Mio figlio Riccardo aveva 5 mesi la prima volta che è salito sul seggiolone della mia bicicletta rosa. Con il suo casco che gli andava grandissimo, con le sua manine strette strette sulla sbarra di protezione, con i piedini che ancora non arrivavano alla base. Eppure non ha mai mostrato paura, non ha mai pianto, non si è mai lamentato per l’aria fredda o per il sole caldo che si prende ogni giorno, ogni giorno che, da oramai 20 mesi, gira la città sulle due ruote insieme a me.
All’inizio era estate, i percorsi erano brevi e lui era nel seggiolone davanti. Poi è arrivato l’inverno, il freddo e la pioggia, i percorsi sono diventati molto più lunghi, lui è cresciuto e si è spostato dietro. Ma niente è cambiato. Mai nulla ci ha impedito, la mattina, di prendere la nostra bicicletta rosa e di andarcene in giro. Da un parco ad un centro commerciale, dal centro alla prima periferia, io e mio figlio ci mettiamo in sella e viaggiamo.
Dopo notti insonni si è addormentato, dopo pomeriggi attivi si è riposato, quando gli hanno regalato un palloncino se l’è portato dietro stretto stretto e ha continuato a tenerlo anche dopo che, passando vicino ad un cespuglio, gli è scoppiato in mano. Mai l’ho sentito piangere o lamentarsi, mai. Anzi, quando dobbiamo prendere la macchina lui indica la nostra bici parcheggiata in cortile e chiede di salirci. Gli piace, è il suo mondo. Quando pedalo lui si guarda intorno, alle volte si porta un pupazzo che poi regolarmente andrà perso e ritrovato. Poi gioca con i suoi guantini, guarda le bici che gli passano accanto, sente il rumore del clacson e vive la città senza temere lo smog, il vento negli occhi o le gocce di pioggia. Sta crescendo così, perché l’ho voluto io. Vorrei che mio figlio Riccardo da grande andasse a scuola in bici e che invece del motorino raggiungesse gli amici in modo più ecologico.
Viviamo in una zona piena di piste ciclabili e questo gli permetterà di girare in tutta sicurezza, sempre con il suo casco sulla testa e con molta prudenza, perché in Italia c’è ancora pochissimo rispetto per i ciclisti, ma felice.
Di sicuro non avrà paura di farsi male, perché io e lui abbiamo già fatto diversi incidenti, senza per fortuna grossi danni. Un’auto che non si è fermata sulle strisce e ci ha preso mentre passavamo, un’altro che ha aperto la portiera mentre stavamo andando, cadute, graffi, ma nulla di grave e dopo un primo pianto in giorno dopo siamo di nuovo in sella, pronti per pedalare. Certo per ora io pedalo e lui sta a guardare, sempre silenzioso e attento, ma presto sarà lui il pilota della situazione, e allora so già che sarò fiera di lui.
Vorrei dire a tutte le mamme che girano sempre con i figli legati nel passeggino, di prendersi una bella bicicletta e metterli sopra. Li vedrete più liberi, felici, spensierate, e gli insegnerete i valori dell’ecologia, che sono fondamentali per noi che viviamo in città sempre più inquinate.
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