Quell'unica vera domanda mai posta ai politici di tutte le "razze"

23 Gennaio 2013
Germano Milite
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politici

L’Editoriale di Germano Milite

Mi criticano perché sono giovane e bella”. Non ha saputo dire (ne dare) molto altro su cui discutere ai suoi posteri Annagrazia Calabria. Come lei, molti altri “politici” esclusi o bersagliati sembrano non riuscire a far altro che lagnarsi. Nicola Cosentino, dal canto suo, ha tentato di difendersi parlando del consueto accanimento della giustizia nei suoi confronti. Cambiano i nomi, restano più o meno identici i mantra auto-giustificativi in voga tra questa classe dirigente che si dimostra vecchia e miope anche quando almeno anagraficamente risulta essere giovane. Ma ancora una volta, come mi permisi a suo tempo di far notare quando il Corriere della Sera dedicava una pomposa prima pagina ai festini mitologici organizzati dai gaudenti giovanotti del centrodestra capitolino, le pagine dei giornali e dei medium in genere si riempiono di tediosissimo nulla ciarliero. Ma chissenefrega, scrissi all’epoca, se il tizio (del quale ho già dimenticato il nome) del Pdl organizza feste private con maschere da porci. Chissefrega, ribadisco oggi, se la Calabria si sente vittima di una banalissima invidia da oggettiva ed incontestabile giovinezza e soggettiva quanto opinabile eccessiva beltà. Chissenefrega, poi, se “Nick” non riesce a scrollarsi di dosso l’odore di casalesi e si vede escluso da ogni corsa elettorale nel Pdl?

La domanda, l’unica domanda da fare ai vari trombati lagnosi e politici abortiti è sempre la stessa:“Ma voi, cari esasperati signori e stizzite signorine, da quando guadagnate cifre esorbitanti grazie ai vostri incarichi e pluri-incarichi; grazie alle vostre “amicizie” e parentele illustri ed alle vostre capacità oratorie (quando ci sono), per la collettività che onerosamente rappresentate, cosa avete combinato? Cosa avete proposto e concretizzato? In termini ancora più grezzi, amici cari (in tutti i sensi), come vi siete guadagnati lo stipendio che intascate da anni ogni mese e quei vitalizi che molti di vuoi letteralmente trafugano?. Ora immaginate che bello se, nel talk show televisivi, sui quotidiani e nelle radio ogni cronista cominciasse a fare sempre questo semplice ma fondamentale quesito a tutti gli intervistati: “Si ma lei, cara Calabria, a parte una famiglia agiata, la bellezza e la gioventù, cosa ha dimostrato di saper fare come politica?”. L’intervista sarebbe anche più soddisfacente per gli stessi lamentosi soggetti. Finalmente avrebbero qualcosa di interessante su cui discutere e, anche i giornalisti, invece di badare alla curiosità pruriginosa e stolta delle basse quanto ampie vulgate, potrebbero assolvere al proprio compito primario: essere utili a chi li segue e mettere in difficoltà i cosiddetti “potenti”.

Noi, almeno qui su YOUng, ci sforzeremo di mettere tale quesito in un listino bloccato per le interviste che realizzeremo nei prossimi giorni. Il resto, dal nostro punto di vista, è chiacchiera salottiero-spottistica che nel 2013 non dovrebbe più trovare così tanto spazio sugli organi d’informazione. Iniziamo a valutare l’operato pregresso delle persone che, dopo anni di politica, esigono di trovare ancora spazio ma, avendo un passato decisamente vuoto di fatti e straripante di parole e promesse tradite, preferiscono parlare di ciò che vorrebbero fare domani nel goffo quanto clamorosamente ancora ben riuscito tentativo di riciclarsi e “parassitare” ancora un po’.

L'AUTORE
Giornalista professionista. Partendo dalla televisione, ha poi lavorato come consulente in digital management per aziende italiane ed internazionali. E' il fondatore e direttore di YOUng. Ama l'innovazione, la psicologia e la geopolitica. Detesta i figli di papà che giocano a fare gli startupper e i confusi che dicono di occuparsi di "marketing".
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