita sessuale delle donne è relativamente indipendente dai loro ormoni, come dimostra l’insuccesso quasi generale, delle terapie ormonali nei casi di frigidità e di ipersessualità. Inoltre, in una donna equilibrata, la libido persiste a lungo dopo la menopausa e, secondo la Deutsch (4),essa può anche aumentare.

Se in alcuni casi di psicopatia sessuale maschile si è potuto realizzare una forma di castrazione chimica reversibile per mezzo di estrogeni (ormoni femminili), una terapia corrispondente non può essere utilizzata per curare l’ipersessualità femminile, perché gli androgeni (ormoni maschili) sono prescritti proprio per aumentare la libido femminile.

Anche in tema di ninfomania e di prostituzione, non solo l’opinione pubblica ma anche la letteratura medica sono piene di tendenze sbagliate. Il disprezzo sociale per la ninfomane la fa ingiustamente paragonare alla prostituta perché anch’essa può arrivare a frequenta gli stessi luoghi per trovare i suoi compagni occasionali.

Prima di parlare della relazione esistente tra ninfomania e prostituzione, occorre fare una distinzione preliminare sulla psicologia delle prostitute, a torto considerate fenomeno omogeneo. Ad esempio è necessario distinguere la psicologia della ‘squillo’ da quella della peri patetica.

Nella ‘squillo’, la psicologia del comportamento si presenta come comprensibile e compatibile con certi atteggiamenti normali, con prevalenza e fissazione in una posizione narcisistica: per esempio, la ‘squillo’ può avere relazioni sessuali per ottenere un beneficio materiale, una pelliccia, una vita brillante che soddisfi il suo fondamentale narcisismo.

Nel caso della peripatetica, il tratto caratteristico della personalità, invece, la presenza di tendenze masochistiche che spingono la prostituta non solo a un mestiere umile e degradante, ma anche a non trarne alcun beneficio, a giudicare dalla presenza quasi costante di un protettore che la sfrutta, la ricatta e ne utilizza i guadagni per i propri interessi personali.

E’ chiaro che un certo numero di ninfomani, se cadono nelle mani di un protettore, arrivano a praticare una prostituzione di basso costo, ma non è la ninfomania che le spinge all’amore mercenario. D’altra parte, l’ipersessuale deviata può darsi più facilmente alla funzione di ‘squillo’ se è abbastanza decisa a trarre profitto dalle sue tendenze senza esserne schiava.

In altre parole, la prostituzione è uno sbocco per le donne ninfomani o ipersessuali quando il loro livello morale e intellettuale è basso e l’influenza sfavorevole dell’ambiente è molto forte; ma questa scelta è determinata da un bisogno sessuale.

A coloro che s’interessano di quest’argomento segnalo gli articoli degli psicoanalisti americani Hollender (7) e Agoston (2). Dopo aver descritto gli aspetti clinici della ninfomane e della donna ipersessuale normale e patologica, resta da considerare come il medico possa esservi implicato nella sua professione.

Quando, come e perché queste donne si rivolgono a lui?

Poche sono quelle che lo fanno per ragioni sessuali perché le altre non trovano, nel proprio comportamento, nulla di patologico. Generalmente si rivolgono al ginecologo per erosioni o perdite vaginali, pruriti vulvari o malattie veneree; oppure all’internista o allo psichiatra per uno stato di nervosismo o di depressione che esse non attribuiscono affatto al loro disturbi psicosessuali.

A volte sono i mariti, preoccupati dall’insaziabilità delle loro mogli che consultano il medico. Altre volte è l’autorità giudiziaria che chiede il suo intervento quando queste donne hanno un comportamento antisociale (corruzione di minorenni, atti osceni in luogo pubblico, ecc.).

Il compito fondamentale del medico deve essere quello di astenersi, il più possibile, da un giudizio morale e di diagnosticare, secondo le caratteristiche sopra descritte, il grado di patologia del comportamento sessuale. Poi la sua funzione terapeutica varierà secondo la propria formazione personale.

In questo, come in altri settori della sessuologia, ogni medico dovrebbe essere in grado di prendere a proprio carico la maggior parte dei casi che gli vengono sottoposti. Ma troppo spesso egli se ne lava le mani e invia, senza alcuna giustificazione, la malata dallo psichiatra.

Il medico dovrà, invece, assegnare allo psichiatra solo quei casi di ninfomania e di erotomania che talvolta necessitano di ricovero ospedaliero. Alcuni casi di ipersessualità accompagnati da stati di angoscia e di depressione concomitanti giustificheranno un trattamento più approfondito, cioè analitico, in particolare per le forme in cui sia presente una coscienza morbosa, un tipo di sofferenza nevrotica e un lo abbastanza forte e in grado di collaborare. Per gli altri casi, il medico ha a disposizione diverse forme di trattamento che vanno da una psicoterapia di appoggio, che curi il senso di colpa, a una psicoterapia esplicativa (psicoterapia razionale di Albert Ellis) (5).

