Master of None è una di quelle serie tv che se visti solo i primi cinque minuti rischi di spegnere subito, bollandola come una delusione. Ma solo proseguendo nella visione capisci che quella sensazione, quel giudizio – forse affrettato – era assolutamente sbagliato, ritrovandoti a guardare invece una delle migliori comedy degli ultimi anni. Del resto è lo stesso concetto che si applica quando si legge un libro: mai fermarsi alle prime dieci pagine. Perché succede spesso che ad un certo punto della lettura scatti qualcosa, rivalutando completamento il testo.
Così è accaduto con Master of None, serie tv di e con il comico Aziz Ansari, che dopo avergli dato il giusto tempo riesce a farsi apprezzare senza alcuna difficoltà. I dubbi iniziali erano scaturiti da una scena di apertura del primo episodio piuttosto ”particolare” che vede il protagonista Dev, un attore di spot commerciali, alle prese con la rottura di un preservativo nel bel mezzo di un rapporto con una ragazza, alla quale segue un’immediata discussione sulla eiaculazione precoce – che comporta una veloce ricerca online sui propri rispettivi smartphone – e sulla possibilità o meno di avare un bambino.
Insomma, un inizio che fa pensare di avere davanti una serie più volgare che divertente. Eppure, nel proseguo della visione, si scopre che l’incipit non è il fulcro dell’episodio, ma solo il pretesto, l’input per condurre un’analisi e una riflessione più profonda che riguarda i figli e la vita dei genitori. Uno schema che si ripete, in modo semplice ma efficace, nei seguenti nove episodi dei dieci totali, passando per tematiche come la famiglia, le donne, la disparità tra i sessi, il razzismo e gli anziani, con quel tocco di ironia, tra personaggi bizzarri e gag divertenti. Il sarcasmo, in realtà, si accompagna ad una critica sociale non troppo velata e ad una sottile malinconia del protagonista che osserva il mondo che lo circonda, tra citazioni filmiche, uscite con gli amici e rapporti occasionali. Un mondo dominato dai social network, ma anche dall’incertezza per il futuro che offre infinite possibilità di scelta e di strade da intraprendere. Quell’incertezza che alla fine può diventare paralizzante, come Dev ci racconta. Ed è proprio in questo che Master of None si discosta dalle solite comedy più ”leggere” ai quali siamo abituati, in cui vi è la continua e constante ricerca della battuta facile, con gag fine a se stesse. La serie ideata da Aziz Ansari va oltre, va più nel profondo, lontano dai cliché di genere, dando grande importanza alla regia e fotografia, sfruttando al massimo la serialità che il mezzo offre.
A convincere è anche l’ottimo cast, a partire dal protagonista, così come tutti gli attori secondari che gli ruotano intorno, che entrano ed escono dalla sua vita, contribuendo a raccontarla nella sua quotidianità e normalità, con un linguaggio esplicito ma autentico. Nel quinto episodio vediamo anche un cameo d’eccezione come Clare Danes, nel ruolo di una donna sposata, pronta a tradire il marito con Dev. Ma il migliore episodio, e di sicuro il più divertente, è il quarto, durante il quale Dev si ritrova a lottare contro il pregiudizio razziale nei confronti degli indiani in tv, con esiti inediti ed esilaranti.
Con Master of None, Netflix si conferma una certezza concreta in fatto di televisione di alta qualità, proponendo una comedy che fa soprattutto riflettere, sulla vita, sul domani di cui ”non c’è certezza”, su quella paura e inquietudine per il futuro, che prima o poi colpisce tutti, ma con l’immancabile giusta dose di ilarità e comicità.