Finalmente la lunga attesa è finita. Il 20 novembre è uscito Marvel’s Jessica Jones, una delle serie tv più chiacchierate degli ultimi mesi, e dopo averla vista possiamo dire essere senza alcun dubbio una delle migliori dell’anno.
Raggiungere un obiettivo di questo tipo non era facile, considerato il riferimento diretto con l’acclamato Marvel’s Daredevil, che insieme a Jessica Jones fa parte del progetto targato Netflix/Marvel di The Defenders, serie tv crossover, che comprenderà anche Luke Cage e Iron Fist. Daredevil è stata considerata la migliore serie tv supereroistica di sempre, grazie ad un approccio innovativo, crudo e dark, così lontano da ciò che la Marvel ci ha da sempre abituati. In Jessica Jones, che ha come protagonista una ex eroina, ora diventata investigatrice privata, ritroviamo quei medesimi elementi, quella stessa modalità di racconto di largo respiro, che va oltre il singolo episodio, ma superando allo stesso tempo ciò che è stato raggiunto con Daredevil e costruendo un’identità propria ben definita.
Marvel’s Jessica Jones è prima di tutto un thriller psicologico, che strizza l’occhio ai grandi gialli/noir (sin dalla bellissima sigla di apertura), in cui vediamo un vero e proprio trionfo del sesso femminile, grazie alla protagonista-eroina, ma anche al resto del cast composto per larga parte da donne con ruoli di primissimo piano. Donne che non sono solo in scena, ma anche dietro le quinte. La showrunner è infatti Melissa Rosenberg (The O.C., Dexter). Nel genere comic è davvero insoluto trovare così tante protagoniste femminili al centro della storia, e Jessica Jones merita un plauso solo per questo. Quelle che conosciamo nel corso di questi 13 episodi sono donne forti, indipendenti, ma allo stesso tempo fragili, e a volte indifese, davanti a un passato che puntualmente ritorna nelle loro vite.
Ma oltre alla componente femminile, Jessica Jones si può considerare un passo avanti importante rispetto a Daredevil, perché ancora più crudo ed esplicito, nel linguaggio così come nei contenuti. C’è molto sesso in Jessica Jones, così come un vocabolario decisamente colorito, in particolar modo quello della protagonista. Jessica è una vera bad-ass, attaccabrighe, sarcastica e sboccata, bevitrice accanita, tormentata e segnata da eventi traumatici che non riesce a superare. Sin dall’inizio la vediamo in balia di incubi e flashback, che con grande effetto, e una perfetta dose di suspense, ci presentano l’antagonista della serie, Kilgrave, meglio conosciuto come Purple Man. La scelta di associarlo al colore viola, predominante nelle sue scene e nella fotografia, così come in Daredevil erano dominanti i gialli e i rossi, è davvero azzeccata. Ogni volta che le luci cambiano e il color viola riempie il quadro, sappiamo che Kilgrave sta per arrivare, accompagnato da quel sottile e sussurrato ”Jessica” tanto inquietante. Così come Krysten Ritter è una perfetta Jessica Jones, con il suo look da motociclista sempre incazzata e scontrosa, allo stesso modo è eccellente David Tennant nel ruolo dello psicopatico e ossessivo Purple Man, che non ha nulla da invidiare al grande Wilson Fisk di Vincent D’Onofrio. Ma a differenza di quest’ultimo, Kilgrave non ha mire sulla città, sul quartiere di Hell’s Kitchen, che ricordiamo è il medesimo ambiente dell’uomo con la maschera. Il controllo che Kilgrave vuole mettere in atto è solo sulla protagonista, in una questione che è esclusivamente personale.
Nel corso della stagione, dunque, assistiamo ad un vero e proprio dualismo, che suo malgrado coinvolge innumerevoli innocenti, ma che riguarda solo l’eroina e la sua nemesi. È una guerra di nervi, una lotta soprattutto mentale, psicologica, contraddistinta da non pochi colpi di scena, in particolar modo nella seconda parte di stagione. Come Daredevil, Jessica Jones è strutturata e pensata come fosse un lungo film di 13 ore. Se all’inizio la storia sembra scorrere lenta, nella seconda parte si assiste ad una accelerazione, con l’introduzione di maggiori flashback e scene d’azione, forse non troppo ”spettacolari” dal punto di vista visivo, ma comunque sempre realistiche. Questa volta la componente fantastica è decisamente più predominante rispetto alla serie che l’ha preceduta, ma il tutto viene reso ancora una volta nella maniera più vera e realistica possibile. Ne è un esempio il personaggio di Purple Man, che sulla carta ha la pelle color viola, mentre nella serie tv il colore rimane limitato all’abbigliamento, dominando invece la fotografia.
Come anticipato, nella lotta tra Jessica e Kilgrave, vediamo inserirsi non pochi personaggi femminili, ben caratterizzati e sviluppati, con un cast costruito in maniera esemplare. Ampio spazio viene dedicato a Trish (Rachael Tylor), l’amica di Jessica, così come a Jeri (Carrie-Anne Moss), l’avvocatessa spietata e senza scrupoli. Impossibile poi non citare Rosario Dawson, guest-star dell’ultimo episodio, che riprende il ruolo di Claire, tanto apprezzato in Daredevil. A convincere è anche il personaggio di Luke Cage, interpretato da Mike Colfer che mostra da subito una grande affinità con la Ritter.
Dopo l’accoglienza assolutamente positiva, di pubblico e critica, è inevitabile che per Marvel’s Jessica Jones si stia già parlando di una seconda stagione, che forse potremo vedere il prossimo anno. Intanto, possiamo goderci appieno questa prima stagione, ricca di mistero, azione e colpi di scena, dalle atmosfere uniche e affascinanti, con un’eroina decisamente atipica, ma troppo straordinaria per non essere apprezzata.