Ai trattamenti ormonali, generalmente poco efficaci, può essere opportuno sostituire tranquillanti e soprattutto neurolettici. Al limite, provvedimenti sociali e ricoveri ospeda-lieri dovranno essere previsti come per altre forme di psicopatia sessuale.

La vera ninfomane è rara

La ninfomania si manifesta quando una donna prova un intenso bisogno erotico che non può essere soddisfatto per mezzo del coito e dell’orgasmo e che può portarla a uno stato molto vicino alla follia. Nella sua vera forma è un fenomeno piuttosto raro e, analogamente a quasi tutte le anomalie di questo tipo, sembra che sia originato da condizioni inusuali di malattie neuromuscolari.

La grande maggioranza delle donne che vengono descritte come ‘ninfomani’, in realtà non sono altro che individui dotati di grande temperamento erotico che scelgono un comportamento sessuale molto promiscuo. Se fossero uomini, però, questo loro comportamento non verrebbe nemmeno notato. E’ difficile trovare delle vere ninfomani al di fuori delle corsie degli ospedali per malati di mente.

Classica definizione di una ninfomane è questa: una donna con una persistenza di alti gradi di tensione sessuale, la quale è costantemente alla ricerca di un sollievo orgasmico che non riesce a raggiungere. La donna costantemente calda e che smania per la voglia di essere soddisfatta è un’affascinante fantasia, che può essere stata creata solamente da maschi dotati di grande immaginazione e scarsa familiarità con le reazioni sessuali femminili.

Statisticamente, questo tipo di donna in pratica non esiste.

Sospettiamo che gli uomini che hanno perpetuato tale concezione siano state vittime della situazione descritta da Wardell Pomeroy (uno dei co-autori dei rapporti Kinsey), il quale, ironicamente, caratterizza come ninfomane qualunque donna che mostri un grado di appetiti sessuali anche di poco più alto di quelli dal suo compagno maschio. Il bersaglio di Pomeroy è ben scelto, perché nella nostra cultura il concetto di ninfomania non si riferisce a stadi di eccitazione sessuale femminile oggettivamente misurati ma, piuttosto, a una concezione maschile di eccessivi bisogni femminili.

E’ ovvio che il termine eccessivi varia da femmina a femmina e da maschio a maschio, quanto nei reciproci rapporti.

In effetti, la femmina umana possiede una capacità di espressione sessuale di gran lunga maggiore che quella del maschio. Possiede una naturale potenzialità di reazioni pluriorgasmiche e le sue esperienze orgasmiche sono più intense e durano più a lungo di quelle del maschio.

Il maschio europeo e americano, che risente del distruttivo imperativo sociale secondo cui il successo sessuale dipende soltanto da lui, spesso tenta invano di tenere testa alla capacità orgasmica della sua compagna con un eguale numero di eiaculazioni.

Questo è ridicolo e frustrante; può condurre soltanto e un senso di insicurezza che in definitiva può diventare un’insufficienza sessuale.

Willy Pasini

William H. Masters e Virginia E. Johnson

(Ten Sex Myths Exploded)

 

Bibliografia

1. ABRAHAM G. : Sexologie clinique, Doin, Paris. 1967.

2. AGOSTO N T.: Some psychological aspects of prostitution: The pseudo-personality. The International Journal of Psycho-Analysis, XXVI, 62, 1945.

3 BENEDEK T.: Psychosomatic Medicine, New York, Norton, p. 246, 1950.

4. DEUTSCH H.: La psicologia della donna, Einaudi, Torino, 1958.

5. ELLIS A.: Les nymphomanes et hypersexuelles. Buchet-Chastel, Paris, 1967.

6. FENICHEL O.: Psychoanalytic Theory of the Neuroses. New York, Norton, 1945.

7. HOLLENDER M. H,: Prostitution, the body and human relatedness. The International Journal of Psychoanaly-sis, vol. XVII, 404, 1961.

8, KINSEY A. C. : Il comportamento sessuale della donna, Bompiani. Milano. 1955.

9. KROGER W. S.: Psychosomatic Gynecology, Wilshire Book Co, Holly-wood, p. 407. 1962.

10. MASTERS W. H., JOHNSON V. E.: L ‘atto sessuale nell’uomo e nelle donna, Feltrinelli, Milano, 1967.

11. SCHLESKY H.: Sociologie de la sexualitè. Gallimard. Paris, 1966.

12. SCHNEIDER P. B.: Impuissance et frigiditè, Praxis. 43, 11, 1964.

L'AUTORE
La redazione di YOUng
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